Eccomi ancora qui!?Vi ricordate?
Ci siamo incontrati qualche mese fa per cercare di entrare nel mondo delle icone, cercando di dare una risposta alla domanda ?che cos? ? un? icona?.
In questa occasione entriamo un po? pi? nello specifico e cercheremo di rispondere alla domanda ?Com?? un icona??.
Se date un? occhiata ad un libro di icone, o se scrivete la parola ?icone? su un motore di ricerca, compariranno davanti ai vostri occhi mille e mille icone tutte diverse, ma che allo stesso tempo sembrano tutte molto simili, ci avete fatto caso?
Questo perch? nell?iconografia i colori, le strutture, le posizioni del corpo hanno una simbologia molto importante che deve essere attentamente rispettata da chi si presta a scrivere icone.
Anche i volti, se notate, sono tutti simili: che venga rappresentato un santo, un martire, un angelo, Maria o Cristo, i volti non sono ritratti realistici, ma si rifanno tutti ad una rappresentazione simbolica del volto umano di Dio.
Perch? tutte le Icone, fondandosi sull? Incarnazione, sono icone di Cristo, non solo quelle che lo raffigurano direttamente, ma anche quelle che raffigurano i santi, uomini come noi che, grandi nella fede, hanno avuto nella vita Cristo come modello, tanto da diventare ?speculari? a Lui, immagine (icona) di Lui.
Ma come muoversi e interpretare tutte queste icone cos? uguali, ma comunque diverse?
Un grande aiuto , per averne una visione d? insieme, ce lo pu? dare l? osservazione di un? Iconostasi:
Caratteristica delle Chiese Orientali,?? una parete di icone, che arriva fino al soffitto e che divide la navata, dove pregano i fedeli, dall? abside, riservato ai sacerdoti. Suddivisa in cinque o sei file (chiamate ordini) raccoglie pi? o meno tutte le tipologie di icone, disposte secondo uno schema fisso che ricorda la storia della salvezza.
Il primo ordine, quello in basso , pi? vicino ai fedeli , ? composto da icone monumentali , Proskinesis, che raffigurano sempre Maria e Ges?, affiancate dagli arcangeli Michele e Gabriele, da San Giovanni Battista e dai Patroni della Chiesa. Su questo ordine si apre la Porta Regale o del Paradiso? attraverso la quale pu?? passare solo il sacerdote. Su questa porta? sono raffigurati i quattro evangelisti e l? Annunciazione.
Nel secondo ordine, il Dodecaorton, vengono raffigurate le dodici feste dell?anno liturgico, tra cui Presentazione al tempio, il Natale di Ges?, Trasfigurazione, Resurrezione…
Il terzo ordine ??la Deesis, che significa supplica, in cui un corteo di santi, martiri e padri della Chiesa si rivolge al Salvatore in trono, supplicando e intercedendo per l?umanit?. E? il fulcro ideale di tutta l’Iconostasi, perch? ??per noi la promessa del Paradiso.
Nelle icone ci sono?che la Chiesa tramanda da secoli e che devono essere rigorosamente rispettati per non cadere in gravi errori? e trasmettere non un?idea personale, ma la Verit? di Dio .
Ne vediamo alcuni?
Lo spazio temporale non esiste e spesso nella stessa icona vengono rappresentate varie scene che si svolgono in momenti diversi: per esempio nell?Icona della Nativit? vengono raffigurate nello stesso momento? le scene di ?Giuseppe nel deserto, la nascita di Ges?, l?arrivo dei re Magi, le levatrici che lavano il Bambino.
La prospettiva ? rovesciata: le costruzioni architettoniche non hanno il punto di fuga all? interno, ma si rivolgono verso l? esterno dell?icona, verso chi guarda, e spesso viene rappresentato sia l?esterno che l?interno di un edificio: nella Presentazione al Tempio per esempio si vede sia l?esterno del Tempio, che l?interno (gradoni, altare e Porta Regale) . Per spiegare che la scena si svolge all? interno, viene posto un telo rosso sulla sommit? degli edifici.
Lo sfondo nelle icone ? quasi sempre dorato, perch? rappresenta la luce di Dio in cui le figure sono immerse.
Le iscrizioni, in cirillico o greco, vengono sempre? poste al termine dell’esecuzione: ?pronunciano? il nome del personaggio rappresentato? e definiscono? che quell’immagine non ? solo un dipinto ma ? un’Icona di Dio.
La struttura geometrica che viene utilizzata? per creare le icone viene chiamata Divina Proporzione, poich? utilizza forme e proporzioni che vengono definite sacre, come il triangolo e il cerchio. Spesso poi nella composizione? gli spazi creano in negativo forme sacre, come nel caso della Trinit? in cui la linea delle vesti danno forma ad un calice eucaristico.
Proprio per il fatto? che le figure sono tutte simili, a rendere riconoscibile la figura rappresentata, sono colori ben precisi delle vesti e simboli o oggetti che tengono in mano, ci sono poi varie tipologie delle stesse figure come la Madre di Dio o del Cristo, ?.
Ma questo lo approfondiremo la prossima volta.. Non vi ho annoiato, vero? 😉