“Possiamo essere in Paradiso con Dio gi? adesso, se amiamo come Egli ci ama”
Santa Madre Teresa di Calcutta
Impariamo ad amare?come Egli ci ama, studiando insieme le parole dell’Inno alla Carit?,
il nostro?Manuale d’uso per un matrimonio da Dio!
La prima cosa che dovremmo cercare di capire, quando apriamo la Bibbia e ne leggiamo una parte, ? dove si trova?questo testo che stiamo affrontando.
L’Inno alla Carit? si trova all’interno della Prima Lettera ai Corinti, scritta da San Paolo.
Quella di Corinto ? una comunit? giovane, che proviene dal paganesimo, a cui Paolo scrive in occasione di alcuni problemi e domande legati alla vita di comunit?.
E’ importante ricordare che le lettere di Paolo sono?scritti occasionali. L’apostolo non scrive saggi o trattati, scrive?lettere! Destinate a persone reali, suscitate da motivazioni contingenti, legate a situazioni concrete.
E qual ? la situazione concreta che si trova ad affrontare la comunit? di Corinto?
Nei capitoli in cui troviamo l’Inno alla Carit?, Paolo affronta il tema della?celebrazione comunitaria, che risente di alcune questioni e problematiche: le divisioni e le fazioni all’interno della comunit? e l’apprezzamento dei doni spirituali pi? “spettacolari”.
Ecco che Paolo, di fronte a queste concrete fatiche, richiama l’attenzione dei cristiani su tre punti:
- l’unit? in Cristo
- la?supremazia della Carit?
- la?necessit? di edificare la comunit?
Tante volte abbiamo letto le parole di San Paolo, ma oggi vorrei provare a farlo con gli occhi di una?moglie, perch? san Paolo, attraverso le parole rivolte alla comunit? di Corinto, parla anche a me, oggi.
Quante volte, infatti, nelle?nostre?famiglie sperimentiamo le stesse divisioni di cui parla san Paolo. Quante volte ci scontriamo, ci sentiamo lontane, ci sentiamo sole. Quante volte pensiamo che?quell’una caro?che il Sacramento ci ha reso sia solo un’utopia.
Eppure, oggi la Parola ce lo dice chiaramente, l’unit? tra i cristiani, tra noi due, marito e moglie, ? possibile, ? realmente possibile! Ed ha il suo fondamento e il suo sostegno nell’unit? della Trinit?:
Vi sono poi diversit? di carismi, ma uno solo ? lo Spirito;
vi sono diversit? di ministeri, ma uno solo ? il Signore;
vi sono diversit? di operazioni, ma uno solo ? Dio, che opera tutto in tutti.
1Cor 12,4-6
Ed ? in forza di questa unit? che ci viene chiesto di essere una cosa sola. Non con le nostre forze, con le nostre misere capacit?.
Mentre riflettevo su questo “essere uno”, mi ? tornato alla mente un brano del Vangelo di Giovanni, che amo particolarmente e che abbiamo scelto anche come vangelo del nostro matrimonio:
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perch? siano come noi una cosa sola.?Io in loro e tu in me, perch? siano perfetti nell’unit? e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
Gv 17,22-23
Questo testo mi da’ sempre tanta pace. Perch? ? vero che siamo chiamati all’unit? (cosa decisamente difficile…come possiamo essere una cosa sola con chi ? cos? tanto diverso? Con chi dimentica sistematicamente le scarpe sul pianerottolo? Con chi non apprezza mai i miei sforzi, ma mi fa notare ogni mio errore? Con chi continuamente mi?fa notare quanti chili ho preso? …e la lista sarebbe ancora lunga!), ma questa unit? non risiede semplicemente sulle mie forze. Il garante ? Ges?.
Ges?, che ci dona la stessa gloria che viene da Dio!
Ges?, che abita stabilmente in noi e nella nostra coppia!
Ges?, che ci mostra l’amore del Padre!
Inoltre questo brano mi aiuta a ricordare qual ? il senso di questa unit?… voglio dire… a cosa serve? A farci andare pi? d’accordo? A volerci pi? bene?
L’unit? non ? semplicemente un dono per noi, ? una responsabilit? che abbiamo come coppia cristiana! Perch? la nostra?perfezione nell’unit??pu? aiutare il mondo a credere in Ges?: “perch? il mondo sappia che tu mi hai mandato”.
E’ un po’ quello che dice anche san Paolo: il nostro essere cristiani deve avere un unico obiettivo, l’edificazione della comunit?.
Essere un segno. Una testimonianza di bellezza, come disse San Giovanni Paolo II: “con il vostro modo di vivere rendete testimonianza della bellezza della vocazione al matrimonio”.
E allora la nostra attenzione dovrebbe essere sempre quella di vedere qual ? l’obiettivo di ci? che stiamo facendo.
Con il nostro agire stiamo nutrendo l’unit? della nostra coppia?
Con il nostro modo di vivere stiamo edificando nostro marito?
Con le nostre parole e i nostri gesti stiamo testimoniando una bellezza?
Il mio padre spirituale, gi? ai tempi dell’animazione giovanile in parrocchia, mi ha insegnato che ? necessario avere una “domanda dominante”, un criterio di giudizio che ci aiuti nelle nostre scelte.
Io, personalmente, ne ho due. E anche se, ovviamente, non riesco ad usarle sempre, mi accompagnano nelle mie scelte e mi ricordano qual ? la direzione.
La prima, donatami proprio dal mio padre spirituale, ? “serve all’annuncio di Ges? Cristo?“. E la seconda, consegnatami da mia cognata, giovanissima monaca di clausura, ?: “serve alla salvezza della mia (tua, sua,loro…) anima?“.
Ecco, ammetto che usando sempre questi due criteri, ci sarebbero molti comportamenti da eliminare!
I rimproveri inutili ai miei figli (serve alla salvezza della loro anima?). Le lamentele (serve all’annuncio di Ges? Cristo?). I giudizi sugli errori e le dimenticanze di mio marito… gli sguardi antipatici… le parole poco carine…
Gi?… dovremmo sempre tenere presente questa indicazione di San Paolo, e chiederci 😕serve all’edificazione?
Preghiera:
Signore Ges?,
garante della nostra unit?,
donaci anche oggi la gloria di Dio
perch? possiamo essere, ancora e sempre,
una cosa sola in Te.
Aiutami ad essere una moglie migliore,
a farmi vicina al mio sposo,
e, nell’amarlo,
ad essere testimone del Tuo amore.
Piccolo Passo Possibile:
Chiediti: quale voglio che sia la?domanda dominante che muove il mio agire? Scrivi la domanda su un foglio e mettilo nel portafoglio. Prova a rileggerla di tanto in tanto e ad uniformare ad essa le tue scelte.
Ogni due settimane, su M&M non perdere l’appuntamento con “amare come Egli ci ama“:
1. Introduzione
2. La comunit? di?Corinto e le mie “domande dominanti”
4.?Aspirate al dono della carit?
5. Vanit? delle vanit?
6. La carit? ? benevola
7. La carit? non ? invidiosa
8. La carit? non si vanta
9. La carit? non si gonfia d’orgoglio
10. La carit? non manca di rispetto
11. La carit? non cerca il proprio interesse
12. La carit? non si adira
13. La carit? non tiene conto del male ricevuto
14. La carit? non gode dell’ingiustizia
15. La carit? si rallegra della verit?
16. La carit? tutto scusa
17. La carit? tutto crede
18. La carit? tutto spera
19. La carit? tutto sopporta
20. La carit? non avr? mai fine
21. Conclusione