Commento agli articoli 142- 197 del Catechismo della Chiesa Cattolica.
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Avete visto il film “Una settimana da Dio”? In questo film il protagonista, Bruce, riceve per una settimana tutti i poteri di Dio, quindi può creare, modificare la realtà, può realizzare i propri desideri.
Proprio in quella settimana, però, viene lasciato dalla sua ragazza, quindi lui – consapevole di aver ricevuto tutti i poteri di Dio – si avvicina a lei, la guarda e le dice «Amami!»
La reazione della ragazza? Semplicemente si gira e se ne va.
Ho sempre considerato questa scena davvero illuminante, perché ci fa comprendere una caratteristica fondamentale dell’amore che è anche una peculiarità importante della fede.
Sì, fede e amore si assomigliano: in fondo, la fede è un atto d’amore, perché è la risposta alla rivelazione di Dio (CCC, 166). E la rivelazione di Dio è un atto di sollecitudine amorosa che Dio ha nei nostri confronti, è il suo desiderio di entrare in intimità con noi e suscita in noi una risposta che è un atto d’amore.
Vediamo allora quattro caratteristiche che ci mostrano come fede e amore si assomigliano!
1. La fede è un atto libero, ma allo stesso tempo è un dono
La prima di queste caratteristiche ci viene suggerita anche da questo spezzone di film: la fede, esattamente come l’amore, è un atto libero. Nessuno può costringerci ad amare contro la nostra volontà. Nessuno può costringerci a credere in Dio contro la nostra volontà.
L’atto di fede è un atto libero per sua stessa natura.
CCC, 160
Ma, esattamente come l’amore, la fede è una realtà misteriosa, e piena di quelle che potrebbero sembrare contraddizioni. È vero, infatti, che l’atto di fede è un atto personale, un atto volontario, ma è anche un dono della Grazia.
È impossibile credere senza la grazia e gli aiuti interiori dello Spirito Santo. Non è però meno vero che credere è un atto autenticamente umano. Non è contrario […] alla libertà […] dell’uomo far credito a Dio e aderire alle verità da Lui rivelate. […] Nella fede, l’intelligenza e la volontà umane cooperano con la grazia divina.
CCC, 154-155
Come quando mi innamoro e so di essere protagonista volontaria di quanto mi sta accadendo, ma allo stesso tempo vivo la certezza che questo amore non lo sto creando da sola, non lo invento. In un certo senso lo ricevo.
La fede, allo stesso modo è un atto personale, un atto pienamente umano in cui la mia volontà esiste ed è pienamente implicata, ma è anche, misteriosamente ed efficacemente, un dono dello Spirito Santo.
2. La fede è un atto di fiducia, ma allo stesso tempo frutto della conoscenza
La fede, esattamente come l’amore, è composta da queste due sfumature: è un atto di fiducia in cui, in un certo senso e per alcuni versi, sentiamo di navigare un po’ nel buio, ma è anche frutto della conoscenza e della ragione.
La fede è certa.
CCC, 157
Esiste una certezza della fede, un coinvolgimento della conoscenza. Credere è un atto di fiducia pienamente umano, che si fonda anche sulla conoscenza. Anche in questo caso il paragone con l’amore è incredibile: quando mi innamoro di una persona, desidero stare con lei, desidero conoscerla, approfondire di più la mia relazione con lei. E più la conosco, più mi innamoro, più trovo motivi, ragioni per amare quella persona.
Credo per comprendere e comprendo per meglio credere.
Sant’Agostino – CCC, 158
3. La fede è un atto personale, ma allo stesso tempo un’azione comunitaria
Amare è un atto privato? La logica della cultura attuale vorrebbe farci credere di sì, ma anche il più precario dei loveislove ha bisogno di un riconoscimento, di un’attestazione pubblica, di un coinvolgimento degli “altri”.
È così anche per la fede:
La fede è un atto personale […]. La fede però non è un atto isolato. Nessuno può credere da solo.
CCC, 166
La fede è sempre un’esperienza ecclesiale, e vive sempre all’interno di una relazione dinamica: dalla Chiesa ricevo la fede, sono destinataria di un flusso continuo di testimonianze date e ricevute che mi permette, oggi, di arrivare alla conoscenza di Cristo. E, dinamicamente, sono a mia volta chiamata a mettere in circolo questa fede, a donarla, a rendere testimonianza dell’amore grande ricevuto.
Il credente ha ricevuto la fede da altri e ad altri la deve trasmettere.
CCC, 166
4. La fede è un atto di totale libertà, ma allo stesso tempo ha bisogno di “regole”
L’amore è un incontro, una relazione. Un’esperienza che ci fa sperimentare la piena libertà, intesa come la possibilità di dire “sì” a qualcosa di grande e per la quale vale la pena impegnarsi e impegnare la propria vita!
Ma per dire un “sì”, lo sappiamo bene, è necessario avere il coraggio di dire dei “no”. È scontato, ed è anche naturale, che in amore dobbiamo essere disposti a fare delle rinunce, a incontrare i bisogni dell’altro, a creare un terreno comune nel quale incontrarci. Non sono “io che amo”, bensì “noi che ci amiamo” e per poter sperimentare la pienezza di libertà del nostro amore è necessario parlare un linguaggio comune.
Allo stesso modo è la fede: si tratta di un incontro nel quale sperimentiamo di essere amati e nel quale ci sentiamo realizzati in pienezza, ma per essere vissuta in modo autentico, ha bisogno di una struttura normativa, che diventa
un sigillo spirituale […] una difesa sempre presente: senza dubbio è il tesoro che custodiamo nel nostro animo.
Sant’Ambrogio – CCC, 197
È per questo motivo che fin dalle origini la Chiesa ha espresso e trasmesso la fede attraverso delle formule normative, per permettere ad ogni cristiano di comprendere l’essenziale della fede.
Si tratta delle professioni, o simboli, della fede. Come il Credo apostolico, tra i più importanti simboli di fede della Chiesa, che cominceremo a leggere e meditare dalla prossima settimana!
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