Un tempo di Grazia.
Mi viene proprio in mente questa parola pensando al tempo di Avvento che ci apprestiamo a vivere.
Oggi è la prima domenica in cui ci prepariamo alla venuta del Salvatore e, come mogli e mamme per vocazione, vogliamo avvicinarci al Natale meditando sulle immagini più significative di questa “strana” storia.
Una delle immagini che in questo tempo mi piace osservare, scandagliare, sviscerare è l’immagine dell’Annunciazione. E sì, lo so bene che non ne facciamo memoria in Avvento, ma so anche che tutto parte da quel fiat.
Proviamo a immaginarci una storia diversa. Bussa un Angelo alla porta di Maria, lei lo fa entrare in casa e dopo aver ascoltato tutto quello che le doveva dire risponde: “Posso pensarci un attimo? Ne parlo con Giuseppe e ti dico!” Va da Giuseppe, gli spiega la situazione, quest’uomo non capisce più niente (la sua fidanzata rimane incinta senza il suo contributo, lei l’ha saputo da un angelo,… immagino mio marito cosa mi direbbe se gli raccontassi una cosa del genere!), le dice se è fuori di testa, anche Maria non capisce tanto, torna dall’Angelo e… ciaone! Nisba! Non se ne fa niente!
Ora, è vero che Dio fa bene tutte le cose (e infatti l’Angelo non l’ha mandato a caso), è vero che Maria era preparata alla venuta del Salvatore perché c’è tutto un Antico Testamento che ci racconta della promessa,… ma Dio ha lasciato libera Maria come lascia libero ognuno di noi di dire il suo “sì” e il suo “adesso anche basta!”.
Nella Lumen Gentium (n.55) troviamo queste parole:
Con lei, eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura una nuova economia allorché il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana […]
Si compiono i tempi. Quella promessa in cui il popolo di Israele aveva creduto si compie, si realizza. In lei inizia l’attesa tanto attesa, tanto desiderata; con lei inizia quello spiraglio di luce che tutti aspettavano. Certo, forse i modi non erano quelli che ci si immaginava, ma ce lo si poteva anche aspettare, da un Dio che chiede ad Abramo di sacrificare suo figlio o che permette a Mosè di separare le acque!
In Maria, Dio compie la promessa della sua Presenza tra noi.
Cosa dice a noi, mogli e mamme, il compimento di questa attesa che sfocia in un’altra attesa?
Intanto ci dice che credere in Dio è potente. Possono passare secoli, ma se Dio fa una promessa la mantiene. E qui mi vengono in mente le tante promesse fatte a Santa Brigida, per cui noi recitiamo le 15 orazioni… o le rivelazioni fatte ad altre Sante donne.
Poi ci dice che i tempi e i modi sono i suoi, sta a noi aprirci ai suoi segni. Pronte come le cinque vergini sagge, con olio che consacra, olio che profuma, l’olio che risana le ferite, che illumina, per poter fare festa con lo Sposo che viene. In uno stato di grazia, di misericordia ricevuta, affinché la sua promessa possa trovarci accoglienti nella purezza e forse con uno sguardo più limpido per riconoscere la Sua potenza.
Infine ci parla di una attesa spirituale e di una carnale. E’ un Dio che ci chiede fede ma che capisce che abbiamo anche bisogno di vedere e toccare. Aspettando una presenza che rimane per lo più ignota, ma che riconosciamo esserci. Un bambino che c’è, si sente, ma non si vede. E’ come un preludio di un secondo compimento, che ce lo fa percepire con ancora più forza.
L’attesa si compie con un’altra attesa.
Questa cosa è potente, strabiliante, e ci apre al compimento come primo passo per l’apertura di un’altra strada da intraprendere.
Nella concretezza allora, ti proponiamo questi piccoli gesti:
- Ripetiamo durante la giornata la giaculatoria “Vieni, Signore Gesù”, come ci ha suggerito Papa Francesco durante la prima domenica di Avvento del 2021. Ripeterla ci aiuta a fare memoria del fatto che Lui ci ha promesso che avrebbe mandato il Suo Figlio, e noi Gli crediamo e come figli Glielo chiediamo.
- Se è vero che è la preghiera che ci permette di tenere accesa la lampada del cuore, è anche vero che un segno concreto ci aiuta a ricordare ciò in cui abbiamo riposto la nostra fede: Maria ci testimonia che la promessa viene mantenuta. Vi proponiamo quindi di comprare un giglio, simbolo di purezza, e di metterlo in un punto ben visibile della casa, così che passandoci davanti ci ricordi Maria, la sua purezza a cui anche noi ambiamo e.. che possiamo recitare la nostra giaculatoria. Se poi in questa settimana ci scappasse anche una bella e sana confessione… non male!
- L’attesa: insieme alla nostra famiglia, scriviamo su un sasso “DIO MANTIENE LA PROMESSA”. Alla sera, dopo aver acceso la prima candela della corona dell’Avvento, preghiamo davanti a questo sasso (che sta a simboleggiare la durezza del nostro cuore, ma anche la fede in Dio): lo porremo nel presepe il giorno della vigilia di Natale.
Buon cammino di Avvento a tutti e a ciascuno!