“Non deve mai mancare il coraggio alla Chiesa di proporre la preziosa virtù della castità, per quanto ciò sia ormai in diretto contrasto con la mentalità comune”.
Non ha fatto quasi in tempo ad uscire il documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale” contenente affermazioni come questa a favore della castità… che subito, puntuali come orologi svizzeri, sono arrivate le critiche, tra cui quella di Fedez.
Il cantante, per tutta risposta, ha invitato i ragazzi a fare sesso senza problemi finché possono, perché “la vita è troppo breve per ascoltare il Vaticano”.
Sia chiaro: ognuno è libero di pensare ciò che vuole e di vivere come meglio crede. Ma di fronte a certe esternazioni mi sento davvero chiamata a testimoniare che il documento non avanza una proposta retrograda, che sa di muffa e toglie il gusto della vita. E non sono tutti stupidi o pazzi quelli che decidono di aspettare il matrimonio per fare l’amore.
Permettimi, Fedez, che ti spieghi perché…
Ho trent’anni, sono una scrittrice e ho all’attivo due libri che affrontano proprio il tema dell’intimità coniugale, della purezza e della castità prematrimoniale.
Mi sono posta molte domande su questo argomento, soprattutto in adolescenza. La scelta della castità, che ho compiuto a vent’anni, è stata ponderata e consapevole. E mi ha guarita anche da alcune ferite che mi sono procurata dando retta a chi parlava come te.
Ad ogni modo, oggi non parlo per sentito dire, ma per esperienza. E, ti dirò, non solo per esperienza mia. Nei miei libri riporto numerose testimonianze di persone che considerano la castità un prezioso aiuto alla vita di coppia e non un’inutile tortura.
Per quanto mi riguarda, sono sposata da sei anni ho due figli. Può sembrare assurdo alle orecchie di molti, ma io e l’uomo che oggi è mio marito abbiamo veramente vissuto un fidanzamento senza sesso.
Tre anni e mezzo della nostra vita passati a fare qualunque cosa: passeggiare, ballare, fare volontariato, giocare, leggere, parlare, litigare, pregare, andare al mare, prenderci in giro, scherzare, sognare il futuro. Tutto ciò che può aiutare a conoscersi, a capire se si vuole proseguire insieme nel cammino della vita. Ma senza sesso.
Non è che non ci sarebbe piaciuto. Non è che non ne avevamo il desiderio. Non è che non ci fosse attrazione fisica o mentale tra di noi. La castità la scegli, non ti capita.
Ascoltando solo il fisico, saremmo finiti a letto forse dopo un mese o due.
Dicono che il sesso sia la cosa più naturale ed istintiva del mondo. E forse è proprio così. Per questo la castità non solo non ti capita, ma è anche una strada molto faticosa. Eppure, l’essere umano non si esaurisce nel suo istinto.
Sapevamo, nel profondo, che dopo un mese di relazione non eravamo pronti per un gesto di quella portata: il nostro rapporto non era abbastanza solido per ricevere il sigillo dell’atto coniugale. Avevamo capito che fare amore significava donarci in modo totale, definitivo: significava diventare marito e moglie attraverso la carne.
Dopo un mese che conosci una persona, la sposeresti? Logicamente no. Perché allora dovresti vivere con lei il gesto più intimo che si possa compiere?
“Lo faccio con te perché non so resistere”: davvero questa è la migliore dichiarazione che possiamo fare a una persona? Oppure è più bello quando “Faccio l’amore con te per dirti che ti appartengo, per dirti che qualunque cosa accada saremo per sempre una cosa sola”?
La castità non è stata una forzatura imposta, non ci ha tolto la gioia di conoscerci, la passione, il desiderio di unità, anzi. Ci ha educati alla pazienza, ci ha insegnato cosa significa guardarsi dentro, ci ha aiutati a valorizzare chi avevamo di fronte, a vederlo per ciò che era, non per ciò che ci dava.
Ci ha permesso di vivere l’intimità in modo più intenzionale, di dare ad ogni gesto un significato.
Caro Fedez, puoi veramente pensarla come vuoi e ti sono anche grata per questa occasione di confronto su un tema tanto delicato ed importante, ma permettimi di dire che non è da bigotti chiedersi quale sia il momento giusto per fare l’amore, almeno nella misura in cui non è da sciocchi mettere il tetto su una casa dopo aver verificato che siano solide le fondamenta.