Iniziamo il percorso che ci accompagner?, lungo questo anno giubilare, a conoscere le?opere di misericordia, cos? come ci invita a fare Papa Francesco.
Abbiamo gi??parlato delle opere di misericordia corporali,?che hanno come riferimento il capitolo 25 del vangelo di Matteo. E’ proprio a chi ha?realizzato queste azioni, infatti, che il?Signore dir?: ?Ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli pi? piccoli lo avete fatto a me? (Mt 25,40).
Qual ?, invece, l’origine delle?opere di misericordia spirituali?
Queste opere non sono contenute in un singolo testo biblico, bens??si riferiscono a numerosi passi della?sacra Scrittura, dai profeti ai libri sapienziali e storici.
Le opere di misericordia spirituali si uniscono a quelle corporali per sottolineare quanto il credente sia chiamato a?vivere fin dall?intimo la sua relazione con Dio:??nel servire il prossimo, infatti, il cristiano?non pu? limitarsi?solo alle esigenze del corpo, ma ? chiamato a guardare?in profondit?, anche a quelle dell?animo.
Le opere di misericordia, pertanto, attestano che la fede guarda sempre alla complessit? e globalit? della persona; non pu? mai fermarsi a un solo aspetto parziale.
(Mons. Rino Fisichella – Avvenire, 29 giugno 2013)
CONSIGLIARE I DUBBIOSI
Consigliare i dubbiosi ? la prima indicazione che ci viene data. Prima ancora di insegnare agli ignoranti e di ammonire i peccatori; di consolare gli afflitti e perdonare l?offesa ricevuta; prima ancora di pregare Dio per i vivi e per i morti e di sopportare con pazienza le persone moleste, viene chiesto di consigliare chi ? nel dubbio. Perch? questo primato e cosa comporta? Il dubbio indica lo stato di incertezza in cui si trova una persona. E? la condizione di chi non sa scegliere, di chi esita e rimane sospeso perch? manca di una visione chiara e sicura. La problematicit? della vita si fa sentire nel dubbioso in maniera sconvolgente, cos? da renderlo debole, insicuro e per questo esposto a ogni sorta di rischio. La vita del dubbioso, purtroppo, oscilla pericolosamente dalla paura all?angoscia, creando situazione di vera sofferenza.
(Mons. Rino Fisichella – Avvenire, 29 giugno 2013)
D’altra parte dobbiamo per? dire che esiste una forma di?dubbio, che ? naturale per l’uomo e che conserva una sua intrinseca positivit?: quello che ? all’origine della conoscenza, che spinge l’uomo alla ricerca della verit?, a non accontentarsi, ad “andare oltre”.?La domanda su di s? e sul mondo che lo circonda ? ci? che rende l’uomo veramente tale. (S. Francesco d?Assisi chiedeva al Crocifisso di San Damiano: Chi sei tu? Chi sono io?)
La validit? del dubbio ha un suo spazio, possiede valore e merita di essere argomentato. L?estensione del dubbio oltre misura, tuttavia, non consente all?uomo di ritrovare pi? se stesso e di dare alla sua vita il fondamento e la certezza di cui ha bisogno. Il dubbio va in qualche modo sostenuto purch? giunga a cogliere la verit? che ricerca. Il fine a cui tendere, dunque, ? la verit? non la permanenza infinita nel dubbio.?n questo contesto, non si pu? trascurare il dubbio che entra nella mente del credente circa i contenuti della sua fede.
La ricerca della verit?, quindi, ? un dovere di carit? e la vicinanza al dubbioso ? una responsabilit? che chi ama non pu? rifiutare di offrire.
(Mons. Rino Fisichella – Avvenire, 29 giugno 2013)
L’attenzione richiesta al credente?? sempre quella della misericordia, ricordando che le?certezze troppo forti, le parole gridate e troppo sicure di s?, si distaccano da quell’atto di amore dovuto all?essere umano, e corrono il rischio di produrre maggiore distanza.
D?altronde, ? proprio la sacra Scrittura che afferma: ?Guardati da un consigliere e informati quali siano le sue necessit?? (Sir 37,8). Che fare, dunque?
E? sempre l?autore sacro che indica il percorso da seguire. Da una parte, suggerisce di compiere il discernimento perch? non accada che il consigliere si trasformi in un solerte interessato al proprio guadagno e accondiscenda solo a quanto uno vuole sentirsi dire: ?Egli nel consigliare penser? al suo interesse? e dice: ?La tua via ? buona?, poi si terr? in disparte per vedere quanto ti accadr?? (Sir 37,8-9). Dall?altra, viene dato l?identikit del vero consigliere: ?Frequenta spesso un uomo pio che tu conosci come osservante dei comandamenti e la cui anima ? come la tua anima; se tu inciampi, sapr? compatirti? (Sir 37,12). In una parola, il vero consigliere dovr? avere credibilit? per essere trasparente tra il suo dire e il suo agire.
(Mons. Rino Fisichella – Avvenire, 29 giugno 2013)
Non dobbiamo dimenticare, infine, che uno dei doni dello Spirito Santo ? proprio il dono del consiglio. Per questo colui che vuol dare un buon consiglio deve, prima di ogni cosa, essere in sintonia con Dio, perch? non si tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una guida.