Care sorelle, proseguiamo il nostro cammino di approfondimento della promessa matrimoniale, per aiutarci a fare memoria delle parole pronunciate, ad andare sempre più a fondo nel loro significato, a ridirle a nostro marito e riascoltarle da lui per ritrovare quella comunione di cui è garante Dio stesso da quando ci siamo sposate.
Queste cinque parole, con la grazia di Cristo, che precedono ogni altro impegno e promessa che faccio al mio sposo, sono quelle che a me fanno tremare di più l’anima: hanno in loro tutta la portata della presenza di Gesù nella nostra coppia, senza la quale non dureremmo a lungo, non potremmo abbracciare con felicità vera la nostra vita in ogni sua circostanza.
La grazia di Cristo, dal giorno del nostro matrimonio, è la grazia del sacramento, è il profumo che emana da noi, la luce, la spinta, la motivazione più alta, la voce della coscienza all’interno della coppia, il tesoro su cui poggia il cuore dei coniugi.
Mi viene in mente che quando vedo brillare una coppia di amici e provo quella “sana invidia” che mi fa dire “che belli che sono, ho da imparare qualcosa qui!”, quello che mi attira è proprio quella grazia di Gesù che si vede e tocca in mezzo a loro.
E la grazia di Cristo all’interno di un matrimonio brilla molto più di tanti soldi, di vite agiate e comode, di ogni altra cosa che luccica e poi si spegne.
Con queste parole io sto dicendo che il matrimonio è a tre: c’è il Terzo che pone il Suo sigillo sulla nostra unione, si fa garante del nostro amore, crede nella nostra unione e sarà da lì in avanti il nostro più grande tifoso, quello che non smette di seguirci e camminarci accanto anche nella fatica, o anche quando noi stessi entreremo in crisi e avremo dubbi sul nostro essere ancora squadra.
Ecco, io me Lo immagino come una maglietta di una squadra di calcio, che, dal giorno del mio matrimonio, indosso, uguale a mio marito: sopra c’è scritto “sei mia, amata”. Apparteniamo alla squadra amata da Dio, Lui stesso ci chiede di indossarLo e portarLo sempre con noi, dal giorno del sì, per aderire sempre a quella stessa squadra amata che Lui ha benedetto e unito. Da lì in avanti se si vince, si vince insieme -una squadra a tre- invincibile!
La presenza di Gesù nel nostro matrimonio è l’unica cosa che garantisce le promesse successive e le rende possibili per la vita.
E’ Lui che per primo mi ama, mi dà una dignità altissima di figlia amata e preferita, mi è fedele e solo sapendo questo sguardo su di me, posso poi farne dono al mio sposo e promettergli un amore che sia specchio di quello da Dio da cui mi sento amata: da amata da Dio, amo mio marito; da perdonata da Dio, perdono mio marito; stando davanti a uno sguardo di fedeltà e stima proveniente da Dio, allora posso farne dono anche a mio marito.
Quante volte mi accade che con Luca, il mio sposo, ci sia un momento di incomprensione, di silenzio, di blocco. Non sappiamo come venirne fuori, sembra che non ci capiamo, che non sappiamo parlare l’uno il linguaggio d’amore dell’altra e viceversa, ci scontriamo con la nostra umanità diversa e fragile, limitata. Chi viene in nostro soccorso, se l’altro si è perso come me? La grazia di Cristo ? la nostra scialuppa di salvataggio, Gesù il nostro tifoso, il nostro allenatore e la sua presenza reale nella nostra unione fa sì che, quando non so più che parole usare con mio marito, non so più come frenare la rabbia o il dispiacere, i lamenti e il fiume di incomprensione, allora nel mio silenzio e vuoto, in fondo alla mia anima, ritrovo lo sguardo d’amore di Gesù su di me e non mi può lasciare indifferente.
Lui è lì, nei miei inferi, a prendermi dal polso con amore e a riportarmi da mio marito perchè possa amarlo come mi sento amata da Dio, ritrovando la nostra squadra, la nostra comunione. Gesù spesso entra nella nostra coppia dicendoci di guardare a Lui: non ci lascia in pace, anzi ci provoca e spesso ci ribalta, ma ci dà pace. Quante volte mi sento dire nel profondo: “ma come Chiara, non vedi come faccio io?! Fai come me. Io ti amo, sii lo specchio di questo mio amore anche per tuo marito”.
Noi spesso Lo sappiamo presente con la Sua grazia quando non riusciamo ad andare a letto senza la pace fatta, o quando da una fatica grande intravediamo un insegnamento per noi o un fuori-schema proveniente da Dio e che diventa occasione di bene, o ancora quando nella gioia sentiamo il desiderio di lodare Lui perché sta partecipando alla nostra felicità.
Quanto ci siamo aggrappati alla Sua grazia quando ho perso il lavoro di educatrice perché ero incinta la prima volta! Non eravamo solo noi due, ne siamo certi per le carezze ricevute, spirituali e materiali, tanto che la nostra bimba ha preso il nome di Benedetta, benedizione e grazia dentro la fatica, certezza viva che tutto concorra al bene!
O ancora, quali momenti di grazia poter innalzare un Gloria a Dio, dopo ogni momento profondo e di intimità, ci si scopre in tre, non più due! Tutto questo e tanto altro noi chiamiamo grazia di Cristo con noi!
La grazia di Cristo è la forza della fedeltà davanti a un tradimento, così come la costanza quotidiana fatta di piccole fedeltà che allenano alle grandi.
La grazia di Cristo è la motivazione più provocatoria per il mio primo passo verso di te, marito, anche nelle discussioni e incomprensioni: è la volontà di rimanere, di stare nella gioia e nella fatica, è la carezza che riesce a prendere il posto della prepotenza, è la bocca chiusa che lascia il posto all’ascolto invece che al lamento o al rimprovero.
La grazia di Cristo è balsamo sciogli nodi, quando sappiamo perdonarci a vicenda e ci facciamo il dono di ricominciare sempre riconoscendo l’amabilità oggettiva del coniuge, a prescindere da limiti e difetti che immancabilmente ci sono; è lo sguardo nuovo che abbiamo sulla realtà, quando ci lasciamo docilmente educare da essa sapendo che tutto concorre a un bene per chi Lo cerca con cuore sincero.
La grazia di Cristo nel matrimonio è ciò che dà sapore alla nostra umanità, è come sale sulla nostra carne: dà gusto e sapore alla nostra coppia; è la possibilità del fuori-schema, di andare oltre le nostre possibilità e umani limiti; è il Paradiso quaggiù garantito, la gioia degli sposi, la marcia in più di chi si sposa da Dio.
Durante un litigio o incomprensione col mio sposo, posso trasformare quella circostanza in inferno con le mie mani e il mio cuore di pietra, oppure posso farci entrare Gesù, lasciare che mi insegni qualcosa dentro quella fatica, che mi ami e mi chieda ancora un po’ di somigliarGli e allora l’inferno, con la Sua grazia, diventa Paradiso perché nulla Gli è impossibile!
Questa è la presenza, con la grazia che l’accompagna, che secondo me distingue il matrimonio da qualsiasi altra unione e convivenza e da qualsiasi altro amore, anche quello verso i figli! E’ questione di una presenza in più che non ci fa più due, ma tre in una sola unione!