C’è un dialogo nella storia cristiana che mi ha sempre affascinato.
Forse perché fin dall’adolescenza sono stata abituata a recitarlo tutti i giorni delle vacanze, con appuntamento fisso a mezzogiorno in chiesa con gli amici. Era il nostro “rito”, inizialmente perpetrato su richiesta della nostra responsabile, poi pian piano interiorizzato, fatto mio, sviscerato, capito e amato.
E’ il dialogo dell’annunciazione, ripetuto come un mantra, alla fine mi ha permesso di entrare in quel mistero così profondo per cui sì, ha scelto lei, l’ha pensata e preservata da ogni male, l’ha custodita perché potesse accogliere il dono che aveva pensato per lei. E così tutto si è compiuto.
Un disegno tutto sommato semplice, logico, ma non scontato.
E’ un pensiero di misericordia verso di noi, pensato prima della creazione del mondo: ha avuto così pietà delle nostre fragilità da pensare, fin dall’inizio dei tempi, a una donna pura pronta ad accogliere un Uomo, Suo Figlio, Dio come Lui, per la salvezza di tutti noi. E l’ha voluta adeguata a questo compito, preservandola fin dall’origine! Che cosa spettacolare! Ci ha pensato fin dal principio. E in principio era il Verbo.
Anche io, come Maria, sono stata pensata fin dal principio, sono stata voluta, desiderata, amata. E su di me c’è un disegno, a volte difficile da capire, a volte difficile da accettare. Ma un Padre buono ha voluto questo per me e mi ha fatto pronta per accoglierlo.
Triplicemente immacolata, come spiega bene Angelo Scola nel libro “Maria, la donna”:
Maria è immacolata perché, piena di grazia, diventasse degna madre dell’Agnello immacolato; in secondo luogo è immacolata perché anticipo della Ecclesia Immaculata
Ora, immaginiamoci la scena: Maria, una ragazzina normale, sola in casa, si trova davanti un Angelo che le dice una cosa inconcepibile, assurda, strana,… Ma lei dice: “Sì”. E’ il sì più potente della storia, quello che ha spaccato il tempo in un prima e in un dopo.
Un po’ quello che potrebbe succedere a ognuno di noi: ho ben chiaro in mente quando il ginecologo mi ha parlato di camera bianca, quando ho gridato: “Perchè Signore?”, quando la realtà si imponeva e non rimaneva che dire “sì”. E’ un piccolo “sì”, lo sappiamo, ma è ciò che possiamo rendere a Colui che ci fa un dono così bello per noi.
Ma perché Maria dice “Sì!”?
Perché, cosciente della sua persona in rapporto con il Tutto, si abbandona tra le braccia di un Padre che l’ha voluta pronta per accogliere il Verbo. Riconosce la finitudine creaturale che è. E, nella sua libertà, si abbandona. Ecco che l’Angelus è il dialogo della libertà. Così come ci viene raccontato peraltro nella Genesi, nel dialogo tra la donna e il serpente.
Ecco perché uno dice “sì”: non perché siamo bravi, ma perché siamo in rapporto con un Tutto che dà senso. E allora di fronte al dolore per tuo marito che non ti capisce, di fronte al bambino che non sta bene, di fronte alla mamma con cui non hai il rapporto che vorresti, l’unica cosa conveniente da fare è stare tra le braccia del Padre “come un bambino svezzato in braccio a sua madre”.
Sant’Ireneo ci ricorda che
la disobbedienza di una donna è riparata dall’obbedienza di un’altra donna.
Il “no” che va a macchiare la bellezza della creazione viene pulito dal “sì” che porta una nuova creazione.
I miei “no” possono essere puliti dal mio “sì”. I miei errori possono essere perdonati in Confessione. E ciò porta ad essere persona nuova.
“Non avere paura, Maria”.
Non avere paura, tu, che stai leggendo queste poche righe, perché ti ha pensato fin dall’origine per ciò che ha preparato per te. Non avere paura, così la tua vita diventerà feconda. La vera ragionevolezza di tutto questo sconvolgimento che Maria vive sta nel dire “sì”, sta nell’aderire al Creatore.
Continua Scola:
L’Immacolata Concezione ha introdotto nella storia degli uomini la possibilità dell’obbedienza. Ci mostra quindi la via per il compimento della nostra umanità quale nuova creatura di Cristo.
Che la Madonna ci aiuti a riconoscere la finitudine della nostra creatura, perché consapevoli del fatto di essere plasmati al meglio per il disegno che è stato pensato per noi possiamo aderire a ciò che il Buon Dio ci chiede.