Figlio mio, custodisci le mie parole e fa’ tesoro dei miei precetti. Osserva i miei precetti e vivrai, il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi
Pr 7, 1 – 2
In questi giorni pensavo a come è facile cadere in tentazione, anche quando l’intento è dei migliori… Sempre vigili a non errare e così miseri e ripetitivi e costanti nel peccare…
Ma Cristo ha vinto il mio errore, ci ha donato un nuovo cammino di rinascita!
Nonostante la grazia gratuita del perdono, comunque, i grandi sapienti ci hanno lasciato alcuni avvertimenti per risparmiarci dalla tentazione,
perché molti ne ha fatti cadere trafitti ed erano vigorose tutte le sue vittime.
Pr 7, 26
Lascio a voi la lettura dell’intero capitolo, ma voglio soffermarmi sull’incipit, perché mi ha richiamato a due concetti:
1. “I cinque precetti, i quattro evangelisti, i santi tre re magi…” quante volte l’ho cantata con la consapevolezza di bambina… ma questi cinque precetti? Precetto, etimologicamente, significa ordine. Ecco allora i cinque ordini che ci vengono dati per vivere:
• Partecipare alla messa della domenica e nelle feste comandate
• Confessarsi almeno una volta all’anno
• Ricevere umilmente il tuo Creatore almeno a Pasqua
• Santificare le feste che ti sono comandate
• Osservare il digiuno prescritto e parimenti l’astinenza
2. don Luigi Giussani, in un raduno per universitari a cui io partecipai, ci disse che quando compivamo ogni azione, dovevamo avere nella coda dell’occhio la posizione di Gesù: cosa avrebbe fatto Lui in quella situazione? Ecco come risuona primariamente quel “il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi”, ma anche “vagliate tutto e trattenete il necessario” paolino.
Il “Nuovo dizionario di Teologia biblica” ci avvisa che siamo arrivati con questo capitolo del Libro dei Proverbi al vertice ideologico della collezione. Nel capitolo 8 e 9 infatti si affronta la riflessione sulla sapienza come strumento per capire l’immanenza e la trascendenza di Dio. Tosto, direi!
Ma come sempre tutto calza a pennello per noi, è comprensibile, e affascinante!
La Sapienza è stata presentata, come nel capitolo 1, con una personificazione femminile, in contrapposizione alla donna ammaliante già incontrata due volte precedentemente (e peraltro presente ancora nel capitolo 9).
Il capitolo 8 è composto da due inni che la Sapienza si autocelebra:
Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. Ascoltate perchè dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste
Pr 8, 5 -6
Io, la Sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione.[…] A me appartengono consiglio e successo, mia è l’intelligenza, mia è la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; per mezzo mio comandano i capi e i grandi governano con giustizia
Pr 8, 12 – 16
Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra
Pr 8, 22 – 23
La Sapienza è una persona viva che dona la vita, onnipotente e creatrice, provvidente e causa dell’universale, compagna inseparabile di Dio. Creata da Dio, ma eterna; complice di Dio nella creazione; concreta, ma trascendente, si incarna nell’ordine del cosmo, nell’uomo e nella sua intelligenza. Proprio questa duplicità permette alla Sapienza di essere mediatrice tra Creatore e creatura. Si presenta, nel capitolo 9, come colei che invita a un banchetto da cui trarre ristoro, esattamente come la donna ammaliatrice già incontrata.
Vi invito a cogliere il parallelismo tra i versetti 1 – 6 del capitolo 9 e i versetti 13 – 18 sempre dello stesso capitolo:
SAPIENZA | DONNA AMMALIATRICE |
La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne | Donna follia è irrequieta, sciocca e ignorante |
Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città | Sta seduta alla porta di casa, su un trono, in un luogo alto della città, per invitare i passanti che vanno diritti per la loro strada |
“Chi è inesperto venga qui!”. A chi è privo di senno ella dice: | “Chi è inesperto venga qui!”. A chi è privo di senno ella dice: |
Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza | Le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso |
Una dona ciò che ha di suo, l’altra dona ciò che prende dagli altri. Ecco la vera differenza.
Ecco cosa fa di me una persona sapiente: so donare ciò che mi appartiene, ciò che ho ricevuto, il buono che mi è stato donato? Oppure sto seduta a vedere dall’alto della mia sicurezza i miei fratelli pronta a offrire un pane gustoso ma inconsistente? Nel mezzo di questa Chiesa attaccata e traballante, io cosa faccio? Costruisco o distruggo? Offro la verità o la falsità? So essere prudente nei giudizi?
Queste alcune riflessioni di questi giorni, dopo gli attacchi ai cristiani in Sri Lanka e dopo la Resurrezione di Nostro Signore.
Vi lascio con due proposte:
1. Teniamo fisso con lo sguardo la posizione sapienziale, nella coda del nostro occhio.
2. Stampiamo l’invocazione alla sapienza di Luigi Maria Grignion di Montfort, regaliamone una copia a chi potrebbe averne bisogno e recitiamola tutti i giorni.
INVOCAZIONE ALLA SAPIENZA di Luigi Maria Grignion di Montfort
Dio dei Padri,
Signore misericordioso,
Spirito di verità!
Io, povera creatura,
prostrata dinanzi alla tua divina Maestà,
sono consapevole di trovarmi in estremo bisogno
della tua divina Sapienza,
che ho perduto con i miei peccati.
Fiducioso che manterrai fedelmente
la promessa di dare la Sapienza
a quanti te la domanderanno,
senza esitare,
te la chiedo oggi
con viva insistenza
e profonda umiltà.
Manda a noi, Signore, questa Sapienza,
che è sempre presente dinanzi al tuo trono
e racchiude tutti i tuoi beni.
Essa sostenga la nostra debolezza,
illumini le nostre menti,
infiammi i nostri cuori,
ci insegni a parlare ed agire, a lavorare e soffrire con te.
Diriga i nostri passi
e colmi le nostre anime
delle virtù di Gesù Cristo
e dei doni dello Spirito Santo.
Padre misericordioso,
Dio di ogni consolazione!
Per la bontà materna di Maria,
per il sangue prezioso del tuo diletto Figlio,
per il tuo immenso desiderio
di comunicare i tuoi beni alle creature,
ti chiediamo il tesoro infinito
della tua Sapienza.
Ascolta ed esaudisci questa mia preghiera.
Amen.