Elena Adorni, giovane artigiana di La corda da preghiera, ci introduce alla realtà della preghiera del cuore.
Qualche anno fa, in uno dei rari momenti di relax trascorsi in libreria, mi capitò tra le mani un libro di dimensioni modeste, “I Racconti di un Pellegrino Russo”.
Gli diedi una sfogliata molto veloce, decisa a leggermelo con calma durante il viaggio in treno che mi attendeva per tornare a casa.
Così, appena preso posto, mi misi a leggere l’introduzione: in breve mi resi conto di avera tra le mani uno strumento davvero prezioso, un dono del tutto inatteso quanto sperato.
“I Racconti di un Pellegrino Russo” sono, a tutti gli effetti, un sentiero fondamentale per chi desidera apprendere l’arte della Preghiera Esicastica (o Preghiera del cuore o Preghiera incessante), una forma contemplativa di Orazione.
Perché ne parlo come di un “dono”? Perché da tempo desideravo affrontare un cammino di crescita nella preghiera, cercando – in modo particolare – un modo per pregare includendo nella preghiera tutto ciò che caratterizzava la mia quotidianità: gli affetti, lo studio ed il lavoro.
Mi riconobbi quasi subito nel tratto che caratterizza il Pellegrino all’interno del Primo Racconto : il desiderio ardente di apprendere qualcosa in più circa questa preghiera – e l’annessa difficoltà di trovare qualcuno che la conoscesse bene al punto da poterla insegnare-.
Mi misi a leggere, camminando col Pellegrino.
Il Primo Racconto costituì -per certi aspetti- un primo “Manuale del giovane Esicasta”: la naturale fretta di imparare, divorando le nozioni e -verosimilmente- perdendo qualcosa lungo il cammino si ridimensionò quasi subito, nel momento in cui lo starec (maestro) del Pellegrino disse che si trattava di una Vocazione, di un Cammino e di un Dono.
Come ogni cammino, necessita di un primo equipaggiamento e di una “prima tappa”.
Si parte leggeri: è sufficiente un Rosario (il Rosario per la Preghiera Esicastica è un po’ diverso da quello Mariano -che è comunque un ottimo strumento per iniziare- : conta solitamente 100 nodi suddivisi ogni 25).
Nel testo in questione non viene ancora descritto, ma desidero anticiparvi qualcosa : si tratta di un rosario in lana, realizzato in preghiera. La lana è funzionale al mantenimento del più totale silenzio sia durante la realizzazione che durante la preghiera.
Solitamente, conta 100 nodi; è uno dei formati più comodi nell’ottica di portarlo sempre con sé. Altri Rosari appositi per la stessa forma di Preghiera ne contano 150, 300 oppure 500.
A questo punto diventa importante conoscere il testo della Preghiera:
“Gesù, Figlio del Dio Vivo, Abbi pietà di me peccatore”.
[é possibile trovare l’invocazione del Nome di Gesù espressa con altre parole, pur trattandosi di piccole variazioni che non ne alterano il contenuto profondo e salvifico!]
Dicevamo…la prima tappa : 3000 invocazioni (ossia, 30 giri del Rosario Esicastico). Magari, questo primo obiettivo può sembrare molto ambizioso e/o irraggiungibile…il mio consiglio è quello di provare oppure di consultarsi con un Esicasta esperto, che possa essere d’aiuto nel raggiungere questo numero di orazioni.
Una volta interiorizzata la preghiera e superati i primi scogli, essa stessa comincia a sgorgare liberamente e con forza, divenendo il fertile terreno su cui muovere “il secondo passo”.
Ora, infatti, siamo in grado di pregare l’Orazione 6000 volte (60 giri del Rosario Esicastico).
Da un punto di vista matematico…questi numeri potrebbero sembrare grandi: non preoccupatevi, continuate con fede!
Per ora, non dirò nulla del “terzo passo”, vorrei lo incontraste direttamente dalle parole dello Starec riportate nel testo, sperimentando la stessa gratitudine che ho provato io nel leggere questo Primo Racconto.
Prima di congedarvi, provo a dare alcuni suggerimenti di natura pratica: quando, come e dove pregare.
Quando?
Personalmente trovo positivo iniziare a praticare questa preghiera all’inizio della giornata e alla fine, come modo molto semplice per offrire la giornata al Signore.
Se la sera è un momento più tranquillo rispetto al mattino, è possibile rendere questo momento di preghiera più lungo (10 giri del Rosario Esicastico alla mattina e 20 la sera).
All’inizio, il silenzio e la pace sperimentati nel corso della preghiera mi hanno indotto a rendere più silenziosa e monastica la quotidianità, suddividendo la prima tappa in 10 giri del Rosario alla mattina, 10 nel pomeriggio e 10 la sera. Mi rendo conto che ciò possa non essere sempre possibile per tutte, l’importante è riuscire a ritagliarsi il tempo necessario per l’Orazione!
Come?
Non è necessario pronunciare ad alta voce questa preghiera, è sufficiente farlo a bassa voce e lentamente, gustandone profondamente il senso.
Con la pratica, le parole diventeranno solo una componente all’interno di un’esperienza spirituale che coinvolge la profondità della persona nella sua relazione con Dio.
Dove?
Un luogo silenzioso può rivelarsi ideale per iniziare. Se possibile, una piccola chiesa sarebbe ottimale.
Una seconda possibilità è quella di ritagliarsi uno spazio apposito per la preghiera in casa: sono sufficienti una mensola su cui posare un’icona, una candela e l’occorrente per bruciare l’incenso.
La pratica della preghiera Esicastica condurrà in modo abbastanza naturale ad organizzare una “cella interiore”: uno spazio in cui, anche in mezzo al traffico cittadino, potremmo raccoglierci in preghiera e dimorare alla Sua presenza, rendendo feconda anche la preghiera svolta in contesti “non ottimali”!!!
Buona preghiera!
Al prossimo post, sul Secondo Racconto e altre piccole strategie per pregare al meglio.
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