Come abbiamo visto nel precedente articolo (Problemi nella coppia: colpa del cuore o della testa?) ci sono enormi differenze strutturali tra il cervello maschile e femminile e abbiamo accennato anche a differenze di tipo psicologico.
Il ponte che secondo me può aiutarci a collegare la struttura e la psicologia tra uomo e donna si può costruire grazie all’aiuto di due piccoli ormoni fondamentali per la felicità dell’uno e dell’altra: l’ossitocina e il testosterone!
Nelle donne l’ossitocina attenua lo stress, accresce la fiducia e l’empatia con il prossimo e aiuta a socializzare; se viene a mancare o comunque ad essere molto scarso crea malessere ma provoca anche timidezza, esitazione e, di conseguenza, poca inclinazione verso il prossimo (compresi marito e figli).
Negli uomini il testosterone aiuta l’umore, la resistenza alla paura e agevola le funzioni cognitive, mentre se è basso o assente causa perdita del piacere per tutte le attività, stanchezza, affaticamento e mancanza di energia, mancanza di motivazione, calo del desiderio sessuale, insicurezza, incertezza ed indecisione, ansia.
Imparando a comprenderne il loro funzionamento e a sviluppare strategie psicologiche per aiutare a tenere alti i livelli di questi due ormoni possiamo davvero creare un ponte tra i nostri due mondi e avere una relazione di coppia soddisfacente.
Quando il testosterone si abbassa? Quando l’uomo percepisce che nessuno ha bisogno di lui nella società, che lui non contribuisce a creare la differenza in una situazione, nell’ambiente in cui vive, nella realtà attorno a se. Dunque nel rapporto di coppia quando sente di non riuscire a rendere felice la propria donna il testosterone cala e lo stress aumenta.
Quando l’ossitocina si abbassa? Quando la donna percepisce che nessuno la vede, nessuno l’ascolta e nessuno è lì per lei. Dunque nel rapporto di coppia quando si sente sola l’ossitocina cala e lo stress aumenta.
Ma cosa fanno l’uomo e la donna quando sono troppo stressati e in riserva degli ormoni “della felicità”?
- La donna parla così facendo genera serotonina, scende il flusso sanguigno e calma le emozioni.
- L’uomo adotta la strategia del “lottare o scappare”, cioè o agisce per risolvere il problema che crea stress o diventa inattivo.
Nelle mie consulenze ho incontrato tante donne che stanche dell’andamento della loro relazione di coppia avevano smesso di parlare con i loro compagni. Ma sapete cosa succede quando una donna è troppo stressata e non parla? L’unica opzione che vede è risolvere lei stessa il problema! Così facendo si trasforma lei stessa in “un uomo” e produce testosterone, non più ossitocina, e questo la farà sentire sempre più sopraffatta. Lo stress aumenterà e l’ossitocina diminuirà sempre più.
L’uomo d’altro canto vive una frustrazione, perché non si sente più utile nei confronti dei problemi della propria compagna. Il suo testosterone cala e siccome non vede la possibilità di essere utile, per la strategia del “lotta o scappa”, diventerà ancora più inattivo, lo stress aumenterà e il testosterone calerà sempre più.
La naturale conseguenza di questo circolo vizioso per la coppia sono i litigi, le continue accuse di “esagerazione” (da parte di lui) e di “egoismo” (da parte di lei). Nei casi più estremi si può arrivare addirittura al tradimento e alla rottura della relazione.
E’ possibile spezzare questo circolo vizioso e creare invece un circolo virtuoso che permetta a questi ormoni di essere sempre carichi e di conseguenza avere un rapporto di coppia soddisfacente. Come? Imparando a parlare con nostro marito.
Per farlo dobbiamo imparare a seguire delle piccole accortezze:
- non bisogna parlare di risolvere il problema né volere che l’uomo risolva il problema
- 10 minuti sono il limite di concentrazione per un uomo nell’ascoltarvi
Vi propongo a questo proposito un esercizio ideato da uno dei più importanti psicologi americani specializzato proprio nelle relazioni di coppia: John Gray.
Trovate 15 minuti di calma nella vostra giornata e sedetevi uno di fronte all’altro con un cronometro e dite al vostro partner:
“non devi dire nulla, non devi neanche sistemare niente, voglio solo parlarti delle mie emozioni. Tu non devi assolutamente cambiare, non devi neanche sentirti in colpa, ti chiedo solo di ascoltarmi” (facendo questa premessa lui riuscirà così ad ascoltarvi davvero).
E iniziate proprio a lamentarvi per 10 minuti, senza proporre soluzioni o cambiamenti! Parlate solo delle vostre emozioni. Seguite lo schema che vi propongo di seguito:
- iniziate dicendo mi frustra quando / provo frustrazione quando….
- continuate con provo disappunto / delusione per qualcosa che è successa oggi, nell’ultima settimana o nell’ultimo anno quando….
- infine sono preoccupata quando…
Dopo aver fatto per solo 10 minuti (mi raccomando mettete un cronometro) le vostre “lamentazioni” (e se c’è un libro nella Bibbia che si chiama così vuol dire che 10 minuti al giorno sono concessi anche a noi donne 😉 ) per un pario di minuti comunicate a vostro marito le risposte a queste domande:
- che desideri hai?
- cos’altro desideri?
- e poi cos’altro desideri?
Prendetevi poi tre minuti ancora per ringraziare vostro marito per essere stato lì ad ascoltarvi, ditegli che lavoro straordinario sta facendo, apprezzatelo, abbracciatelo e baciatelo.
Le conseguenze di questo esercizio creeranno quel circolo virtuoso di cui parlavamo prima: l’uomo si sente utile e come abbiamo imparato questo fa alzare il suo testosterone e di conseguenza la sua felicità. Essendo più felice avrà sempre più voglia di ascoltarvi e starvi vicino!
D’altro canto se voi vi lamentate per 10 minuti la vostra ossitocina si alzerà e così il vostro umore, e, cosa ancora più utile, il vostro cervello comincerà ad imparare a elaborare le negatività e ritornare poi alle emozioni positive.
E’ molto importante imparare a lasciarsi andare alle emozioni negative e poi tornare alle emozioni positive che la vostra vita e la vostra quotidianità vi regalano, nel sorriso dei vostri figli, nell’abbraccio di un’amica, nei piccoli gesti quotidiani di vostro marito e nel sostegno della vostra Comunità.
Pensate di essere davanti ad un rubinetto: decidete di aprire l’acqua calda, poi la chiudete e aprite l’acqua fredda. E’ così: è una questione di scelta.
Provate a fare questo esercizio e mi raccomando fateci sapere come va (e se avete bisogno ricordate che potete sempre chiedere aiuto!).