Il bello di potervi scrivere di questo splendido libro di don Fabio Rosini, “Solo l’amore crea“, sta nel fatto che ogni capitolo tira dentro la mia vita ponendomi in una condizione di piacevole apertura.
Il capitolo in questione parla del “consigliare i dubbiosi” e questo mi riporta a cosa ha significato per me voler affrontare i dubbi all’inizio del mio cammino spirituale e quello che ora sto cercando per continuare a rafforzare la fede quotidiana.
Quando ho cominciato i miei colloqui con un padre spirituale ad Assisi, ero sicura di instaurare un rapporto della serie “io ti racconto i miei problemi – tu mi dai la soluzione per essere felice”… ah, che bella cingolata ho ricevuto!
Invece di uscire dalle mie prime tre ore di colloquio con il sorriso stampato sulla faccia e la soluzione in tasca, la persona che mi ha accompagnata si è vista uscire una ragazza con gli occhi gonfi dal pianto e un mal di testa da ricordarselo per tutta la vita.
Ecco, quello che capii sin da subito era che una guida spirituale (o un consigliere) è silenziosa con un ascolto paziente; non ti consegna soluzioni, ma ti aiuta a riposizionare le domande; sa prenderti a sberle con le parole, ma la sua dolcezza e accoglienza ti portano a benedirla.
Con il mio padre spirituale ho scoperto che la libertà non è una banale possibilità di scelta. La libertà permette di possedersi, di auto-determinarsi, di darsi dei sì e dei no autentici.
In seguito, consentendo a me stessa (nonostante l’iniziale batosta) un secondo, terzo, quarto colloquio e combattendo quindi la pigrizia e la paura di soffrire per dei tagli inevitabili, mi sono regalata la vita stessa. Ho toccato con mano come un consigliere permette di far raggiungere al dubbioso la chiarezza tra due scelte, o meglio, la scelta tra il bene vero e il bene falso. Nel senso che tutte le opzioni, nelle scelte della vita, hanno una parvenza di bene e questo ci confonde ancora di più.
Il primo passo è quello di iniziare da una certezza, da un punto di riferimento.
Ammetto che in questo ci ho messo tanto… la voglia di auto-decretarmi paladina della mia stessa causa crollava ogni volta, puzzava di bugia. Ogni incontro terminava con una lettura del Vangelo, “l’annunzio di un sì che fa da perno per leggere tutto il resto della vita” (pag. 65) e da quel momento ho capito che il perno era Gesù, l’unico che viveva con me e dentro di me tutte le sofferenze e i dubbi che mi attanagliavano. La mia storia aveva bisogno di uno sguardo sapiente, amorevole, misericordioso e senza riserve… Questa scoperta mi commosse tantissimo.
Ad oggi, dopo sette anni da quel primo incontro, da donna sposata e mamma, posso confermare che il combattimento spirituale serve proprio a difendere la consapevolezza di essere immagine di bellezza e pienezza, che rendono la vita se stessa.
Anche nel cammino di sposi, dove si è tutto tranne che arrivati, si combatte ogni giorno per difendere se stessi e l’altro dal lavoro che il maligno compie per posizionarci dal lato sbagliato per vedere le cose. La cura sta nella perseveranza e sicurezza che l’amore di Dio non ci abbandona mai. Apriamo il nostro cuore alla Sua tenerezza e tante cose si sbroglieranno.
Non ho ancora bene chiaro se ad oggi ho trovato una nuova guida con la quale continuare questo cammino e per questo mi affido alle vostre preghiere.
Auguro a voi, mie care M&M di desiderare e incontrare un consigliere o guida che possa affiancarvi in quei momenti in cui il peso e la nebbia dei dubbi pesano sul cuore. Preghiamo perché anche noi, a nostra volta, possiamo ricoprire questo importante e delicato ruolo per quelli che incontriamo.
Ricordiamoci che “l’amore dà principi molto più profondi della ragione, senza escluderla, senza contraddirla, si serve della ragione e la supera. L’amore è ragionevole e nello stesso tempo è ancora più sapiente. Per consigliare un dubbioso ci vuole amore, ascolto, non si tratta solo e semplicemente di sbrogliare ciò che il dubbioso deve scoprire. […] Un dilemma esistenziale non si legge dal basso della confusione, ma dall’alto della certezza dell’amore di Dio.” (cit. pag. 62).
«Non è forse vero che nella parola “Padre” c’è posto anche per la paura?
Non sarò mai solo bonaccia, ma anche tempesta.
Nè sarò solo dolcezza, vi mescolerò l’amaro.
E per quanto mi sforzi di essere trasparente
sarò anche enigma.
E non sempre troverai riposo.
A volte per causa mia ti stancherai, figlia mia.»
(“Paternità spirituale”, Karol Wojtyla)
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