Dai quattro angoli della terra migliaia di ragazzi sono arrivati a Cracovia per vivere la Giornata Mondiale della Giovent? 2016.
Immagino la preoccupazione di tanti genitori. Ieri sera, mentre guardavo in televisione la festa degli italiani, pensavo a quanta ansia pu? insinuarsi in queste ore nelle famiglie dei giovani che, ebbri di gioia, ballavano e cantavano sul prato.
Pensavo al grande dono della libert?, a quel senso di poter vivere sicuri dove vogliamo, conquista impagabile.
Pensavo all?esuberanza e forse un po? all?incoscienza giovanile, ai sorrisi, a quella ?aspirazione alla gioia?, di cui parl? Benedetto XVI che ? la caratteristica del cristiano e che ? sempre pi? forte della paura.
Ma soprattutto pensavo alla mia GMG, quella ?mitica? del 2000 a Roma. Avevo 24 anni, tanti amici, tanti sogni nel cassetto e la voglia, per fortuna mai sopita, di credere nel Bene e nel Bello.
Sono passati 16 anni, ma ho un ricordo molto nitido di quei giorni. Ricordo a memoria le parole di Giovanni Paolo II durante la veglia del sabato sera a Tor Vergata. Le ho lette e rilette per anni. ?Vedo in voi le sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio? ci disse, mentre noi orgogliosi ci sentivamo investiti di una missione finalmente degna della nostra implacabile voglia di fare.
Eravamo stravolti di stanchezza dopo km a piedi, zaino in spalla, sotto il sole cocente del 14 agosto e una settimana di notti insonni, passate a chiacchierare nei sacchi a pelo di una scuola a Centocelle dopo la doccia ghiacciata (indimenticabile!). Ma sono sicura che avremmo potuto rialzarci e tornare a piedi al nostro paese, tanta era l?energia e la carica adrenalinica di quelle parole pronunciate da un Papa che per noi era ormai un amico, un ?giovane ottantenne? che avremmo voluto abbracciare forte.
??Cari giovani, ? difficile credere in un mondo cos?? Nel Duemila ? difficile credere? S?! E’ difficile. Non ? il caso di nasconderlo. E’ difficile, ma con l’aiuto della grazia ? possibile. In realt?, ? Ges? che cercate quando sognate la felicit?; ? Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; ? Lui la bellezza che tanto vi attrae; ? Lui che vi provoca con quella sete di radicalit? che non vi permette di adattarvi al compromesso; ? Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; ? Lui che vi legge nel cuore le decisioni pi? vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Ges? che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volont? di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrit?, il coraggio di impegnarvi con umilt? e perseveranza per migliorare voi stessi e la societ?, rendendola pi? umana e fraterna?.
Erano parole impegnative. Per? si sa, i giovani non si spaventano. Anzi, ci avevano trasmesso una forza incredibile.
E sono pi? vere che mai per me oggi, ormai moglie e mamma per vocazione, mentre quella societ? pi? umana e fraterna tanto agognata deve guardare in faccia l?orrore dell?omicidio di un altro ottantenne consacrato, p?re Jacques Hamel,ucciso mentre era sull?altare, il luogo della terra pi? vicino al cielo.
? difficile essere misericordiosi, molto difficile.
Ma quella moltitudine di ragazzi per bene ci d? la speranza che la Messa di padre Jacques non sia finita.
Che stia continuando per le strade di Cracovia e che da l? continuer? ancora e ancora.
Perch? il male, per dirla con sant?Agostino, ? l?assenza di bene. E il bene ? sempre contagioso.