Per accompagnare questo appuntamento di preghiera, ho pensato di scegliere l’icona che rappresenta la discesa dello Spirito Santo.
Nell’iconografia più antica, era presente anche Maria, in ossequio al racconto degli Atti degli Apostoli, mentre successivamente Ella non viene più raffigurata, poiché si riteneva che l’icona non dovesse avere solo una valore storico, ma simbolico: Maria viene considerata figura della Chiesa, già rappresentata, nell’icona della Pentecoste, dal gruppo degli apostoli riuniti, che ricevono personalmente i doni dello Spirito Santo sotto forma di lingue di fuoco (P.N. Evdokìmov, Teologia della Bellezza. L’arte dell’icona).
L’icona su cui mediteremo risale al XVI secolo ed è conservata nell’Ufficio Archeologico presso l’Accademia Ecclesiastica Moscovita. In essa sono rappresentati i dodici apostoli, secondo quanto indicato nel Vangelo di Luca:
Chiamò i suoi discepoli e ne scelse dodici ai quali diede il nome di apostoli.
Lc 6,13
La scena si svolge in una camera elevata, in cui i gli apostoli sono disposti a semicerchio, seduti su banchi che si fronteggiano, e sono tutti della stessa altezza, quasi a significare il loro essere tutti di pari dignità, nella loro comunanza di fede. Alle due estremità stanno Pietro e Paolo, e tra loro si vede un arco nero, con al centro un uomo abbigliato con suntuose vesti da principe. Chi è questo personaggio? Alcuni vedono in lui il diavolo, principe del male, circondato dalle sue tenebre; ma più verosimilmente questa figura rappresenta il cosmo intero, tutto il mondo visibile, che si dibatte nell’oscurità e nelle tenebre della morte.
Questo re, con le mani protese, regge un panno di lino bianco su cui si trovano dodici rotoli che stanno a simboleggiare la predicazione degli apostoli, come se fosse in attesa che la Buona Novella lo liberi dall’oscurità delle tenebre che lo circondano.
Nella parte superiore dell’icona un arco rovesciato rappresenta il cosmo spirituale, infiammato dai raggi divini che inondano la scena; la Pentecoste, tramite l’effusione dello Spirito, rappresenta una rinascita spirituale per l’uomo, per ogni uomo. Ogni persona viene irradiata dai doni dello Spirito Santo in maniera speciale, ricevendo doni diversi; gli apostoli, rivestiti della potenza celeste, inizieranno la loro missione di propagatori del Vangelo, e questa icona ci invita a riflettere anche su come da questo piccolo gruppo di uomini spaventati e dubbiosi, il Cristianesimo si sia poi sparso in tutto il mondo, grazie appunto all’opera dello Spirito.
Entriamo in clima di preghiera, come al solito, facendo silenzio esteriore ed interiore; osserviamo l’icona, fissando ogni piccolo particolare, ed ascoltando le nostre reazioni alla immagine sacra.
Possiamo iniziare col Veni Creator Spiritus (anche magari ascoltandone il relativo canto gregoriano)
Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.Luce d’eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore.Sia gloria a Dio Padre,
al Figlio, che è risorto dai morti
e allo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Gustiamo ogni parola, ringraziando il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per la preghiera che stiamo facendo.
Pensiamo agli apostoli che, dopo Pentecoste, non sono più rimasti chiusi ma hanno iniziato a portare il Verbo al mondo intero:
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me, perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Gv 17,20-21
Grazie allo Spirito Santo percepiamo la perfezione dell’aspetto trinitario; percepiamo l’unità della Chiesa e l’importanza della nostra piccola partecipazione al piano divino; come gli apostoli, cerchiamo di agire sempre testimoniando la nostra fede ed aprendoci alla gioia dei doni dello Spirito.
Possiamo leggere le riflessioni di Simeone il Nuovo Teologo, pensando al nostro “rapporto” con lo Spirito Santo. Lo conosciamo abbastanza? Lo preghiamo? Sentiamo il suo effetto dentro di noi?
Mediante lo Spirito Santo, Dio, il Verbo del Padre, entra in noi come nel seno della Vergine; noi lo riceviamo ed egli diventa in noi come una semente. Anche noi lo concepiamo, non corporalmente come fu concepito dalla Vergine e Madre di Dio, Maria, ma spiritualmente e tuttavia realmente
Simeone il Nuovo Teologo, PG 120, or. 45
Invochiamo lo Spirito, affinchè ci aiuti ad illuminare le nostre tenebre, con una bella preghiera di S. Agostino:
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di Sapienza: donami lo sguardo e l’udito interiore, perché non mi attacchi alle cose materiali ma ricerchi sempre le realtà spirituali.
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito d’amore: riversa sempre più carità nel mio cuore.
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di carità: concedimi di pervenire alla conoscenza della verità in tutta la sua pienezza.
Vieni in me, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: fammi la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen
Chiediamo allo Spirito Santo soprattutto il dono della preghiera, e meditiamo sulle parole della lettera ai Romani:
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Rm 8,26-27
Il mistero dello Spirito Santo è così profondo che a volte sembra impossibile avvicinarsi; ma se ci apriamo a Lui e lo lasciamo agire, compirà in noi meraviglie. Ripetiamo spesso questa semplice preghiera del Cardinal Mercier, un vero e proprio segreto di santità:
O Spirito Santo, Anima dell’anima mia, io ti adoro:
illuminami, guidami, fortificami, consolami, insegnami
ciò che devo fare, dammi i tuoi ordini. Ti prometto di sottomettermi
a tutto ciò che desideri da me e di accettare
tutto ciò che permetterai mi accada: fammi solo conoscere
la tua volontà.
Moltissimi santi hanno dedicato elevate parole allo Spirito Santo: possiamo concludere la nostra meditazione con una preghiera di San Pio X:
Spirito Santo, divino Spirito di luce e di amore, io ti consacro la mia intelligenza, il mio cuore, la mia volontà e tutto il mio essere, ora e per l’eternità.
Che la mia intelligenza sia sempre docile alle tue celesti ispirazioni e all’insegnamento della santa Chiesa Cattolica di cui sei l’infallibile guida. Che il mio cuore sia sempre conforme alla tua volontà divina e che tutta la mia vita sia una fedele imitazione della vita e delle virtù di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, al quale, con il Padre e con te, o Spirito Santo, siano onore e gloria per sempre. Così sia
e con una riflessione di Charles de Foucauld:
Spirito Santo tu eri sempre su Gesù, in Gesù,
intimamene unito a Gesù; eri lo Spirito di Gesù.
Non è per Lui, ma per noi che Tu ti mostri.
Tu appari per la nostra istruzione.
Ti fai vedere dopo la purificazione del battesimo,
per mostrarci che è nelle anime pure che Tu discendi,
che se noi vogliamo possederTi, occorre purificarci
e purificarci senza sosta,
purificarci con i sacramenti, la contrizione,
l’amore, la penitenza, la preghiera, le buone opere,
con tutto ciò che purifica, ci purifica, soprattutto allontanandoci da tutte le nostre imperfezioni,
tutte le abitudini cattive,
tutti gli attaccamenti alle creature:
occorre purificarci senza sosta,
con il progressivo distacco da tutto ciò che non è Dio
e il progressivo attaccamento a Dio solo.
Buona preghiera!