Commento agli articoli 631-682 del Catechismo della Chiesa Cattolica.
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I fatti sono storici.
Niente di nuovo rispetto a quello che già conosciamo, nessuna notizia o particolarità diversa rispetto a quanto ci è stato raccontato fin dalla nostra infanzia.
Cos’è allora che rende interessante la lettura di questi articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica?
Una lettura nuova, e forse più completa, del fatto storico.
1. Cristo discese agli inferi e il terzo giorno risuscitò dai morti
Il fatto che Gesù risusciti dai morti, presuppone che nel regno dei morti Lui ci sia stato.
Perchè Cristo è morto?
Per due motivi:
- Perché, in quanto uomo, ha conosciuto egli stesso la morte
- Per quel desiderio di Dio di cui abbiamo parlato all’inizio del nostro percorso per cui tutti gli uomini devono avere la possibilità di salvarsi. Ecco, Cristo discende negli inferi per annunciare la Buona Novella anche a coloro che lo hanno preceduto.
Cristo, dunque, è disceso nella profondità della morte affinché i “morti” udissero “la voce del Figlio di Dio” e, ascoltandola, vivessero. Gesù, “l’Autore della vita”, ha ridotto “all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo”, liberando “così tutti quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita”.
CCC, 635
2. Il sepolcro vuoto
Dio si fa uomo, e sconvolge la storia. Dio muore e lascia un sepolcro vuoto. Era ciò che aveva detto ai suoi amici, che in tre giorni avrebbe ricostruito il tempio, eppure questo luogo vuoto sconvolge. Sconvolge perchè diventa decisivo per il riconoscimento della risurrezione. Lì Pietro vide e credette. L’assenza del corpo di Cristo non era opera umana e Gesù non era ritornato alla vita terrena come era successo per Lazzaro, che poi comunque sarebbe morto.
Un luogo vuoto diventa segno.
3. Le apparizioni del Risorto
Vorrei qui concentrarmi sulla questione del dubbio, calandoci nei panni dei discepoli per poi fare un paragone con la nostra vita.
Gesù è risorto, non è più nel sepolcro e non per opera umana. “Dov’è?”, “Come sarà diventato?”.
Saranno forse queste le domande che si saranno posti i discepoli… “Lo riconosceremo?”. Sono i discepoli stessi che non credono fin da subito alla notizia della resurrezione. I Vangeli ci mostrano discepoli smarriti, spaventati, increduli nonostante abbiano reincontrato Gesù, dubbiosi a tal punto da credere di essere di fronte a un fantasma. Anche Tommaso ha sperimentato la fase del dubbio.
E Gesù risponde in un modo molto concreto e carnale, offrendo nuovamente se stesso. E’ una realtà concreta da cui nasce la fede dei discepoli nella risurrezione.
Non è forse come quando noi siamo in quella che possiamo chiamare “morte spirituale”? Cosa fa Gesù? Viene ad annunciarci che c’è una buona notizia. Come? Nel modo concreto di cui noi abbiamo bisogno in quel preciso momento.
Siamo stanchi da una giornata di lavoro e arriva la vicina con una teglia di lasagne; siamo tristi per la scomparsa di un parente e si avvicina un amico ad abbracciarti; ci sentiamo soli e abbandonati da tutti, in particolare da Dio, e il sacerdote durante l’omelia dice quella parola di cui il tuo cuore aveva bisogno. Dio si cala nella profondità della nostra morte per dirci, nei termini di cui noi necessitiamo, che c’è una bella notizia .
Non è assolutamente un caso se
Gesù risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto e la condivisione del pasto. Li invita a riconoscere da ciò che egli non è un fantasma, ma soprattutto a constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato martoriato e crocifisso, poichè porta ancora i segni della passione. Questo corpo autentico e reale possiede però al tempo stesso le proprietà nuove di un corpo glorioso […]
CCC, 645
2. La risurrezione salvifica di Gesù
La risurrezione di Gesù, compiuta da Dio per mezzo dello Spirito Santo, è il compimento delle promesse dell’Antico Testamento e di Gesù durante la sua vita terrena ed è la conferma della divinità di Cristo.
Ma soprattutto (per noi),
la risurrezione di Cristo è principio e sorgente della nostra risurrezione futura: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti[…]; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo”
CCC, 655
3. Salì al cielo e siede alla destra del Padre
Colui che è disceso dal cielo per venire tra noi, ora ascende al cielo per portarci con Lui. Mi hanno colpito le parole del seguente articolo
“Nessuno è mai salito al cielo fuorchè il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo”. […] Soltanto Cristo ha potuto aprire all’uomo questo accesso “per darci la serena fiducia che dove è lui, Capo e Primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria”.
CCC, 661
Solo ciò che viene da Dio può tornare a Dio, e noi siamo venuti da Lui, ci ha voluti, e ci dà la possibilità di ritornare a Lui.
Come? Quali sono le condizioni?
4. L’ultima prova della Chiesa
Prima della gloria di Dio la Chiesa dovrà passare per una prova finale, ci dice il catechismo, che scuoterà la fede di molti credenti.
Sarà l’uomo che glorifica se stesso al posto di Dio e di Cristo.
Lo stiamo già vivendo ora, lo vediamo: una crisi assoluta dei valori cristiani in nome di un egocentrismo smisurato, come se la risoluzione di tutti i problemi sia una nostra capacità. Abbiamo tagliato fuori il divino credendoci onnipotenti.
Ma come avverrà la vittoria di Dio sul male? Non sarà un trionfo storico della Chiesa, e questo è già ben prospettato dall’attualità, ma una
vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell’ultimo giudizio dopo l’ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa.
CCC, 677
E l’attesa di questa ultimo giudizio un po’ ci preoccupa. “Vegliate, perchè non sapete nè il giorno nè l’ora”, ma direi nemmeno la modalità.
Però il catechismo ci aiuta in questo “verrà a giudicare i vivi e i morti”.
Allora saranno messi in luce la condotta di ciascuno e il segreto dei cuori. Allora verrà condannata l’incredulità colpevole che non ha tenuto in alcun conto la grazia offerta da Dio. L’atteggiamento verso il prossimo rivelerà l’accoglienza o il rifiuto della grazia e dell’amore divino. Gesù dirà nell’ultimo giorno: “Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
CCC, 678
Ecco, ciò che vogliamo augurarvi in questo tempo d’attesa è di accogliere la grazia, in qualunque modo essa vi si presenterà, perché sarà sicuramente il modo di cui il vostro cuore aveva bisogno.