L’estate è ufficilamente iniziata!
Qual è l’effetto-vacanza sulla vostra famiglia???
Don Bosco chiamava l’estate “vendemmia del diavolo“, convinto che durante le vacanze i suoi giovani dell’Oratorio fossero più soggetti a tentazioni e peccati.
Nelle sue “Memorie bibliografiche“, scrive:
Io mi trovava in un luogo ove non potei conoscere quale regione fosse, ma era vicino ad un paese nel quale estendevasi un giardino, e vicino a questo giardino un vastissimo prato. Era in compagnia di alcuni amici che mi invitarono ad entrare nel giardino. Entro e vedo una gran quantità di agnellini che saltavano, correvano, facevano capriole secondo il loro costume. Quando ecco si apre una porta che mette nel prato e quegli agnellini corrono fuori per andare a pascolare.
– Voglio vedere che cosa fanno questi agnellini di fuori, – io dissi. Andammo nel prato e li vedemmo pascolare tranquillamente. Ed ecco quasi subito s’oscura il cielo, seguono lampi e tuoni e si approssima un temporale.
– Che cosa sarà di questi agnellini, se prendono la tempesta? andava io dicendo. Ritiriamoli in salvo. – E li andava chiamando. Poi io da una parte e quei miei compagni sparsi in diversi punti, cercavamo di spingerli verso l’uscio del giardino. Sennonchè essi non volevano saperne di entrare; caccia di qua, scappa di là, eh sì! gli agnellini avevano le gambe migliori delle nostre. Frattanto incominciarono a cadere spesse gocciole, poi veniva la pioggia ed io non riusciva a poter raccogliere quel gregge. Una o due pecorelle entrarono bensì nel giardino, ma tutte le altre, ed erano in gran quantità, continuarono a star nel prato. – Ebbene, io dissi, se non vogliono venire, peggio per loro! Intanto noi ritiriamoci – E andammo nel giardino.
Io andava chiedendo agli amici. – Che cosa sarà mai dei poveretti che stanno fuori? –
Non poteva più trattenermi e volli uscire per vedere che cosa facessero quei poveri agnelli che erano rimasti fuori; ed ho vedute quelle povere bestiole, stramazzate a terra, che muovendo le zampe cercavano di alzarsi e venire verso il giardino: ma non potevano camminare. Apersi l’uscio, alzai la voce; ma i loro sforzi erano inutili. La pioggia e la grandine le aveva così malconce e continuava a maltrattarle, che facevano pietà: una veniva percossa sulla testa, un’altra sulla mascella, questa in un occhio, quella in una zampa, altre in altre parti del corpo.
Dopo alcun tempo era cessata la tempesta. – Osserva, mi disse quegli che mi stava a fianco; osserva sulla fronte di questi agnelli.
Osservai e lessi in ciascuna fronte il nome di un giovane dell’Oratorio. – Mah! diss’io; conosco il giovane che ha questo nome e non mi pare un agnellino.
– Vedrai, vedrai, mi fu risposto. – Quindi mi venne presentato un vaso d’oro con un coperchio d’argento, dicendomi: – Tocca con la tua mano intinta di questo unguento le ferite di queste bestiuole e subito subito guariranno.
Ne raggiunsi una che, poverina, aveva gli occhi fuori delle orbite, e così malconci che metteva compassione. Io glieli toccai colla mano ed essa guarì e saltellando se ne andò nel giardino.
Allora molte altre pecorelle, visto ciò, si lasciarono toccare e guarire ed entrarono nel giardino.
Io riposi l’aureo vaso là dove prima era e ritornai al giardino. Questo erasi tutto mutato e vi lessi sull’ingresso: Oratorio.
– Guarda! Vedi quello stendardo? – mi disse un amico.
Mi volsi e vidi sventolare un grande stendardo e vi si leggeva sopra a grossi caratteri questa parola: Vacanze. – Sì, lo vedo, risposi.
– Ecco, questo è l’effetto delle vacanze, mi spiegò uno che mi accompagnava, essendo io fuori di me pel dolore di quello spettacolo. I tuoi giovani escono dall’Oratorio per andare in vacanza, con buona volontà di pascolarsi della parola di Dio e di conservarsi buoni: ma poi sopravviene il temporale, che sono le tentazioni; poi la pioggia, che sono gli assalti del demonio; quindi cade la grandine ed è quando i miseri cadono nella colpa. Alcuni risanano ancora con la confessione, ma altri non usano bene di questo sacramento, o non ne usano punto. Abbilo a mente e non stancarti mai di ripeterlo ai tuoi giovani, che le vacanze sono una gran tempesta per le loro anime.
Si tratta di un sogno e una attualizzazione che Don Bosco riservava ai suoi giovani, ma quanto spesso queste parole possono essere vere anche per noi adulti e sposi.
Perchè con l’inizio dell’estate, le attività pastorali o parrocchiali si mettono in pausa, i figli sono a casa da scuola e aumentano quindi, per alcuni versi, le difficoltà di gestione della famiglia. Anche il caldo poi, non aiuta a coltivare l’abitudine alla frequenza della Santa Messa e dei sacramenti.
Come fare quindi per rendere anche le vacanze un tempo di rinascita spirituale?
Ecco alcuni suggerimenti:
PREGHIERA QUOTIDIANA
- Datevi una routine di preghiera, per esempio alzandovi un po’ prima del solito ed utilizzando quel tempo per un po’ di silenzio, per recitare le lodi o leggere le letture del giorno.
- Inaugurate un prayer journal, su cui scrivere, disegnare, appuntare ciò che il Signore vi suggerisce nella preghiera, quasi in un dialogo con Lui.
- Se avete figli, coinvolgeteli in una abitudine di preghiera, fissando un obiettivo con loro, da raggiungere entro la fine dell’estate (ad esempio recitare una decina del rosario ogni giorno, leggere un intero libro della Bibbia…).
SACRAMENTI
- Se vi risulta difficile, durante l’estate, mantenere fisso l’appuntamento con la Messa domenicale, potrebbe essere un’idea quella di approfittare di questo tempo per visitare, per la Santa Messa, altre chiese o santuari, unendo così una gita fuori porta, oppure parrocchie in cui incontrare sacerdoti amici che non incontrate da un po’!
- Fissate alcuni appuntamenti con il sacramento della Confessione e/o con il vostro padre spirituale (che come minimo sarà in vacanza anche lui, ma magari si riuscirà ad incrociarsi, prima o poi, no?!).
TEMPO DI VACANZA
- Prendete in considerazione l’idea di una vacanza spirituale. Molti movimenti o associazioni ecclesiastiche organizzano vacanze spirituali per famiglie, nelle quali si uniscono momenti di preghiera e svago.
- Se invece lo preferite potete anche auto-organizzarvi un weekend in un monastero che offra ospitalità, per regalarvi un momento di quiete e di silenzio.
- Un’alternativa è quella di organizzare una visita ad un santuario che si trova vicino al luogo dove vi recherete in villeggiatura, per unire alla vacanza una sorta di breve pellegrinaggio familiare.
Che ne dite? Altri suggerimenti? Vuoi raccontarci la tua estate?
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