Chi non conosce queste parole?
Ormai è diventata famosa, tra Nembrini, Benigni e tanti altri che l’hanno citata, spiegata, cantata,…
A me ha colpito questo librettino di Luigi Maria Epicoco, che contiene anche due commenti di Benedetto XVI che adoro.
Sono una cinquantina di pagine dense e impegnative, che fanno prendere un respiro profondo nella conoscenza di Maria e quindi di suo Figlio. Come dice S.E. Mons. Mauro Piacenza, presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, nella prefazione,
è difficile comprendere, ma soprattutto vivere davvero un sano cristocentrismo senza essere immersi in un vero clima mariano.
E come non suggerire questo testo nel mese dedicato alla Vergine?
In realtà il testo ci riporta le meditazioni della settimana precedente l’Immacolata, quindi il tema liturgico non è proprio corretto, ma ho trovato queste lezioni così belle che credo proprio possano essere d’aiuto anche nel mese di maggio.
Le terzine dantesche del 33° canto del Paradiso, dalla prima alla ventunesima, vengono sezionate da don Epicoco in 7 lezioni.
Non voglio toglierti il piacere della lettura, ma darti almeno una piccola indicazione per farti venire l’acquolina in bocca, quello sì.
Verginità che diventa feconda tramite la Grazia è il tema della prima lezione, dove don Luigi ci spiega come diventare padri/madri di Cristo, continuamente, rinnovandoci come suoi figli in una reciprocità di amore.
Tu è invece la parola cardine della seconda lezione; invitati a riconoscere il “nostro” arcangelo Gabriele che pone domanda di collaborazione, ci addentriamo in un tema “spinoso”: non basta la Grazia, perchè l’amore esige libertà.
Per Grazia Maria è stata resa capace di ascoltare la domanda di Dio,
per sua libertà Ella ha risposto.
Domanda assurda, imprevedibile risposta all’altezza della domanda. Chi non desidera avere una disponibilità e una consapevolezza tali? Maria è, come ognuno di noi, all’altezza della domanda.
In Maria, terza lezione, ricomincia ad ardere il fuoco dell’amore che si era spento con Adamo ed Eva. Non è Maria il fuoco e non è Lei l’Amore. Lei è il legno dove Dio arde senza consumare, il roveto ardente. Conserva il calore, così come al riparo del calore della Chiesa possiamo sperare di veder nascere in noi il fiore di Cristo.
Nella quarta lezione troviamo l’immagine della fiaccola, che illumina la zona circostante. La fede non può essere tenuta nascosta, creando così discriminazione, ma deve essere messa al giusto posto, perchè ci doni gioia e serva per la salvezza. Maria, in effetti, è consapevole della portata cosmica di ciò che le è successo, tanto che dice “TUTTE LE GENERAZIONI mi chiameranno beata”. Questa fiaccola di speranza non si spegne mai, perchè ciò che è accaduto in Maria è irrevocabile.
Bene, ora che avete capito la portata di questo libro, vi lascio solo qualche spunto veloce: astinenza da Cristo, Maria scelta per liberarci dal male, una creatura a immagine del suo Creatore.
Che riverbero in queste parole, che nostalgia di infinito, di adesione, di completezza e totalità.
E che Grazia i due interventi di Papa Benedetto XVI.
E se abbiamo imparato che la Grazia permette la semina, bene… ti invito a lasciarti coinvolgere da questa potenza!
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