Il nostro percorso quaresimale #aTeSolo, ci porta a sperimentare nella nostra vita la sobrietà e l’essenzialità, sulle orme di San Francesco.
Iniziamo questo cammino ammirando l’affresco in cui Giotto ritrae il Santo che sceglie la povertà, abbandonando ogni ricchezza e ogni sicurezza terrena. Questa sua scelta di vita è stata da subito simboleggiata con l’immagine del matrimonio: Francesco ha sposato la povertà.
L’affresco fa parte della serie delle “allegorie francescane”: gli affreschi della volta a crociera sopra l’altare maggiore della Basilica inferiore di Assisi.
Dante Alighieri, che dedica un canto del Paradiso a San Francesco, scrive:
Chè per tal donna, giovinetto, in guerra
del padre corse, a cui, come alla morte,
la porta del piacer nessun disserra;e dinanzi alla sua spirital corte
et coram patre le si fece unito;
poscia di dì in dì l’amo più forte.
Giovinetto fece guerra (litigò) con suo padre per quella “donna” a cui nessuno apre la porta del piacere, cioè che nessuno cerca volontariamente, proprio come la morte. E davanti all’autorità spirituale (il vescovo) e al padre, si unì a lei, la sposò; e poi di giorno in giorno l’amò sempre più forte.
Nel dipinto, su un terreno roccioso, in mezzo a un groviglio di spine si vede la figura scarna della povertà, che indossa un abito stracciato e cinto da una corda. Il suo viso serio, dai tratti anziani, reca le tracce di sofferenze e privazioni.
Mentre Cristo tende a Francesco il braccio della sua fidanzata, lui avanza amorevolmente e le mette l’anello.
Intorno vediamo invece il trattamento che il resto del modo riserva alla povertà: nessuno la vuole, è indesiderata e odiata. Al centro in basso, infatti, vediamo un cane che abbaia contro di lei e un giovane che alza il braccio destro per lanciarle un sasso mentre un altro brandisce un bastone contro di lei.
Il paragone del matrimonio, a noi che siamo M&M, richiama significati molto intensi: Francesco sceglie liberamente e volontariamente la povertà, si unisce a lei in un vincolo eterno, un legame indissolubile.
E in questo legame, proprio come nel nostro matrimonio sacramentale, è Dio che si rende presente, è Lui il senso della scelta. Scegliendo e amando Dio, Francesco sceglie di amare la povertà.
Nel tempo di Quaresima, la Chiesa ci propone di compiere delle rinunce, per convertire il nostro cuore e la nostra vita.
San Francesco ci invita a fare in questa Quaresima una scelta di povertà con la sua stessa determinazione e motivazione.
Il Signore certo non ci chiede di abbandonare tutto, ma su imitazione di San Francesco, proviamo a vivere una rinuncia quaresimale con uno spirito nuovo: non come una privazione, bensì come un atto d’amore.
Con la stessa sua letizia, rinunciamo ad un capriccio, scegliamo deliberatamente di abbandonare un’abitudine non essenziale della nostra vita.
Qual è il vostro atto d’amore? Il vostro sì alla povertà? Unievi al nostro gruppo Facebook, e partecipate al cammino quaresimale usando l’hashtag #aTeSolo