Le vicende della vita (diciamo pure come Dio guida la storia personale di ciascuno) mi hanno portata ad incontrare molti ragazzi e giovani e ad accogliere le loro domande di senso, i loro dubbi di fede, prima come animatrice nei gruppi parrocchiali, poi come insegnante di religione nella scuola superiore.
Il mio lavoro non mi permette sempre di offrire loro la proposta di vita che sento essere la risposta alla loro ricerca, ma se fossi la loro mamma… come si metterebbero le cose? Saprei trovare le parole giuste?
Da questi punti interrogativi nascono queste righe, che non vogliono essere assolutamente un modo per insegnare qualcosa (sarebbe ridicolo oltre che presuntuoso) ma spunto di riflessione per voi e per me, mogli e mamme per vocazione, alle prese con figli adolescenti.
– Mamma, sai che una mia compagna che fa religione ha detto davanti alla prof che è atea?
– Ah! e questa cosa ti ha colpito?
– Sì, perché non so se avrei avuto lo stesso coraggio. Cioè… non è facile avere le idee così chiare a 14 anni. Io non le ho.
– Mi ero accorta che ultimamente c’era qualcosa di strano. Che succede?
– Non so… ho tante cose che mi frullano in testa… tante domande…
– …e ti senti un po’ impaurita?
– No! Boh… forse sì, un po’. Ho paura di perdere la fede.
– Non bisogna avere paura delle domande! Le domande sono importanti. Una fede che non si fa domande è una fede povera, è come una pianta senza radici. Se non ti fai domande non vai in profondità, non metti radici, e la tua pianticella, appena c’è un vento un po’ più forte, viene strappata via.
– Ma io vorrei anche delle risposte!
– Sai, credo che le domande siano più importanti delle risposte. Anche perché per rispondere a volte non basta una vita. Anche quando sceglierai di credere, o di non credere, sarà un continuo domandare. Perché la vita ci interroga, ci mette in discussione. E se una fede autentica è una fede che si interroga, anche una “non fede” autentica lo fa, se non vuole diventare una scelta di comodo. La tua amica atea, se è intelligente, non può smettere di farsi domande, altrimenti – capisci – anche la sua, paradossalmente, diventa una scelta di fede… perché non si può dimostrare che Dio non esiste.
– Ma… non sei arrabbiata? So che tu ci tieni tanto…
– No stellina, anzi, grazie per avermene parlato. I tuoi dubbi sono legittimi e sono sani, vogliono dire che non ti accontenti, che ami andare in profondità nelle cose, e questo è meraviglioso e ti fa onore. Ti voglio bene!
– Anch’io mamma.