Quando è arrivato il postino con la busta ero proprio curiosa… sapevo che a giorni Rachele mi avrebbe inviato il suo libro, ed eccolo lì tra le mie mani. E’ sempre bello ricevere un volume direttamente dallo scrittore, ti sembra ancor più che sia stato scritto per te, un dono personale, speciale, unico. Sicuramente quando si scrive per qualcuno si immagina chi lo potrà avere tra le mani. Aprendolo ho avuto la certezza che quel dono non era solo per me, ma c’era molto altro…
La dedica recitava così: a tutte le MeM del mondo! Rachele
Wow, che responsabilità avevo tra le mani…
Come non condividere con ciascuna di voi questo regalo così speciale.
Ci sono vari aspetti di questo volume che coinvolgono e appassionano. Il primo fra tutti il fatto di leggere la propria storia attraverso le parole della scrittrice: molti fatti riportati sono quelli capitati a ciascuna di noi, ci possiamo ritrovare, sorridere, ridere e commuovere. Il secondo è la schiettezza e la verità con cui viene descritta la vita, la verità rispetto alla maternità personale, ma anche alla maternità intesa dalla società di oggi. La fatica e la bellezza di questo dono che ci viene fatto, perché “ogni figlio aggiunge e non toglie niente, semmai ci costringere ad essere migliori del giorno prima”.
Un ulteriore aspetto che affascina durante la lettura sono le esperienze e le citazioni di altre donne e mamme. E poi i tantissimi argomenti trattati: dai più intimi e interiori, ai più pratici e concreti.
Un libro dedicato dalla scrittrice a tutte le MeM del mondo, che ha lo stesso stile che vuole avere Moglie e Mamme per vocazione, uno stile di condivisione, di aiuto reciproco, di testimonianza alla bellezza e alla verità.
Abbiamo chiesto a Rachele di rispondere ad alcune domande per entrare maggiormente nel suo libro e conoscerlo un pochino di più, eccole per voi.
Dove e come nasce la Rachele scrittrice?
Rachele scrittrice nasce come sono nate la Rachele maestra, la Rachele moglie, la Rachele mamma, la Rachele ostetrica: per affidamento alla Provvidenza. Ad un occhio poco allenato, tutta la mia vita potrebbe sembrare una serie di eventi che ho affrontato intenzionalmente scegliendoli. In realtà, soprattutto per le svolte più importanti che ho elencato poc’anzi a fianco del mio nome, ho semplicemente accolto tutto… Qualcuno con la Q maiuscola, che mi conosce benissimo, così profondamente da sapere che quello che quello che mi verrà chiesto dalla vita, avrò la capacità di affrontarlo. Quando facevo l’ostetrica ero felice: potevo finalmente fare una professione per la quale avevo studiato tanto. Avevo realizzato, insieme ad altre mamme, un’associazione onlus per il sostegno reciproco e per il confronto e lo scambio di piccoli favori (presente le famose lasagne che sono ottimo aiuto per una neomamma che affronta il puerperio? Ecco, le “mie” mamme si aiutavano anche così), ma purtroppo tutto andò a deteriorarsi col tempo. Io mi trovai ad affrontare la delusione di non essere stata capace di portare avanti il mio impegno con le mamme ed ero molto abbattuta. Sopraggiunto il quinto bambino, decisi inoltre che era arrivato il momento di sospendere la professione e riprenderla più avanti… così mi ritrovai ad essere un’ostetrica senza mamme. Per tutta una serie di incontri virtuali, fui invitata a redigere qualche articolo sulla maternità per il quotidiano La Croce e così pensai che, magari, potevo aiutare le mamme anche solo scrivendo. E così, eccomi qua: come far capire alle mamme che possono farcela? Come rasserenare le mamme continuamente criticate per ogni minima scelta che compiono? Così iniziai a raccontare io per prima tutte le situazioni nelle quali sono stata una frana abominevole. Questa modalità pareva essere la migliore, poiché le mamme hanno bisogno di condividere timori ed errori, e non sempre vogliono consigli da esperti pronti a scendere dal piedistallo con consigli perfetti. Così eccomi qua!
Il titolo del tuo libro “Non avere paura, mamma. Sfide a vincita certa”, come lo hai scelto?
Il titolo è stato un lavoro egregio della casa editrice TAU dove la redazione ha lavorato benissimo per concepire un’intestazione che non desse l’impressione del manuale, cosa alla quale tenevo moltissimo.
Domanda difficile: scegli per noi tre parole che racchiudono l’essenza del libro.
Le tre parole potrebbero tranquillamente essere: Speranza, Coraggio, Lacrime. La Speranza è quella che ci muove a continuare a desiderare la maternità, il Coraggio è quello che ci è richiesto in una cultura del tutto antifamilista e antifemminile, le Lacrime sono quelle di stanchezza, dolore, afflizione, solitudine che spesso versiamo stanche da giornate intense e piene d’intoppi (io lo faccio da sola, chiusa in bagno), ma sono anche quelle di gioia, serenità, sollievo e risate (io muoio dal ridere per le battute di mio figlio Simone, che sono asciutte e sarcastiche).
Approfondiamo la tua dedica per noi: come l’esperienza MeM entra nella stesura del libro.
Ringraziamo di cuore Rachele e concludiamo dicendole che abbiamo percepito, tra le sue righe, un grande sentimento di bene per ciascuna di noi. Grazie Rachele, sei veramente una di noi!