Storia di una famiglia che ha saputo costruire la sua casa sulla roccia.
Una coppia di sposi santi: un uomo e una donna, una mamma e un papà che scelgono la strada del matrimonio e fanno della famiglia il luogo della santità.
Non può non affascinare la storia di Louis Martin e Zelie Guerin, beatificati sotto papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2008 a Lisieux e canonizzati da Papa Francesco domenica 18 ottobre 2015 a Roma.
E non solo perché, mentre infuocano le polemiche sulla famiglia, la Chiesa maestra propone agli occhi del mondo una famiglia straordinaria nella sua normalità.
Ma perché i coniugi Martin sono anche i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona dei Missionari e dottore della Chiesa.
E dunque, oltre che sposi, sono stati testimoni credibili della loro fede agli occhi dei figli.
Quale forma più alta di amore?
Della loro vita sappiamo molto, grazie alle tante testimonianze raccolte, ai diari di Santa Teresa e alle numerose lettere che Zelie scriveva, soprattutto al fratello Isidoro e alla cognata, sua amica e confidente.
Louis Martin e Zelie Guerin volevano consacrarsi alla vita religiosa. Invece per loro la Provvidenza aveva tracciato una strada diversa. S’incontrarono presso il ponte Saint Leonard ad Alencon nel 1858 e da allora non si separarono più. Lei aveva 27 anni e fu colpita dalla “nobile fisionomia, dall’andatura riservata e dal portamento pieno di dignità” di lui, ormai 35enne.
Un colpo di fulmine, diremmo oggi.
Dal loro matrimonio, celebrato a mezzanotte del 13 luglio, come si usava allora, dopo tre mesi da quel primo incontro, nacquero nove figli. Solo cinque femmine sopravvissero.
Scriveva Zelie:
Io amo i bambini alla follia, ero nata per averne e ancora quando abbiamo avuto i nostri figlioli, le nostre idee sono un po’ cambiate: non vivevamo più che per loro, questi erano la nostra felicità e non lìabbiamo mai trovata se non in loro. Insomma, tutto ci riusciva facilissimo, il mondo non ci era di peso. Desideravo averne molti ed educarli per il Cielo.
Orologiaio e gioielliere lui e merlettaia lei, erano professionisti stimati e di successo. In particolare Zelie, bravissima nel cosiddetto punto d’Alencon, aveva un atelier e diverse operaie alle sue dipendenze, al punto che il marito a un certo punto cedette la sua attività per collaborare a quella della moglie come agente commerciale.
Una coppia flessibile, diremmo oggi, certamente alle prese con la fatica di conciliare il lavoro con il menage famigliare.
A riguarda Zelia scriveva:
Non sono spinta dal desiderio di accumulare una fortuna. È un lavoro così dolce occuparsi dei propri figlioletti! Se non avessi da fare che quello mi sembra che sarei la più felice delle donne. Ma bisogna bene che il loro padre e io lavoriamo per procurare loro una dote, se no, quando saranno grandi, non saranno contenti di noi.
Se non è una mamma moderna questa….
Tuo marito e vero amico, che ti ama per la vita, così si firmava Louis quando scriveva a Zelie durante i suoi viaggi.
Mentre lei, parlando del marito al fratello scriveva
Io sono sempre felicissima con lui, mi rende la vita molto serena. Mio marito è un sant’uomo, ne auguro uno simile a tutte le donne.
Poche parole per dichiarazioni d’amore totale. La lunghezza di un twitt o di un messaggio whatsapp per dire tutto il senso della vita.
I piccoli imprenditori Martin sono una famiglia agiata, ma molto attenta ai bisogni di domestiche e operaie (“Bisogna che i domestici sentano che li amiamo”, diceva Zelie). Una famiglia generosa, che mette la carità al centro delle loro giornate: visitano i malati porta a porta con le figlie, accolgono nella loro casa le persone bisognose, provvedono a dare cibo e assistenza a chi non ce la fa. Le figlie fin da piccole sono educate a non sprecare niente e a condividere tutto.
Una famiglia aperta, con una vita sociale intensa: frequentano amici e circoli ricreativi, Louis ama andare a pesca, cantare e giocare a dama con le figlie.
Ma la loro non è certamente una vita facile.
Di nove figli, quattro non arrivano alla vita adulta. Pur in una società abituata a fare i conti con lìalta mortalità infantile, possiamo solo immaginare il dolore che accompagnò questi lutti.
Scrive Zelia alla cognata a cui è morto il figlio Paolo alla nascita:
Quando chiudevo gli occhi dei miei cari figlioletti e li mettevo nella bara, provavo un dolore molto grande, ma sempre rassegnato. Non rimpiangevo i dolori e gli affanni sopportati per loro. Molti mi dicevano: “Sarebbe stato molto meglio non averli mai avuti”. Non potevo tollerare questo linguaggio. Non trovo che i miei dolori ed affanni potessero essere commisurati con la felicità eterna dei miei bambini.
La felicità eterna dei bambini prima di tutto: parole da brivido, che rivelano una fede granitica.
In più Zelia era molto preoccupata per Leonia, la terza figlia, che aveva un carattere aspro e difficile, lentezza mentale e difficoltà di autocontrollo. Una figlia che aveva bisogno di un surplus di attenzione da parte dei genitori e uno sforzo pedagogico che Zelia e Louis non mancano mai di fare con amore.
Scriveva Zelia alla cognata
per cambiare questa natura ho fiducia solo in un miracolo. È vero che io non merito miracoli e, tuttavia, spero contro ogni speranza. Più la vedo difficile, più mi persuado che il buon Dio non permetterà che resti così. Pregherò tanto che si lascerà commuovere.
E forse Dio si è davvero commosso. Per Leonia, cresciuta fisicamente e spiritualmente e fattasi religiosa alla Visitazione di Caen, è iniziato il processo di beatificazione, grazie a una devozione popolare e spontanea, che fa accorrere devoti sulla sua tomba nel monastero di Caen dove, dicono, si verificano anche grazie non comuni.
Al centro della vita famigliare c’è la preghiera: la Messa all’alba, la confessione frequente, le adorazioni, la preghiera comune la sera davanti al camino, sulle ginocchia della mamma e del papà.
Dice santa Teresa di suo padre: “Non avevo che da guardarlo per sapere come pregano i santi”.
Particolare attenzione Louis dedica ad osservare il riposo festivo, nonostante le possibilità di guadagno per l’oreficeria fossero rilevanti la domenica, quando i contadini andavano ad Alencon per fare compere. A chi si spazientiva, papà Louis rispondeva “È il giorno del Signore. Messer Iddio è il solo servito”, parafrasando Giovanna d’Arco.
Zelie morì per un cancro al seno nel 1877, a soli 45 anni, dopo un lungo calvario, lasciando le bimbe ancora piccole. La più grande aveva 17 anni, la più piccola, Teresa, solo quattro.
“Queste bambine non sono ancora formate. Se non fosse per questo la morte non mi farebbe paura”. Un pensiero molto umano, profondamente materno, che la portò anche in pellegrinaggio a Lourdes per chiedere la grazia della guarigione.
Come sono umani i santi?
Se il buon Dio mi vuol guarire sarò contentissima perché in fondo desidero vivere: mi costa lasciare mio marito e le mie figliole. Farò tutto il possibile per ottenere il miracolo. Conto sul pellegrinaggio a Lourdes, ma se non sarò guarita cercherò di cantare lo stesso al ritorno.
Louis, dopo la morte della moglie si trasferì a Lisieux insieme alle bambine, per esaudire il desiderio delle figlie di vivere vicine agli zii e ai cuginetti.
Ma anche da questa situazione difficile emerge un aspetto commovente e direi moderno per un papà chiamato anche a rivestire il ruolo di “mammo”: scriveva Teresa
Il cuore così tenero del papà aveva unito, all’amore che già possedeva, un amore veramente materno. Non posso dire quanto amavo mio papà.
Un innamoramento dolcissimo e reciproco, dal momento che il papà chiamava Teresa la mia reginella, mentre lui era il suo re.
Chi ha avuto la fortuna di essere una figlia amata dal papà, può capire benissimo il valore e la bellezza di queste parole.
A Lisieux nascono le vocazioni delle sorelle Martin.
Louis non si oppose mai alle richieste delle sue figlie, anche se il distacco da loro fu sempre umanamente molto difficile:
Ti ho permesso, per la tua felicità, di entrare al Carmelo, ma non credere che non sia senza sacrificio da parte mia, perché ti amo tanto.
Così rispose alla richiesta di Paolina, la prima ad entrare al Carmelo.
La seguiranno Maria, Teresa e Celina, mentre Leonia entrerà alla Visitazione di Caen.
Louis morirà il 29 luglio 1894, affetto da arteriosclerosi e da paralisi.
Teresa, morta nel 1897 e proclamata santa nel 1925, della sua famiglia diceva:
Il Signore mi ha dato due genitori più degni del cielo che della terra.
Ora tutto il mondo sa che aveva ragione.
A portare i coniugi Martin sull’altare una duplice guarigione miracolosa: quella di Pietro nel 2002 a Milano e quella di Carmen nel 2008 a Valencia.
Due bambini sopravvissuti miracolosamente e contro ogni evidenza scientifica dopo le preghiere dei loro genitori agli sposi Martin.
Per chi crede, non un caso.