A metà strada tra Milano e Torino, appena esco dall’autostrada, le alpi biellesi mi chiamano e mi dicono : “Vieni a casa!”
Eh, sì. Dal 2016 ho lasciato la mia amata Verona per trasferirmi con mio marito a Biella.
Le prime persone che ho conosciuto, erano tutte concordi: il luogo che tassativamente dovevo visitare era il Santuario Mariano d’Oropa. A soli 15 km dalla città, è sulle alpi Biellesi a 1.200 metri. Cresciuta con un padre amante del ciclismo, per me ricordava una sola cosa: Marco Pantani. Era il Giro d’Italia 1999 al ciclista cadde la catena ai piedi della salita finale verso Oropa. Perse le ruote del gruppo, la squadra si fermò ad aspettarlo. Ma quegli 8 chilometri finali resteranno per sempre nella memoria dei tifosi: Pantani cominciò la sua inesorabile rimonta che lo porterà a riprendere e staccare tutti i rivali e a vincere una tappa leggendaria.
Per gli appassionati di bicicletta, non si può far altro che salire, magari sulle due ruote, per la famosa salita di Cossilla, ma secondo me, il modo migliore per arrivare al Santuario è a piedi, partendo dal piccolo paesino montano di Sant’Eurosia. Da qui, parte un bellissimo sentiero di circa due ore di cammino immerso nel caratteristico bosco di faggi.
Questo cammino ripercorre la via seguita dai pellegrini della valle Cervo che si recavano al Santuario. Il sentiero sterrato inizia in concomitanza di una cappella votiva, durante il cammino ne incontreremo ben tre.
Lungo la strada dona riposo un caratteristico tronco lavorato a panchina sul cui schienale è inciso l’effige di Gesù. Non mancano splendidi panorami sulla pianura e sul Santuario e nell’ultimo tratto si costeggia il torrente Oropa.
Entrati nel Santuario; il colonnato, che abbraccia i pellegrini, sembra dirci: “Non ti preoccupare della fatica, la tua madre celeste ti abbraccia e ti ristora nel cuore e nell’anima”.
Il monte Mucrone alle spalle del Santuario manderà la sua brezza.
La tradizione vuole che il Santuario fu voluto da Sant’Eusebio, famoso vescovo di Vercelli che fu il primo a portare la devozione cristiana nelle valli Biellesi.
Sicuramente in epoca barocca il Santuario si espande; grazie anche alla famiglia Savoia. In particolare, le infante reali Maria Apollonia e Francesca Caterina fondarono le “Figlie di Maria” dedite ancor oggi all’assistenza e l’ospitalità dei pellegrini.
E non contenti della salita effettuata per arrivare, il Santuario si articola in tre piazzali.
Attraversata la porta del Santuario, curata dal famoso architetto Filippo Juvarra, entriamo nel primo piazzale la parte più umana del Santuario: ci sono alcuni ristoranti, l’accesso al museo dei paramenti sacri e degli appartamenti dei reali Savoia.
Nel secondo piazzale, circondati dal colonnato, la fontana dell’acqua e la Basilica antica dove è custodita la Madonna di Oropa.
In questa cappella, io ritrovo pace e conforto… È quel luogo dove i miei bisogni profondi di donna, moglie e madre si stringono al legame profondo con Maria, che è Vergine, Regina, ma anche Madre e Donna. Qui, respiro quel senso di fratellanza, mi ricordo che siamo tutti “Figli di una Regina” e se siamo figli siamo anche Eredi del Regno di Cristo e di questo mondo che ci viene affidato.
Spesso la città di Biella si è affidata, in particolare durante la peste e la città fu risparmiata dal contagio.
Infine, salendo ancora la Basilica Superiore accoglie i fedeli nella sua pianta circolare. La sua cupola rende unico questo Santuario… Spesso quando vado a camminare a Biella Piazzo, il nucleo medioevale della città, alzo la testa sul ponticello al fine di cercare la cupola del Santuario: so che da lassù vengo protetta e ci sarà qualcuno che in quel momento prega.
La Statua della Madonna, inizialmente, si pensava di spostarla dalla Chiesa antica alla Basilica Superiore, ma secondo la tradizione popolare a volte, le volontà umane devono fare i conti con le volontà divine. La statua divenne pesantissima finché alla fine, si decise di farla stare nella Basilica antica. Per affetto e per devozione, la statua è rimasta in quel luogo magico che alla sera, dopo che si è recitato il vespro quando chiudono il portone, diventa un momento di conforto per l’anima.
Domenica 30 agosto dovrebbe, inoltre, svolgersi la quinta secolare Incoronazione della Madonna. Dover utilizzare il condizionale mi dà la morte nel cuore perché il gesto liturgico di porre la corona sulla testa del Figlio e della Madre fa di Oropa il luogo dell’identità, dove si attinge nuova forza per affrontare tutte le difficoltà: anche questo subdolo virus che ci tiene lontano dalle persone che amiamo, in primis da quel Signore Eucarestia che ci ama.
E oltre al Santuario, si sale ancora. Il monte Mucrone diventa anfiteatro naturale del Sacro Monte di Oropa.
Qui si trovano dodici cappelle dedicate alla vita della Vergine e popolate di statue in terracotta a grandezza naturale.
Non sono semplicemente dodici strutture architettoniche, sono un percorso di fede che si sviluppa attraverso una vera e propria passeggiata nel Sacro. Nelle statue possiamo riconoscerci e sentirci parte della vita di Maria.
Si passa dalla cappella della Natività di Maria a quella dell’annunciazione, alla visitazione e all’assunzione in Cielo. Oltre ai passaggi più famosi del Vangelo, hanno spazio anche la vita di Maria donna e madre.
Personalmente, trovo splendida la Cappella della Dimora di Maria al Tempio e la Cappella delle Nozze di Cana: con la vivacità delle statue, al visitatore sembra proprio di prendere parte al Vangelo.
Il momento migliore per visitare il Santuario? Alcuni vi direbbero: durante una giornata afosa, la brezza di Oropa vi rinfrescherà; altri vi direbbero: durante una giornata di sereno per riuscire a vedere Milano, Torino e gli Appennini. Magari durante il mese Mariano di maggio, durante il quale potrete ammirare la valle con i rododrendi in fiore o a ottobre, per ammirare la bellezza del Fogliage. Sono due le condizioni climatiche che io prediligo: d’inverno dopo una nevicata con i piedi che affondano nella neve fresca, perché ricorda quanto ci appesantisce il peccato nell’ascesa verso Dio Padre, con Maria Nostra Madre che ci incita a “Fare quello che Lui vi dirà”.
L’altra condizione metereologica da me amata sono le nuvole che sembrano far emergere Oropa dalla nebbia… Quel “Capel” del Mucrone che ci avvolge come un velo, quell’essere all’altezza del Cielo che ci avvicina a Dio: d’altronde siamo nel santuario più alto d’Europa.
Una volta all’anno c’è un evento bellissimo: riprende vita la Tramvia Biella – Oropa. Il vecchio treno, archiviato a favore di un autobus dal 1958, riprende vita e chi ci sale risulta vestito come negli anni in cui era in servizio: un salto in un passato non troppo lontano.
Il vostro cuore arde ancora dopo questa visita? Beh, zaino in spalla e con gambe ben allenate potete raggiungere gli altri Santuari del Biellese: da Oropa si può arrivare al bellissimo Santuario di Graglia oppure al Santuario di San Giovanni d’Andorno.
Un ringraziamento speciale a Marzia Pozzato magica fotografa.