“Le famiglie cristiane, con la loro vita domestica semplice e allegra, condividendo giorno dopo giorno le gioie, le speranze e le preoccupazioni, vissute alla luce della fede, sono scuole di obbedienza e ambito di vera libertà.
Benedetto XVI
(Omelia alla S.Messa con il comitato organizzatore dell’incontro mondiale delle famiglie in Messico, 23.04.2009)
Ha senso chiedere e insegnare ai nostri figli l’OBBEDIENZA?
L’obbedienza non dovrebbe essere vissuta semplicemente come l’esecuzione di una legge o di una disposizione. Obbedienza è un cammino, sia per i genitori che per i figli, fatto di ricerca, ascolto, esperienze, amore. Un cammino che si basa sul rispetto reciproco, sul controllo di sé e sulla fiducia.
Obbedienza significa amore. Perché, anche se a volte risulta difficile, dall’amore nasce e di amore si nutre.
Certo, nell’odierno contesto culturale, che spinge i genitori ad essere sempre più permissivi, in nome di un’educazione che segue l’istinto e la natura e che esalta l’autonomia e la libertà dell’individuo, è difficile immaginare che l’obbedienza possa essere non solo un comportamento corretto da tenere in famiglia, ma anche un valore gioioso e liberante che sa educare i figli alla vita.
Eppure noi genitori cattolici dovremmo sapere che l’OBBEDIENZA è innanzitutto una VIRTÙ, e che è proprio in famiglia, nella condivisione intensa di preoccupazioni, gioie, speranze, che diventa possibile impararla ed esercitarla.
I genitori, chiedendo l’obbedienza, insegnano ai propri figli che, nella vita, tutte le persone obbediscono. Obbedire significa ordine e l’ordine rende più felici.
L’obbedienza è un prezioso bagaglio che forniamo a nostro figlio. Un bagaglio che gli risulterà essenziale, ad esempio, nell’ingresso a scuola, un ambiente in cui ci sono regole da osservare. Il bambino che non è abituato a rispettarle vive come una frustrazione l’esistenza stessa di regole, tende a trasgredirle e soffre quando non ci riesce o quando viene rimproverato. Di conseguenza può arrivare a forti manifestazioni di antipatia nei confronti dell’autorità, figura che non sa comprendere. Tutto ciò può generare in lui un profondo senso di malessere.
Per il bambino che, invece, è stato educato all’obbedienza, le regole diventano i giusti limiti che sanno contenere e proteggere, che sanno dare realizzazione e compiutezza alla vita.
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