Continuano i guestpost di Elena Adorni, sul tema della preghiera del cuore.
All’interno del primo racconto, il Pellegrino incontra la preghiera del cuore come metodo pratico per pregare incessantemente.
Questo desiderio era diventato per lui un imperativo, dopo averne letto nella Sacra Scrittura.
Il Pellegrino, con l’aiuto di uno starec, si avventura lungo il sentiero che lo condurrà a pregare costantemente, nel profondo del suo essere.
Ora, alle soglie dell’inverno, il Pellegrino sente l’esigenza di trovare un luogo dove coltivare il silenzio, la solitudine, avere la possibilità di leggere scritti spirituali e mantenersi fedele all’orazione. Gli viene offerto un umile rifugio, dove trascorrerà i mesi più rigidi dell’anno.
In questo scritto, vorrei parlare di questi elementi.
- IL SILENZIO
Si tratta di una condizione imprescindibile nella pratica contemplativa tuttavia, al di fuori di un monastero, può essere difficile viverlo sempre al meglio.
Possiamo essere immerse nei suoni e nei rumori della quotidianità mantenendo il silenzio interiore. Come?
Attraverso la preghiera, primariamente.
Spesso, il nostro “rumore interiore” ha a che fare con le preoccupazioni per il presente e il futuro, unitamente a problematiche passate.
La preghiera diventa uno strumento indispensabile per fare ciò che -da sole- potremmo trovare difficile: abbassare il volume del “rumore interiore”.
Praticamente, come facciamo? Possiamo iniziare ritagliandoci un po’ di tempo per la preghiera -anche poco, purchè di qualità-.
Possiamo ripetere o la preghiera del Cuore (Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore) oppure la seguente orazione (Nelle Tue mani, Signore, è la mia vita).
Mettiamoci, anche per pochi minuti, alla Sua Presenza. Pregando con fede, i frutti non mancheranno.
- LA SOLITUDINE
Anche in questo caso, parliamo della solitudine interiore necessaria per coltivare una dimensione monastica e contemplativa.
Procede di pari passo con il silenzio.
Laddove possibile, un ritiro nei tempi forti dell’Anno Liturgico (Avvento e Quaresima) può essere ottimo per vivere più profondamente entrambe le dimensioni, coerentemente con le necessità della vocazione matrimoniale.
- LEGGERE SCRITTI SPIRITUALI
All’interno del testo, osserviamo come il Pellegrino sia stato guidato dal proprio starec nella lettura di un testo spirituale, la Filocalia.
A mia volta, credo che l’aiuto di un Direttore Spirituale possa essere prezioso per stabilire il nutrimento spirituale più adatto a noi.
- LA FEDELTA’ ALLA PREGHIERA
Nel primo scritto, ho introdotto la pratica della preghiera del cuore : può essere un valido strumento per vivere costantemente alla presenza di Dio.
Spesso, il tempo è tiranno e nel corso della giornata il tempo da dedicare alla preghiera può essere quantitativamente poco: nessun problema, partiamo da lì.
Il cammino di preghiera cresce ed evolve con noi! L’aspetto più importante è la fedeltà : 50, 100 orazioni…sono un punto di partenza.
Lasciamoci sorprendere dalla Grazia!
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