Fiumi di inchiostro si sprecano in questi giorni per raccontare una realt? certificata dai dati ma che da tempo era gi? sotto gli occhi di tutti coloro che sono dotati di buon senso: i giovani non si sposano pi?, non fanno pi? figli e, spesso, rimangono a vivere con i genitori ben oltre i trent’anni.
Questo fenomeno che sembrava riguardare solo l’Italia ? in realt? diffuso in tutti i paesi occidentali, fino alla patria simbolo dell’emancipazione giovanile e tout court: gli Stati Uniti.
Proprio cos?, pochi giorni fa il PEW Institute ha reso noti i risultati di una ricerca che evidenzia come per la prima volta nella storia degli USA la maggioranza dei giovani tra i 18 e 34 anni vive a casa con i genitori e quando vive fuori la maggior parte di loro lo fin coabitazione con altri coetanei, magari durante gli studi, o in dormitori pubblici e privati: in poche parole, la generazione di giovani adulti di oggi, i cosiddetti Millennials, sembra aver perso la capacit?, forse l’interesse – speriamo non la speranza – di costruire una propria famiglia.
La ricerca spiega che al di l? del movente economico (la crisi ha colpito con maggiore violenza soprattutto questa generazione) sarebbe proprio un radicale mutamento culturale il fondamento di questo fenomeno: i giovani oggi sono pi? concentrati a?investire nello studio, nella carriera, e pertanto non possono permettersi di costruire una famiglia.
Bizzarro. Perch? per perseguire il miraggio della realizzazione economica e sociale si appoggiano sui genitori o sui nonni, gente che magari aveva deciso da giovane di arrischiarsi nell’avventura di una famiglia … e che adesso (paradosso!) pu? permettersi di mantenere chi non sceglie la famiglia per paura dell’insicurezza economica.
Questo bizzarro paradosso credo nasconda realmente un grave problema culturale. Dagli anni Settanta del secolo scorso in poi l’ideale della famiglia ? stato preso prima a sassate e poi a cannonate in tutti i modi, sostituito dall’ingannevole miraggio del successo personale: iMillennials sono proprio i figli?di quegli?anni Ottanta e Novanta, in cui imperversava uno yuppismo sfrenato importato dagli USA, il miraggio della New Economy ? pi? in generale dell’idea che “io posso bastare a me stesso” e ottenere qualunque risultato se mi sacrifico e mi impegno … Al massimo quindi, prima mi realizzo, poi penso alla famiglia, cos? da garantirle una sicurezza economica…
Amici, coetanei, oso dire (s? mi ci metto anch’io): ci hanno fregato. La crisi economica ha smascherato l’inconsistenza di questo modello culturale: cosa possiamo lasciare noi trentenni in eredit? ai nostri figli? Quanti di noi, tanto per dire, potranno permettersi il lusso di lasciar loro una casa, quando spesso ? un lusso il solo fatto di poter contrarre un mutuo?!?
La crisi ci sta dando una grande opportunit?: rimettere al centro l’essenziale. Fare una famiglia oggi ? un grandissimo atto di speranza, una scelta controcorrente e anticonformista che torna a fondare la propria libert? sulla Verit?.
Noi abbiamo la nostra chance di giocarci il nostro presente e il nostro futuro. Con quello che abbiamo, qui, ora. Lo stesso sar? per i nostri figli, se ne avremo, e per tutti coloro che condivideranno una parte del cammino con noi: abbiamo la grande occasione di lasciare qualcosa di vero di noi stessi, non sprechiamo questa grande opportunit?! I nostri figli poi si giocheranno la propria.
Certo, faremo del nostro meglio per farli crescere sani, belli, per farli studiare, … Ma quando arriver? il nostro turno di presentare il conto dall’Altra parte, non credo che saremo giudicati sul saldo del conto corrente, sulle propriet?, sui successi sul lavoro.
Non lasciamoci rubare la Speranza: anzi, siamo noi un segno di Speranza in quest’epoca di lustrini e pallettes dove si nasconde tanta sofferenza.
Chiudo solo con una dovuta precisazione. Tutta la mia stima e la mia solidariet? vanno a quanti una famiglia non riescono a farsela per i pi? svariati motivi. L’inganno del nostro tempo ? anche quello di aver progressivamente ridotto e distrutto le occasioni di incontro tra le persone: pensiamo alle nostre comunit? di riferimento, ad esempio. Anche per loro, noi giovani coppie, giovani famiglie, possiamo essere segno di speranza. Non sprechiamo la nostra opportunit?. Non ci verr? restituita. Il nostro tempo ? adesso.