Continua il nostro percorso quaresimale #aTeSolo, alla ricerca della sobrietà su esempio di San Francesco.
Le scelte di vita che San Francesco stava mettendo in atto non piacciono affatto a suo padre che, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte che fa ai poveri, lo disereda pubblicamente di fronte al vescovo sulla piazza principale d’Assisi.
In quell’occasione Francesco compie uno dei suoi più famosi gesti profetici, anche questo fissato da Giotto sulle pareti della Chiesa superiore di Assisi: di fonte al popolo riunito ed al Vescovo, infatti, Francesco si spoglia dei suoi ricchi abiti da mercante e li restituisce al padre, come dimostrazione della sua totale rinuncia ai beni terreni.
Dice Francesco:
Avendomi ripudiato Pietro di Bernardone, ora sì che posso effettivamente dire: “Padre Nostro che sei nei cieli.
Il dipinto è organizzato secondo uno schema molto efficace di due fasce verticali: a sinistra Bernardone, il padre di Francesco infuriato, dalla notevole espressività, viene trattenuto da un uomo; dietro di lui si dispiegano i cittadini borghesi; dall’altra parte San Francesco spogliato, con il vescovo e altri religiosi (caratterizzati dalla tonsura) che lo seguono.
La netta spaccatura della scena è efficacemente simbolica delle posizioni inconciliabili dei due schieramenti, che rappresentano il passato e il presente di Francesco.
Francesco prega asceticamente verso la mano di Dio benedicente che appare tra le nuvole.
Cosa chiede a noi M&M il Signore? Certo non ci invita a tagliare i ponti con le nostre famiglie e legami terreni.
La nostra è una vocazione fortemente incarnata, che trova il suo senso proprio nelle relazioni e nelle parentele.
Eppure, l’esempio di San Francesco parla anche a noi: quello sguardo fisso sulla mano di Dio ci invita ad avere sempre presente, nelle nostre concitate giornate, la presenza di Dio, nostro Padre.
Sobrietà significa mettere Dio al primo posto e considerare che solo Lui è l’Assoluto.
Significa rendersi conto che le nostre umane relazioni, per quanto importanti, non sono il fine ultimo della nostra vita.
Dio è la nostra mèta, Dio è il nostro sostegno, Dio è il solo che può riempire i nostri vuoti e dare risposta alle nostra sete di infinito.
Mettendo Dio al primo posto, tutto il resto, e tutti gli altri, si ricollocano nella giusta posizione e trovano senso.
Mettendo Dio al primo posto, insieme a San Francesco, possiamo chiamarlo Padre Nostro, nella certezza che Lui si prende cura di noi e che la sua Provvidenza non ci abbandonerà mai.
Solo in questo modo è possibile anche per noi compiere scelte coraggiose. E liberarci come ha fatto il poverello d’Assisi di pizzi e merletti, fiducioso che la mano di Dio non l’avrebbe mai abbandonato.
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Scelte di Provvidenza. Scelte di carità reale. Scelte di sobrietà.