Abbiamo visto nello scorso articolo la differenza tra dialogo (confronto sulle proprie emozioni riguardo ad un evento o circostanza) e discussione (confronto sugli elementi pratici e tecnici della circostanza stessa) e abbiamo detto come sia necessario iniziare dal dialogo per poter poi procedere in una discussione serena che porti a prendere decisioni condivise.
Esprimere le proprie emozioni, per?, non ? sempre facile e non tutti siamo abituati a farlo!
Vediamo insieme, allora, due importanti passaggi che ci aiuteranno a prendere maggiore consapevolezza della nostra capacit? comunicativa per poi, se si desidera, poter fare qualcosa per migliorarla.
Il primo punto ? il seguente: allenarsi a riconoscere PERCHE’ sto comunicando.
Possiamo comunicare con nostro marito essenzialmente per TRE motivi:
1) Sfogo:
TA volte vogliamo solo essere ascoltate e sfogare una serie di cose che teniamo dentro, riferite o non riferite direttamente a nostro marito. E’ un atto naturale per quanto sia importante farne solo un utilizzo occasionale poich? ? un atto molto “egocentrico” nel senso che la persona che si sfoga rimane tendenzialmente concentrata su se stessa e tratta il partner un p? come un “cestino” in cui gettare i propri “rifiuti emozionali”. Come detto, a volte ? umano e necessario avere anche questi momenti…ma ricordandoci che non ? questa la vera comunicazione utile per la coppia.
2) Manipolazione:
A?volte si pu? voler comunicare allo scopo di “convincere” o “ottenere ” qualcosa di specifico dal proprio partner. Si cerca di fare pressione perch? l’altro soddisfi una mia necessit?. Racconto le mie emozioni con il desiderio pi? o meno esplicito che l’altro se ne faccia carico e le soddisfi.
Anche questa ? una modalit? naturale ed ? umano che a volte ci si cada! Eppure, anche in questo caso, ? importante distinguerla dalla vera comunicazione che, come vedremo non ha nulla da pretendere in cambio e non ha la finalit? di usare le emozioni per portare l’altro a fare ci? che voglio.
3) Comunicazione:
La vera comunicazione, in realt?, avviene quando l’unico scopo che si ha ? quello di “condividere”, ovvero di donare all’altro qualcosa di me, qualcosa di importante e prezioso come il racconto di un emozione, di pensieri e di uno stato d’animo in cui mi trovo.
L’altro non viene trattato n? come “cestino della spazzatura” emozionale, n? come qualcuno da cui ottenere qualcosa… l’altro viene eletto, scelto come qualcuno di prezioso a cui affidare qualcosa di noi stesse, senza volere nulla in cambio.
Pu? sembrare strano perch? non siamo abituati a questa definizione della comunicazione ma sono sicura che se guardate alle vostre esperienze passate con vostro marito vi accorgerete della differenza tra quando si comunica davvero e quando invece, lo si fa per sfogarsi o manipolare, anche inconsapevolmente. Poi, come conseguenza, il partner potr? avere desiderio di aiutarci e sostenerci…ma come conseguenza, non come finalit? n? tantomento pretesa.
E’ fondamentale allenarci, perci?, ad essere oneste con noi stesse, a riconoscere quando comunichiamo per sfogarci, per manipolarlo o quando invece, riusciamo a comunicare in modo autentico e accorgerci della differenza che questo fa nella nostra coppia!
E per chi, invece, ha il problema di non riuscire ad esternare le emozioni?
Ecco il secondo punto: sbloccare le emozioni represse
Ci possono essere vari motivi per cui una persona ha imparato a tenere tutto per s? o, addirittura, a sentire di meno le proprie emozioni:
1.?Possiamo aver imparato dalla nostra famiglia di origine che ? meglio non essere troppo espansivi, a stare al proprio posto, a non piangere, ad adattarsi senza lamentarsi….ecc…..
2.?Possiamo interpretare le emozioni in “chiave morale” ovvero etichettare le emozioni come “giuste” o “sbagliate” . Questo ? un equivoco in cui noi cristiani rischiamo spesso di cadere…pensieri come “provare rabbia ? sbagliato” , “essere gelosa ? una cosa cattiva“…ecc…possono portarci a voler reprimere quelle emozioni quando le proviamo e questo, sul lungo, fa solo male.
E’ importante ricordare che la “responsabilit? morale” non riguarda mai un pensiero soggiunto alla mente o un’emozione perch? sono risposte inconsapevoli e automatiche che viviamo di fronte ad alcuni stimoli…la responsabilit? sta sempre nelle azioni che scegliamo di fare in seguito a determinati pensieri o emozioni.
Provare rabbia non ? immorale, scegliere di vendicarsi s?. Provare un attimo di invidia non ? immorale, rimanere tutto il giorno in quello stato meditando come screditare quella persona s?…ecc….
3.?Possiamo avvertire un “conflitto di valori” tra l’immagine che abbiamo di noi e quello che sentiamo. Ad esempio molti uomini non riscono a mostrare le proprie fragilit? perch? questo non collima con la loro idea di forza e coraggio, oppure, per molte donne ammettere di provare rabbia va in contrasto con il loro desiderio di essere semplici e gentili.
Possono esserci tantissimi motivi per i quali, con il tempo, una persona pu? aver imparato a reprimere le proprie emozioni e a far fatica a comunicarle, sia a se stessa, che ad un’altra persona…cosa si pu? fare?
Premesso che un intervento deve essere sempre personalizzato ci sono per?, alcuni esercizi che possono aiutare a prendere confidenza con le proprie emozioni e a comunicarle. Ne vediamo uno.
Munirsi di un piccolo taccuino da portare sempre con s? in borsa e, in determinati momenti della giornata ( per esempio ogni tre ore: alle 9, alle 12, alle 15, alle 18 e alle 21) fermarsi un attimo e scrivere come ci si sente in quel momento, dando un nome al proprio stato d’animo.
Alla fine della giornata prendere qualche minuto per raccontare al proprio partner uno di questi momenti, il pi? semplice da riuscire a comunicare senza che lui debba rispondere o dire qualcosa ma solo accogliere il vostro racconto.