Che poi se uno va a sentire parlare di Chiara, lo sa che si deve preparare.
E io non l’ho fatto, mannaggia a me! Giornata faticosa, impegnativa, ammazza-buon-umore. La cena preparata di fretta. I bimbi piagnucolosi.
Uno lo sa che si deve preparare quando va a sentire parlare di Chiara Corbella Petrillo, lo sa che deve fare un po’ di silenzio.
Ero pure un po’ arrabbiata: è mai possibile che proprio la sera che vuoi uscire succedano tutti quei contrattempi? La legge di Murphy colpisce sempre…
Comunque ho resistito e ho mollato i bimbi lamentosi e i piatti ancora da sistemare dopo la cena (che più che una cena è sembrata una guerra) per andare a sentire parlare di Paradiso.
Questo è successo: quando senti parlare di una donna che ha accettato di essere quel seme che morendo da molto frutto, non puoi non sentire il profumo del Paradiso.
Ne provi quasi invidia, anche un pizzico di nostalgia.
Senti il profumo di quella donna romana-de-roma, sposa da tre anni, madre di tre figli, due dei quali vissuti poche ore dopo il parto.
Senti il profumo di quella donna semplice e sorridente, che con quella stessa semplicità e gioia ha accolto la morte per andare incontro al suo Sposo.
Perché, semplicemente, quando senti parlare di Chiara capisci come muore una figlia di Dio.
E vorresti morire pure tu, all’istante, per provare quella stessa Pace, per abbracciare il tuo Sposo, il tuo Padre.
E i pensieri, le arrabbiature, i figli lamentosi, la casa in disordine svaniscono per lasciare posto a quello che la vita di Chiara ti ha insegnato:
Non perche’ vivere la sofferenza. Non come viverla. Ma per chi.
Da quella sera, io so per chi viverla la mia sofferenza, le mie tribolazioni.
L’ho scritto chiaro dentro di me, anche se sarà difficile tenerlo a mente, ma almeno è un punto di partenza. E tu? Per chi la offri la tua sofferenza?