In questi anni, sono state molte le parole pronunciate da Papa Francesco, che hanno toccato il cuore. Ciascuno dei suoi interventi potrebbe essere fatto oggetto di ore di riflessione e preghiera.
Ma c’è una frase che risale ancora all’alba del suo Pontificato, che risuona in modo particolare nell’esperienza di vita di una mamma, pronunciata da Papa Francesco nell’omelia della Santa Messa di inizio del Pontificato:
Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato.
Sicuramente sono numerosissime le declinazioni che questa frase può avere, elencate anche dal Papa nella sua omelia (custodire Gesù nella nostra vita, custodire il creato, custodire ogni persona, custodire se stessi…), ma possono far riflettere in particolare sulla vocazione ad essere mamma.
CUSTODIAMO
Il verbo custodire ricorda il mandato che Dio ha dato al primo uomo nel Giardino dell’Eden: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15).
Il compito che Dio dà all’uomo non è un “dovere”, anzi! La possibilità di collaborare con Dio è un onore, un privilegio che Lui, tra tutto il creato, concede solo all’uomo (e alla donna! cf Gen 2,18). E’ quindi un’azione, quella di custodire, che ci fa assomigliare a quell’immagine primordiale di essere umano, ci rende simili all’idea (e al sogno) che Dio ha per noi. E quindi è un’azione che ci rende più umani.
CON AMORE
“Il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza” aggiunge il Papa.
Custodire con amore è la chiamata che Dio riserva a noi genitori. Ma quante, troppe, volte noi mamme cediamo, nei confronti dei nostri figli, a toni o gesti di stizza, ci lamentiamo per le fatiche di essere mamma, ci ritroviamo a fare i conti con un persistente egoismo che ci rende difficile spenderci per i nostri figli!
Sarebbe bello imparare ogni giorno a guardare i propri bambini con amore, con quell’amore che ci ha insegnato Gesù e che è disposto ad arrivare anche al dono totale di sé!
CIO’ CHE CI HA DONATO
Quanto è facile dimenticarsene. Soprattutto in un tempo come il nostro, quando i figli sembrano essere più un diritto che un dono.
Eppure essere genitori, essere mamma, è un grande, grandissimo dono.
Ce ne rendiamo conto in modo particolare pensando alle (purtroppo) tante coppie che non riescono ad avere figli e che ci spingono a chiederci: “cos’ho fatto per meritarmi questo dono? Perché noi sì e loro no?”.
E l’unica risposta è che un dono è un dono. Quando lo si riceve non si può stare là a cercare il perché… si accetta, si dice grazie, si cerca di non sciuparlo, di viverlo al meglio. E forse viverlo al meglio significa proprio aver presente ogni giorno la gratuità di questo dono che non ci siamo meritati.
DIO
Dio, eterno Padre, ci dona l’immenso privilegio di collaborare con Lui nella sua opera più grande, che è quella della creazione.
E ci dona il frutto del Suo immenso amore per l’umanità: i figli che sono a noi affidati, non perché siamo per loro dei padroni, ma dei custodi.
E il minimo che possiamo fare per amministrare al meglio i tesori che ci ha affidato è ricordarci la loro origine e condurre anch’essi a riconoscerla: ricordare ogni giorno che i nostri figli sono innanzitutto figli di Dio e insegnare anche a loro a riconoscere e amare il loro Padre nei Cieli, al quale tutto il creato appartiene.
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