Benvenuti, iniziamo insieme un breve percorso a tappe in cui parleremo di sogni, chiamate, risposte, cadute e nuovi inizi, delle nostre vite e di quell’aspirazione profonda alla pienezza che ci abita e ci anima interiormente.
Racconti biblici…
Può sembrare complicato, per questo non lo faremo da soli.
Per cercare di capire come Dio entra nella nostra storia portandola alla pienezza, useremo dei racconti. Perché?
Perché i racconti sono piacevoli e ci coinvolgono, spesso permettono di rispecchiarci, raccontano se stessi e noi contemporaneamente, ma, soprattutto, perché spesso si capiscono meglio delle nostre vite contorte e ingarbugliate e, se guardiamo bene, ci precedono, e ci aiutano a capire la nostra.
In particolare useremo dei racconti biblici. Non perché siamo biblisti, per insegnare qualcosa a qualcuno, ma perché raccontano di Dio e dell’uomo, di come si relazionano: ci riconsegnano lo sguardo di Dio sulle avventure umane.
Non tutte le storie che attraverseremo sono virtuose e volte al bene, a volte sono difficili, contorte, dolorose, tormentate o semplicemente vili. Perché così è la storia dell’uomo. Non sono dei modelli, ma delle icone, che rimandano ai misteri più profondi e più grandi della vita.
La maggior parte delle storie che incontreremo hanno in comune l’esperienza dei protagonisti: sono coppie che, pur sterili, hanno generato figli nella carne. Ma le loro vicende hanno in comune una grande verità: i loro figli, prima ancora che frutto di una fertilità concessa dal Signore, sono frutto di una fecondità nata dall’incontro con il Signore. E’ questa fecondità che ci interessa.
Ecco, allora, che invitiamo tutte voi MeM (e voi coppie) a camminare con noi! Non solo voi che vi confrontate con l’infertilità e siete desiderose di un figlio, perché essere fecondi o meno, non è questione soltanto di pance e di figli, attesi, pretesi o donati, essere fecondi significa prendere sul serio la propria chiamata, quella alla vita, all’amore, al dono, al morire a se stessi, al portare frutto. E questo riguarda tutti. Non solo le coppie, non solo gli aspiranti genitori, i futuri mamme e papà. Perché nella vita tutti siamo chiamati alla fecondità.
Cominciamo insieme questo cammino.
Vocazione – fecondità – missione degli sposi.
Nella vita, ognuno di noi porta nel cuore un desiderio di amore infinito, di cose grandi, di qualcosa che sia oltre il suo stato presente e quel desiderio non è sbagliato , è ciò che ci spinge e ci chiama a cercare un altro con cui condividere la vita. Per questo parliamo di vocazione.
Ma per fare il passo successivo dobbiamo chiederci: ma poi quando abbiamo incontrato l’altro, quale direzione, quale progetto, quale storia costruire insieme? La domanda diventa: e adesso che si fa?
Adesso ci costruiamo un nido caldo per proteggerci dal mondo e stare bene, sicuri, insieme? Ci guardiamo l’un l’altro per cercare negli occhi dell’altro qualcosa che disseti i nostri desideri profondi?
La domanda diventa dunque: come essere fecondi?
È il vivere a fondo la propria vocazione che fa scaturire la fecondità.
Ma come avviene questo nello specifico degli sposi?
Dopo l’ordinazione, se un sacerdote non celebra la messa non porta avanti la propria missione, è facile da capire… ma gli sposi che fanno dopo la celebrazione delle nozze?
“Siate fecondi e moltiplicatevi”
Per rispondere ci viene incontro il racconto stesso della creazione, dove in Genesi 1, 28 troviamo quel “siate fecondi e moltiplicatevi” con cui Dio ha dato un preciso mandato alla coppia. In ebraico i due verbi usati sono parà e ravà. Il primo termine significa, alla lettera, “portare frutto”. Il secondo, invece, indica la “moltitudine” che, discendendo da Adamo ed Eva, sarà destinata a riempire la terra.
Il moltiplicatevi, quindi, lascia poco spazio alle interpretazioni e alle varianti, il siate fecondi, invece, apre la coppia a tante strade diverse, perché la fecondità è la chiamata a portare frutto secondo la vocazione specifica di ogni coppia.
Ciò riguarda i fidanzati che cercano di capire che cosa significa il matrimonio, ma anche tutti gli sposi, perché ci riconsegna la missione stessa della coppia.
Missione degli sposi.
Ecco, la missione è frutto della vocazione. È “amare alla divina”, cioè fino a dare la vita.
E non possiamo pensare a una missione degli sposi che non nasca dal loro essere sposi.
Aprirsi ad essere fecondi è entrare nella consapevolezza che la nostra storia, il nostro matrimonio, che questo incontro che aspettavamo da sempre, non è fine a se stesso o per la nostra gratificazione, come scrive G. Ravasi “Sono appena spuntati all’essere e già il Signore assegna loro una missione, che è ‘immagine’ della sua: non vivere per sé, non chiudersi nel bozzolo autosufficiente del rispecchiamento reciproco, bensì aprirsi alla generazione e al mondo”.
Troviamo ciò anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica, CCC 1534:
CCC 1534 Due altri sacramenti, l’Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui.
Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio.
Sono ordinati alla salvezza altrui… se contribuiamo alla nostra salvezza è attraverso gli altri!
Allora accettare di diventare fecondi non significa fare i “preti in coppia”, ma significa accettare la sfida di uscire dal proprio terreno sicuro e rassicurante per aprirci oltre noi stessi. Concretamente siamo chiamati ad uscire dal nostro nido di coppia in cui, magari, ci siamo accomodati, in cui, forse, stiamo bene o magari male, ma in cui rischiamo di vivere un ripiegamento condiviso, di implodere. “Amarsi non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”.
Bellezza della missione degli sposi.
Dio da sempre ha sognato una storia feconda con voi e per voi, oggi vuole riconsegnarvi questa vostra bellezza, anche se ancora non la vedete tutta. Dio vuole ancora una volta restituirci la grandezza e la bellezza della missione cui ci ha chiamati come sposi.
Il mondo a volte sembra suggerirci la rassegnazione, l’evasione… noi invece vogliamo ribadire che c’è qualcosa di grande, nascosto in quel desiderio che portiamo dentro!
E per gli sposi nel sacramento essere fecondi significa questo puntare in alto, significa essere padri e madri al di là della carne, significa testimoniare e mostrare l’amore di Dio che è padre e madre per tutti. Un amore “per sempre”, nonostante tutto e per chiunque. [da MG 2014]
📌 In questo mese ti suggeriamo di soffermarti sui testi citati (Genesi 1, 28 – CCC 1534) per entrare nella consapevolezza della tua (e vostra!) chiamata e missione.
📌 Un aiuto… fissate una durata, decidete voi prima di iniziare quanto tempo avete a disposizione.
- Mettetevi in preghiera invocando lo Spirito Santo, oppure ascoltando un canto, o facendo un tempo di lode.
- Quindi prendetevi del tempo (fissate la lunghezza!) da soli, per riflettere appuntandovi ciò che ritenete importante o volete condividere
- Trovatevi insieme per ascoltarvi e condividere reciprocamente quanto emerge. Parlate a turno, tre o cinque minuti a testa, in prima persona (non per il coniuge!). Ascoltate senza interrompere e senza rispondere, accogliete ciò che l’altro vi consegna.
Buon cammino!
Ecco gli altri passi del nostro cammino… (una volta che li avremo scoperti insieme li potrai vedere cliccandoci sopra)
Fertilità e fecondità
Giobbe e sua moglie
Abramo e Sara
Elkanà e Anna
Rachele e Giacobbe
Maria e Giuseppe