In questi giorni le disposizioni per il contenimento del Coronavirus hanno fatto sì che molti italiani non potessero partecipare alla celebrazione Eucaristica. Un incontro che è venuto a mancare, e ha suscitato una profonda nostalgia, ci ha resi più consapevoli di ciò che, spesso, diamo per scontato.
Nostalgia, come di una persona che non si incontra, che manca, che si allontana. Perché l’Eucaristia è un incontro tra noi e Cristo, presente realmente nelle specie del pane e del vino.
Nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo.
CCC, 1324
Nell’Eucaristia è il Signore Gesù crocifisso e risorto che si fa realmente presente. Mai come nei giorni attuali, questa profonda verità su cui si gioca la fede della Chiesa cattolica è diventata chiara e immediata anche a ciascuno di noi.
Gesù nell’Eucaristia dà non qualche cosa di sé: Egli offre tutto se stesso, offre il suo corpo e versa il suo sangue. L’Eucaristia è un incontro reale.
E come ogni incontro, come ogni relazione che viviamo nella nostra vita, l’Eucaristia si fonda su una reciprocità di azioni. Certo, parlare di reciprocità stona un po’, di fronte all’immensità del dono di Dio che sempre precede la nostra iniziativa, ma se ci pensiamo la stessa celebrazione eucaristica – come ogni Sacramento – è un intreccio di azioni umane e divine, entrambe indispensabili.
Quali sono le “azioni” che compie il Signore nell’Eucaristia? E quali invece siamo chiamati a compiere noi?
Cosa “fa” l’Eucaristia?
• CI UNISCE A GESÙ (CCC, 1391)
Gesù dice:
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Gv 6,56
Questo è il frutto principale della comunione: l’unione intima con Cristo Gesù. Fare la Comunione significa che Gesù viene ad abitare in noi e noi lo possiamo sentire più vicino che mai.
• CI RENDE PIÙ SIMILI A GESÙ
Quello che mangiamo diventa la sostanza della nostra vita. Tempo fa il mio parroco in un’omelia aveva citato questo antico detto: “Chi mangia Gesù diventa Gesù”. E’ così: unendoci nel profondo a Cristo riceviamo la forza e la capacità di fare come Lui, di amare come Lui, di sacrificarci per gli altri come Lui, di offrire la nostra vita come Lui.
• CI SEPARA DAL PECCATO (CCC, 1393)
L’Eucaristia purifica. In particolare, cancella i peccati veniali.
Se è vero che l’incontro con Cristo Eucaristia necessita che siamo confessati, per essere pronti e preparati a riceverlo in noi, è anche vero che nel momento in cui lo riceviamo, Lui stesso ci purifica.
• CI AIUTA A NON COMPIERE PECCATI MORTALI (CCC, 1395)
Non solo l’Eucaristia ci purifica dai peccati veniali che abbiamo già commesso, ma ci aiuta a non compierne più in futuro. In particolare ci dà la forza per non compiere i peccati mortali.
Quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci è difficile separarci da lui con il peccato mortale.
CCC, 1395
• CI SOSTIENE E CI DONA FORZA PER AFFRONTARE LA VITA (CCC, 1392)
L’Eucaristia è cibo per la nostra anima, ci dà la forza di cui abbiamo bisogno per vivere la nostra vita cristiana.
• CI FA DESIDERARE LA VITA ETERNA (CCC, 1419)
L’Eucaristia è pegno della gloria futura che ci riempie l’anima di grazia (CCC, 1402) e ci fa sperimentare un pezzetto di paradiso, per questo incontrare Gesù nell’Eucaristia ci suscita il desiderio di stare ancora con Lui e di incontrarlo nel Suo Regno, nella vita eterna.
• CI UNISCE AL SUO CORPO, CIOÈ ALLA CHIESA (CCC, 1396)
Se fare la comunione ci unisce strettamente a Cristo, siamo anche uniti tutti nel suo corpo: la Chiesa. E, di conseguenza, ci impegna a riconoscere Cristo nei nostri fratelli e a sperimentare l’unità tra i cristiani. Fare la comunione ci aiuta a vivere in comunione.
• CI UNISCE ALLA CHIESA DEL CIELO (CCC, 1419)
Nella Santa Messa, Maria, i santi e gli angeli del Cielo partecipano con noi al Santo Sacrificio. L’Eucaristia ci unisce a tutti i santi e ci fa entrare in comunione con la Chiesa del Cielo.
Cosa “facciamo” noi?
Di fronte a questa sovrabbondanza di doni, come rispondiamo? Compiendo una scelta.
Già il primo annuncio dell’Eucaristia, narrato nel sesto capitolo del Vangelo di Giovanni, aveva sorpreso e scandalizzato i discepoli: “Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?”.
L’Eucaristia e la croce sono pietre d’inciampo.
CCC, 1336
Ancora oggi Gesù ci chiede “Forse anche voi volete andarvene?”. L’Eucaristia ci mette di fronte a una scelta. Come nel giorno della morte di Gesù: tutte le persone sotto la croce osservavano lo stesso estremo sacrificio, ma ognuno scegliendo che cosa vedere. Sotto la croce c’era chi derideva e chi pregava. Chi lo insultava e chi si affidava a Lui. Chi vedeva un bestemmiatore giustamente punito e chi, invece, il Figlio di Dio.
Oggi, di fronte al memoriale dello stesso Santo Sacrificio, anche noi possiamo scegliere: che cosa vediamo guardano all’Eucaristia? Crediamo che Lui è il Cristo? Crediamo che il Signore Gesù è lì che ci aspetta, realmente presente, e attende che noi, come il discepolo prediletto durante l’ultima cena, appoggiamo il nostro capo al suo cuore, entriamo in una profonda intimità con Lui, accogliamo la Sua presenza in noi?
Gesù ha desiderio di noi, ci attende. E noi, abbiamo veramente desiderio di Lui? C’è dentro di noi la spinta ad incontrarlo? Bramiamo la sua vicinanza, il diventare una cosa sola con Lui, di cui Egli ci fa dono nella santa Eucaristia?
Benedetto XVI
Avete letto il commento agli articoli 1322-1419 del Catechismo della Chiesa Cattolica.