Nella mia perenne ricerca di miglioramento, tante volte mi sono imbattuta in libri che suggerissero metodi, modi e dinamiche per… avere più soldi, essere più brava in cucina, rispondere meglio senza aggredire… e l’elenco potrebbe essere assai lungo!
Insomma… “c’è sempre da imparare”, mi dico io!
Ed è per questo motivo che mi sono imbattuta nel Libro dei Proverbi, questo libro sapienziale presente nella Bibbia e poco spesso studiato e valorizzato. È un libro dell’Antico Testamento, scritto da più autori ma attribuito al re Salomone, il sapiente per eccellenza in Israele.
È un libro non semplice, e già questo mi spingeva ad abbandonare, io che sono una da “tutto e subito”.
No, qui bisogna meditare.
Bisogna calare la realtà del V-III secolo a.C. ai giorni nostri, bisogna cogliere questi consigli dati dai sapienti di Israele alla propria gente per vivere bene, consigli peraltro ispirati da Dio e basati sull’esperienza, il senso comune e l’intelligenza.
Ora… cosa potevo desiderare di più?
Ho un momento per me in cui meditare, imparare e ringraziare Dio per questa nuova avventura. Un’avventura che voglio condividere con voi, in un cammino sapienziale, perché sono certa che la Sapienza (sì, con la S maiuscola!) sia una virtù essenziale per poter affrontare le piccole o grosse circostanze della nostra vita.
E allora, Bibbia alla mano e pronte a iniziare questa avventura!
In questo primo articolo ci soffermeremo in particolare sugli insegnamenti dei genitori ai loro figli. Possiamo farne tesoro come genitori, ma anche come figli di Dio. Noi ci orienteremo in entrambi i percorsi, perché imparando la figliolanza possiamo imparare una nuova genitorialità.
Iniziamo meditando il libro dei Proverbi, capitolo 1, versetti 1 – 33 (clicca qui per leggerli).
A cosa servono i proverbi?
Per conoscere la sapienza e l’istruzione, per capire i detti intelligenti, per acquistare una saggia educazione, equità, giustizia, rettitudine; per rendere accorti gli inesperti, e dare ai giovani conoscenza e riflessione.
Ecco un ottimo motivo per iniziare!
E in effetti i versetti dall’8 al 19 sono ricchissimi di consigli ai figli… li avete letti?
8Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre
e non disprezzare l’insegnamento di tua madre,
9perché saranno corona graziosa sul tuo capo
e monili per il tuo collo.
10Figlio mio, se i malvagi ti vogliono sedurre,
tu non acconsentire!
11Se ti dicono: «Vieni con noi,
complottiamo per spargere sangue,
insidiamo senza motivo l’innocente,
12inghiottiamoli vivi come fa il regno dei morti,
interi, come coloro che scendono nella fossa;
13troveremo ogni specie di beni preziosi,
riempiremo di bottino le nostre case,
14tu tirerai a sorte la tua parte insieme con noi,
una sola borsa avremo in comune»,
15figlio mio, non andare per la loro strada,
tieniti lontano dai loro sentieri!
16I loro passi infatti corrono verso il male
e si affrettano a spargere sangue.
17Invano si tende la rete
sotto gli occhi di ogni sorta di uccelli.
18Ma costoro complottano contro il proprio sangue,
pongono agguati contro se stessi.
19Tale è la fine di chi è avido di guadagno;
la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato
Sono veramente molto belli e ancora attuali, decisamente da suggerire ai nostri figli, ma… il problema non è forse il modo in cui glieli diciamo? Già è tipico di noi donne dispensare consigli, molte volte non richiesti… e poi tante volte glieli diamo con un tono che forse non è quello migliore per far sì che li accolgano… Eppure il nostro desiderio è buono…
Ecco allora che la Sapienza fa udire la sua voce.
Tornate alle mie esortazioni: ecco, io effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole. Perché vi ho chiamati ma avete rifiutato, ho steso la mano e nessuno se n’è accorto. Avete trascurato ogni mio consiglio e i miei rimproveri non li avete accolti; […]. Allora mi invocheranno, ma io non risponderò. Mi cercheranno, ma non mi troveranno.
Perché hanno odiato la sapienza e non hanno preferito il timore del Signore, non hanno accettato il mio consiglio e hanno disprezzato il mio rimprovero; […] ma chi ascolta me vivrà in pace e sarà sicuro senza temere alcun male.
Pensiamo ai nostri figli, a cui ogni tanto tireremmo volentieri il collo, o a nostro marito, a cui avremmo sempre un consiglio da dare… ovviamente, come abbiamo già detto (ma è sempre conveniente ripetercelo), non sempre le parole sono quelle più adeguate. Se davvero la Sapienza si fa sentire, dov’ero io quando lei parlava? Cosa stavo facendo, così presa da non sentirla? O forse non so dove andare ad ascoltarla?
Nella bontà delle nostre intenzioni, dobbiamo forse imparare le modalità adatte alla nostra famiglia, così come è stato fatto con noi: quanto è attento Dio nel correggerci secondo i nostri reali bisogni? Quanto è attento alla nostra sensibilità? Come a volte invece ci affronta di petto, perché non sa più come farci capire qualcosa?
Vi proponiamo due semplici idee, che possono aiutarci nel nostro cammino di conversione:
• Scegliamo un santo che ci accompagni, con la sua sapienza, nella concretezza della nostra vita. Loro sono saggi, hanno concretizzato la legge di Dio nella loro vita. Andiamo alla scoperta della vera Sapienza attraverso i santi: scegline uno da prendere a esempio tra quelli che già conosci o vai su questo sito e clicca su “il mio santo protettore” circa a metà pagina. Condividi poi qualcosa che ti ha colpito della storia del tuo santo su facebook con l’hashtag #mammechesanti. Facciamo girare la saggezza!
• La saggezza va ascoltata. Ci parla attraverso la Bibbia. Scriviamo un versetto a noi caro tra quelli appena meditati e appendiamolo in un punto ben visibile, perché la saggezza si faccia sentire ogni volta che passiamo davanti al biglietto e riecheggi nella nostra giornata.
Semplice no?
Aspettiamo i tuoi hashtag!
E… Buona festa di tutti i Santi!