Dici “castità” e sulla tua fronte sembra comparire, a caratteri cubitali, la scritta “Medioevo”.
L’etichetta “Medioevo” ce la prendiamo su tante questioni, ma la castità, ragazzi… la castità batte tutte le altre realtà per cui siamo rimandati, in un attimo, indietro di qualche secolo.
Oggi, dire che si vuole aspettare il matrimonio per fare l’amore non è solo strano. Non è solo da retrogradi. È da pazzi.
Sesso ovunque, in ogni dove. Preservativi e contraccettivi propostida chiunque, pure dalle associazioni di volontariato che te neregalano a mazzetti. I film sono pieni di scene erotiche. I tuoi coetanei o lo hanno già fatto o già usano pornografia.
In questo mondo ipereccitato, dove il sesso è alla portata di tutti, te ne vieni fuori tu che, candidamente, affermi: “No, io aspetto il matrimonio per il sesso”.
Sento le risa fino a qua. Il matrimonio? E fino a quel momento… ti perdi tutto ‘sto bendidio?
Andiamo. Cerchiamo di essere seri: il sesso è una cosa piacevole… perché dovresti privartene?
Evidentemente sei tu il problema. Sei una persona chiusa. Altrimenti saresti più disinibito/disinibita. No?
Dobbiamo essere chiari: scegliere la castità, oggi, implica derisione. Molti ti guardano come se fossi un alieno…
Sai come è possibile fare una scelta così controcorrente, così sbeffeggiata, così lontana dalla cultura odierna? Solo – e dico solo – se ne scorgi una bellezza che supera, per importanza, ogni possibile derisione.
Ecco: per me è stato così.
Ho conosciuto persone che l’avevano scelta come stile di vita, pur non essendo fidanzati, e avevano la pace nel volto…
Ho conosciuto fidanzati che, seguendo questa strada, avevano relazioni belle, pure, limpide.
Grazie a loro ho capito che…
La castità non è follia, è amore per sé stessi.
È sapere che vali così tanto che non può averti chiunque: può averti solo una persona che ti ama. E come ti dimostra amore? Se viene al cinema con te due volte e ti chiede di mangiare una pizza insieme? No, l’amore, l’amore vero, significa dare la vita. Perché dovresti donare tutta te stessa, tutto te stesso a qualcuno che non è pronto ad accoglierti e onorarti per il resto della sua vita?
La castità non è follia, è rispetto per l’altro.
Non posso prometterti, ora, che la tua mano non lascerà mai più la mia: perché dovrei legarmi a te in modo molto, molto più intimo di due mani che si stringono?
Perché dovremmo ritrovarci l’uno nell’altra, se le nostre vite non sono ancora unite per sempre?
La castità non è follia, è desiderio di chiarezza, è necessità di coerenza, è consapevolezza dei propri gesti.
Posso dirti “sono tua/tuo” col corpo, se nella vita non ho scelto di legarmi a te sul serio?
Ho vissuto la castità, dopo averne sentito una nostalgia profondissima. Ho scelto di conoscere il mio fidanzato, oggi marito, senza sesso perché volevo cogliere ogni sfumatura di lui, volevo che ci appartenessimo prima nel cuore, poi nella carne. Perché nella carne puoi appartenere a chiunque, con il cuore ad uno solo.
La castità non è follia, è ricordarsi che siamo fatti per cose grandi.
Da ragazza, ho fatto l’errore di non ascoltare i miei genitori, che mi mettevano in guardia dalle tante provocazioni del mondo. Ho fatto di testa mia e mi sono fatta male.
Pensavo fossero all’antica, in realtà erano avanti: avevano capito che niente riempie, se non l’amore vero, quello di chi ti dà tutto sé stesso, non solo il suo corpo.
Non so chi sei, tu che mi leggi, ma so che sei fatto per cose grandi, per un amore con la “A” maiuscola, che resista alle prove del tempo, che conosca la tenerezza, l’amicizia, la fedeltà. Che tu possa trovare qualcuno che faccia sul serio con te.
Che tu sappia aspettare, sì, anche in mezzo alle derisioni del mondo. Perché chi se ne importa di quello che dicono: tu meriti un amore che punti all’eternità, niente di meno di questo.
Vorrei suggerire alcuni libri che ho scritto sul tema, a me molto caro, del “fidanzamento casto” (se vuoi acquistarli puoi cliccare sul titolo):