Non so voi, care M&M, ma io fin da piccola ho sempre guardato all’ira come a un sentimento negativo, patrimonio dei cattivi dei cartoni.
Ricordate per esempio nei cartoni Disney, l’ira del principe Giovanni che si sfoga sul povero Bis? Oppure in chiave femminile: la terribile Crudelia Demon, che schiaffeggia i suoi due scagnozzi nella carica dei 101? E ancora Malefica nella bella addormentata, etc. etc…
Crescendo, alzi la mano chi (se ha almeno 35 anni) ha visto una di quelle telenovelas spagnole o soap opera americane dove il cattivo o la cattiva si infuriavano, con primo piano sullo sguardo diabolico. Il linguaggio cinematografico è pieno di cattivi che si arrabbiano perché non riescono a fare il male che vogliono.
Ecco, non ridete, ma nella vita io questo un po’ me lo sono portato inconsciamente dietro, e l’ho aggiunto al mio bagaglio personale di educazione e di esperienze. In conclusione, io l’ira l’ho sempre evitata, cercando fino allo sfinimento la conciliazione e la mediazione, a volte negando pure le ingiustizie subite.
Con il passare degli anni, la vita mi ha portato a fare i conti con questo sentimento che si è affacciato prima in modo più “silenzioso”, quasi un dialogo interiore che ogni tanto mi trovavo a fare (implosione), poi più manifesto, con nervosismo, irritabilità e sbalzi di umore (esplosione).
Grazie a Dio, un percorso di maturazione integrato nella mia vita di moglie e madre mi ha dato l’opportunità di affrontare questo aspetto fondamentale nella vita di ciascuno e di comprenderlo meglio, proprio grazie al libro (“L’ira” di G. Chapman) che stiamo commentando.
Il dottor Chapman dedica il primo e il secondo capitolo a rispondere a questa domanda:
Qual è l’origine dell’ira?
Secondo l’autore la capacità umana di adirarsi è collegata strettamente alla nostra natura divina.
Riporto da pag. 12:
L’ira deriva da due aspetti della natura di Dio: la santità e l’amore. La Bibbia afferma che Dio è santo (Pt 1,16; Lv 11,44-45), cioè lontano dal peccato. Nella natura di Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo non vi è peccato. Riferendosi a Gesù, il Nuovo Testamento afferma che è stato messo alla prova in tutto come noi, ma non ha commesso peccato (Eb 4,15). Una seconda caratteristica fondamentale della natura di Dio è l’amore. (Gv 4,8) […] L’ira di Dio deriva da queste due caratteristiche divine. Tuttavia la Bibbia indica spesso che Dio sperimenta l’ira. La parola “ira” si trova ben 455 volte nell’Antico Testamento. (…) Il Suo amore ricerca il bene delle Sue creature e la Sua santità si oppone sempre al peccato. Conoscendo gli effetti negativi del peccato sull’uomo, Dio manifesta la sua ira, spinto dal desiderio di equità e giustizia. L’ira è la logica risposta di Dio nei confronti della iniquità e ingiustizia
La Bibbia afferma che noi siamo creati “a immagine e somiglianza di Dio” (Gn 1,27); sebbene questa immagine sia stata deturpata dal peccato dell’uomo essa è ancora presente nell’anima e per questo abbiamo ancora una certa inclinazione al bene e alla giustizia.
Care sorelle CHE NOTIZIA!!!
Per me quasi una rivoluzione copernicana!
Non dobbiamo fuggire questo sentimento o provare sensi di colpa. Esso è in noi per un motivo!
L’ira è un’emozione che nasce quando incontriamo una realtà che consideriamo sbagliata e ingiusta, pertanto non è un male, non fa parte di una natura decaduta; al contrario ha radice nella nostra dimensione divina.
La capacità di adirarci nei nostri vari ambiti di vita, che siano il lavoro, la famiglia, il servizio sociale, … indica la nostra tensione alla giustizia.
L’ira è dunque importantissima; addirittura il dott. Chapman afferma che dobbiamo ringraziare Dio per la nostra capacità di adirarci.
Questo ci porta a un’altra domanda:
Qual è il fine di Dio per l’ira umana?
Ecco: l’ira umana è pensata da Dio per motivarci a intraprendere azioni costruttive di fronte al male o nelle circostanze in cui emerge l’ingiustizia.
Il fine dell’ira è perciò costruttivo: pagine di storia, quali l’abolizione della schiavitù in America e altre battaglie a favore dei diritti umani, sono state scritte proprio grazie all’ira provata da persone che si sono indignate di fronte alle ingiustizie che avevano davanti e hanno combattuto per cambiare lo stato delle cose e rimediare ai danni compiuti.
L’ira di alcune madri che persero i figli in incidenti stradali causati da ubriachi al volante, in America, è divenuta il motore che ha spinto alcune donne a costituire un’associazione, uno strumento per sensibilizzare le coscienze dei giovani, una voce autorevole che spinse chi formulava le leggi a pene più severe per quel reato.
Conoscere le origini dell’ira, scoprire che ha uno scopo voluto da Dio, ci fa andare avanti e ci porta a discernere tra ira costruttiva e ira ingiustificata.
Per fare la volontà di Dio, dobbiamo imparare a riconoscere l’ira costruttiva e a controllarla per poterla utilizzare come vuole Lui. Approfondiremo questo argomento nel prossimo post.
Signore Gesù,
ti ringraziamo per il dono dell’ira,
per il nostro cuore capace di desiderare il bene e di fremere contro le ingiustizie.
Accompagnaci in questo cammino che ci porta alla scoperta degli strumenti che ci hai dato per compiere la Tua volontà.
Così sia.
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