Cosa vuol dire – amare -?
Come desidero essere amata da mio marito e come dimostro a lui il mio amore?
Tutti noi quando ci sposiamo abbiamo un’idea della vita coniugale, di come vivremo la nostra quotidianità, non sempre le nostre fantasie poi coincidono con la realtà, ma certamente impariamo ad amarci e a dimostrarlo l’un l’altra in un modo tutto nostro.
Con il matrimonio e la vita in comune nasce il “noi”: bisogna cominciare a scoprire la concordia nella gestione familiare in ogni aspetto, compreso quello sessuale. La specificità dell’amore sponsale si fonda nella consegna della persona nella corporeità, è una modalità nuova che solo gli sposi possono percepire,
…essi amandosi, amano Dio; lasciandosi amare, si lasciano amare da Dio; accogliendosi, accolgono Dio; donandosi, donano Dio…Se la specificità di questo amore sponsale sta precisamente nella consegna della persona nella corporeità, con il cui linguaggio gli sposi vogliono mutuamente trasmettersi l’apertura di un’intimità, la mutua presenza reciproca, la compagnia nella vita ed il comune destino, questa consegna vissuta in una grande varietà di azioni, prendono tutte il loro colore della coniugalità.
Il destino dell’eros – J. Noriega
Gli sposi imparano che in ogni momento della vita si amano, in modo diverso ogni giorno, in modo diverso in ogni azione che compiono, tutto di loro tende verso l’amore reciproco e non solo l’istinto sessuale.
I giovani sposi portano nel loro cuore la persona amata e la comune speranza di costruire una famiglia, ma il tempo e la vita che scorrono cambiano i coniugi e bisogna che loro si adattino ai cambiamenti reciproci, siano essi corporei o sessuali. Con il tempo quell’amore reciproco che li ha visti protagonisti nella costituzione della nuova famiglia pian piano li vedrà coinvolti in attività comuni, nella condivisione di progetti la realizzazione dei quali li vede complici. L’uno vorrà mettere al centro della propria vita l’altro, anche se esiste il rischio e la tentazione che il lavoro, le preoccupazioni, le amicizie possano diventare un sostituto dell’altro.
I metodi naturali si pongono in questa nostra vita come maestri di un comportamento che ci guida nella relazione. I nostri progetti di vita all’inizio si adeguano ai ritmi dei corpi: sembra che questa regola sia costrittiva rispetto ai nostri desideri. Con il passare del tempo scopriamo che il piacere di stare insieme va cercato, curato, coccolato ed è in questa fase della vita che scopriamo quanto sia stato utile darsi una regola perché è proprio la regola che ci ha fatto scoprire la bellezza di amarci anche quando il corpo non lo chiedeva ma era la volontà a guidarci.
E riusciremo ad evitare che il demone della mezza età, l’accidia, paralizzi il dinamismo dell’amore coniugale, la bellezza della persona matura è quella creativa, poiché sa reinventare delle nuove forme di comunicazione, come scrive J. Noriega, durante l’anzianità la castità diviene saggezza.
La bellezza del desiderio non è il dominio e il controllo della volontà, a volte sembra che il cammino per imparare i metodi naturali voglia fare proprio questo, costringere ed ordinare dal di fuori qualcosa che dovrebbe essere gestito intimamente.
Invece la scelta dei metodi rappresenta la scelta armonica dell’amore ricevuto rivolta verso l’amato, è la strada giusta da compiere per amarsi ogni giorno della vita.
Il corpo, la carne, il desiderio rendono dunque bella la vita. Il loro fascino è il richiamo di una felicità da edificare, la cui percezione riempie di orgoglio e si trasforma in motivazione che spinge ad agire con nobiltà.
J. Noriega – Enigmi del piacere