L?itinerario di oggi, che ci porter? al Santuario di San Romedio, prende l?avvio da Trento, capoluogo del Trentino e importante punto di riferimento culturale-artistico della zona.
Situato lungo le rive del fiume Adige, secondo la tradizione il suo nome deriva da Tridentum, per i tre colli che circondano la citt? (Doss Trent-Monte Verruca, Dosso Sant?Agata e Dosso San Rocco); per? pare che il toponimo Trento sia antecedente all?epoca romana e che derivi da trent, una parola retica che significa triforcazione, riferita probabilmente ai tre corsi d?acqua (Adige, Fersina e Sal?) che formano una triforcazione a sud della citt?.
Dal 1545 al 1563 ? sede del famoso XIX Concilio Ecumenico, convocato per far fronte alla riforma protestante avviata da Martin Lutero. Tutte le sessioni del Concilio furono tenute nel Duomo (Cattedrale di San Vigilio), che si affaccia sull?ampia piazza omonima, fulcro del centro storico di Trento.
Edificata in stile romanico nel 1200 da maestranze comacine, su iniziativa del vescovo Federico Vanga, come citato da una lapide del 1212 che si trova alla base dell?abside, sorge su una preesistente basilica dedicata a San Vigilio, patrono della citt?. L?edificio ? ingentilito da numerosi archetti e dal rosone detto Ruota della fortuna per il motivo iconografico rappresentato, tipico dell?arte medievale. L?interno della Cattedrale, a croce latina con volta a crociera, ? diviso in tre navate da pilastri slanciati, e si avvicina allo stile gotico; nella Cappella del Crocifisso si pu? ammirare il crocifisso ligneo davanti a cui furono promulgati i decreti del Concilio Tridentino. Interessante la cripta, dove sono presenti resti della basilica del VI secolo e successive fondazioni.
Sulla piazza, impreziosita dalla Fontana del Nettuno, oltre al Duomo, si affacciano le facciate di pregevoli edifici medievali, come le Case Cazuffi-Rella (affrescate in occasione della visita di Ferdinando I d?Austria nel 1535), e Casa Balduini.
Da vedere anche la duecentesca Torre Civica, inserita un tempo nella cinta muraria della citt? romana e il Palazzo Pretorio, abbellito da bifore, trifore e merli a coda di rondine, attualmente sede del Museo Diocesano Tridentino.
Numerosi sono i palazzi quattrocenteschi e seicenteschi, con facciate ornate da affreschi e bifore, unitamente a chiese antiche che si possono ammirare passeggiando per la citt?; ci limitiamo a ricordare, tra i monumenti pi? significativi di Trento, il Castello del Buonconsiglio, costruito a partire dal tredicesimo secolo, sede per 500 anni dei principi vescovi di Trento; all?interno della sua cerchia muraria si trovano la Torre Grande e la Torre Aquila (che conserva un interessante Ciclo dei Mesi quattrocentesco), il Castelvecchio, la struttura pi? antica, risalente al XIII secolo e rimaneggiato nel 1400 in stile gotico-veneziano e il Magno Palazzo. Attualmente il Castello del Buonconsiglio ospita il Museo provinciale.
Dirigendoci a nord, ci inoltriamo nella Val di Non, tra i filari e i profumi delle mele, tipiche di questa zona. Panorami di montagne dolci e verdi sentieri ci accompagnano verso la seconda tappa di quest?itinerario, Castel Thun.
Situato in prossimit? del paese di Vigo di Ton, in una posizione panoramica, fu edificato dalla nobile famiglia Thun, una delle pi? potenti famiglie feudali della regione, nel XIII secolo, e rappresenta un esempio dell?architettura civile e militare tipica dei castelli del Trentino; attualmente appartiene alla Provincia autonoma di Trento.
E? una costruzione austera ma non dura, e si staglia sulla cima di una collina che si affaccia sulla valle; circondato da una fortificazione che si articola in mura, torrioni, bastioni, e camminamenti di ronda, si apre ai visitatori attraverso un ponte levatoio, che introduce in un mondo passato fatto di storia e di cimeli. Nel Palazzo Baronale la stanza pi? interessante e particolare ? la Stanza del Vescovo, rivestita di legno di cirmolo che, dopo 500 anni, ancora profuma l?ambiente col suo tipico sentore.
Bellissima anche la cappella, dedicata a San Giorgio, che conserva un particolare ciclo di affreschi di scuola tedesca del XVI secolo.
L?affascinante raccolta di arredi, quadri, porcellane e le collezioni di armi rendono Castel Thun particolarmente frequentato; in questo luogo la bellezza della natura fa da splendida cornice alla bellezza delle opere d?arte esposte in questo antico maniero perfettamente conservato.
Dirigiamoci ora alla meta del nostro itinerario, il Santuario di San Romedio, situato a pochi chilometri dal centro di Sanzeno. Il santuario sorge su una roccia alta 90 metri ed ? costituito da cinque chiese e cappelle, collegate tra loro da una scala di 131 scalini. Questa struttura costituisce un insieme quasi fiabesco, immersa com?? in uno scenario naturale ancora intatto; si narra che le prime chiesette furono costruite con le pietre trasportate dai primi pellegrini, e possono essere definite i primi ex voto della storia.
Il modo pi? suggestivo di arrivare al santuario ? con una passeggiata di 2,5 chilometri, facile da affrontare e adatta anche a bambini ed anziani; il sentiero segue il percorso di un antico canale di irrigazione ottocentesco che parte dal Museo Retico di Sanzeno e arriva nei pressi della VIII stazione della Via Crucis marmorea.
Le cinque chiese che costituiscono il complesso del santuario sono:
la Chiesa Antica col Sacello, dove si trovano le spoglie del santo; la Chiesa di San Giorgio del 1487; la Chiesa di San Michele del 1514; la Chiesa maggiore di San Romedio del 1536; la Cappella dell?Addolorata, sorta come ex voto dei reduci della prima guerra mondiale.
San Romedio nacque nel IV secolo da una nobile e ricca famiglia bavarese (bench? alcune tradizioni retrodatino la sua vita all?incirca al 1100); a seguito di un pellegrinaggio a Roma scelse una vita ritirata e di penitenza, don? le sue ricchezze alla chiesa e la sua vita a Dio, adattandosi a vivere in una grotta dove ora sorge il santuario. Alla sua morte, venne scavata una tomba nella roccia, ed essa divent? fin da subito meta di pellegrinaggi. Il culto inizi? ad aumentare nel VIII secolo, con la costruzione di una cappella pi? grande della precedente, eretta sulla tomba. Verso la fine del primo millennio era gi? presente una confraternita che si occupava di mantenere efficiente il santuario, che nel corso dei secoli si ingrand? sempre di pi?.
Una leggenda particolare viene collegata al culto di San Romedio. Si tramanda che un giorno, dovendo recarsi a Trento per un ultimo saluto al vescovo Vigilio, Romedio chiese ad un suo discepolo che venisse sellato un cavallo; il discepolo torn? poco tempo dopo, riferendo che un orso stava sbranando il cavallo. Romedio, deciso ad andare a Trento, disse di sellare l?orso; allora il discepolo, spaventato ma fiducioso, imbrigli? l?orso che si fece sellare docilmente, permettendo cos? a Romedio di arrivare a Trento. In ricordo dell?episodio, rappresentato anche da una statua lignea situata accanto ad un arco trionfale all?ingresso, nel 1958 fu donato al santuario un orso di nome Charlie, e fu adibita un?area faunistica che ha sempre ospitato orsi destinati a tristi sorti.
Nel tuo nome, o Dio,
il tuo servo Romedio si ? fatto eremita
consacrandosi alla vita celeste;
concedi benigno anche a noi
di seguirlo nella via della penitenza,
per avere parte nella comunit? dei tuoi santi.
Per il nostro Signore.