Nel Credo che recitiamo ogni domenica a Messa, la Chiesa proclama:
Io credo in Dio Padre onnipotente… e in Gesù Cristo, suo unico figlio e nostro Signore il quale… fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte… Credo nello Spirito Santo…
Anche la liturgia del mattutino del Sabato Santo riporta:
Tu sei disceso sulla terra per salvare Adamo e, non trovandolo, sei andato a cercarlo fin nell’inferno.
Nel Vangelo non ci sono narrazioni che descrivono il momento esatto della Resurrezione di Gesù; si parla di un grande terremoto, del masso spostato, dell’angelo che annuncia alle donne andate al sepolcro:
“Non è qui, è risorto come aveva detto”
Mt 28,6
Per questo motivo le antiche icone della Chiesa ortodossa non raffigurano Gesù che esce dalla tomba ma offrono alla contemplazione dei fedeli il momento della discesa agli inferi. Anche la chiesa occidentale conosce l’iconografia di questa discesa; ricordiamo per esempio l’affresco dell’VIII secolo nella basilica di San Clemente a Roma.
Questo tipo di icona divenne immagine caratteristica della risurrezione nella Chiesa orientale già dal VII secolo; essa si basa sul Vangelo apocrifo di Nicodemo, del V secolo, che descrive in maniera dettagliata l’episodio. Solo in epoche più recenti si possono trovare icone che raffigurano l’immagine di Cristo che risorge dal sepolcro, probabilmente influenzate dalla pittura occidentale, attraverso opere magnifiche (ad esempio la Resurrezione del Mantegna).
L’icona che contempliamo oggi è una tempera di grande formato (131×104,2 cm) risalente agli inizi del XVI secolo, e conservata all’Ikonen-Museum di Recklinghausen. La figura centrale di Gesù si trova in una mandorla di gloria, celeste come il cielo, e le sue vesti sono di una bianchezza sfolgorante, così che le tenebre dell’inferno appaiono illuminate dalla Luce del mondo. Gesù sta in piedi sulla porta degli inferi, e le ante divelte su cui appoggia i piedi sono disposte a forma di croce; chiavi e catenacci della porta giacciono divelti e in frantumi nel buio. Con la mano destra Gesù afferra il polso di Adamo e lo rialza dalla tomba; la potenza del suo gesto è rappresentata dal lembo del mantello svolazzante. Nella mano sinistra tiene un rotolo, simbolo della predicazione:
E’ stata annunciata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello Spirito
1Pt 4,6
A destra è inginocchiata Eva, con una tunica rossa che le copre anche le mani in segno di rispetto, e che rivolge lo sguardo a Gesù; dietro di lei si può riconoscere Mosè con le tavole della legge che conversa con due figure (forse Abele, il giovane, e Isaia, l’anziano), mentre dietro Adamo si trovano i re Davide e Salomone, incoronati e vestiti con abiti regali, e San Giovanni Battista, l’ultimo di profeti, che indica con la mano il Salvatore.
Sopra la mandorla con Gesù, due angeli in abiti suntuosi reggono una croce e un calice, simboli che il sacrificio di Cristo è motivo di salvezza per l’umanità intera.
Dopo aver contemplato l’icona nei suoi particolari descrittivi e simbolici, possiamo apprestarci al nostro momento di preghiera facendo silenzio esteriore ed interiore; accendiamo una piccola candela, affinché faccia luce e contribuisca ad un’atmosfera di raccoglimento.
Leggiamo la proclamazione di Pietro:
Dio lo ha resuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
At 2,24
Meditiamo anche sul mistero della salvezza, così come lo affronta San Paolo:
Ascendendo in cielo ha portato con sé i prigionieri… ma che significa la parola ascese se non che era disceso prima nelle regioni inferiori della terra? Colui che discese è lo stesso che ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
Ef 4,9-10
Possiamo dire che Gesù, disceso agli inferi, liberi tutta l’umanità schiava del peccato; meditiamo sulle parole dell’Ode 6 del Canone di Pasqua:
Tu sei disceso negli abissi della terra, o Cristo, tu hai infranto le porte eterne che imprigionavano coloro che erano incatenati e come Giona nel ventre della balena, dopo tre giorni ti sei liberato dalla tomba
Osserviamo nell’icona il dinamismo e la forza di Gesù, figura centrale e sfolgorante: è davvero il Risorto, pieno della Vita dello Spirito Santo, potente vincitore sul peccato e sulla morte. Va a cercare il primo uomo peccatore come il Buon Pastore va a cercare la pecorella smarrita che si trova nella valle oscura.
Preghiamo con le invocazioni delle lodi mattutine del Sabato Santo:
Adoriamo e benediciamo il nostro Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere a vita immortale… Cristo Signore, che come il chicco di frumento fosti sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita eterna, fa’ che, morti definitivamente al peccato, viviamo con te per il Padre. Maestro divino, che nei giorni della sepoltura ti sei nascosto agli occhi di tutti gli uomini, insegnaci ad amare la vita nascosta con te nel mistero del Padre. Nuovo Adamo, che si disceso nel regno dei morti per liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall’origine del mondo, fa’ che tutti coloro che sono prigionieri del male ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te. Cristo, Figlio di Dio, che mediante il battesimo ci hai unito misticamente a te nella morte e nella sepoltura, fa’ che configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova. O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa’ che, sepolti con Lui nel battesimo, risorgiamo con Lui nella gloria della resurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Possiamo completare la nostra preghiera leggendo e meditando questo passo di San Paolo:
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Fil 2, 5-11
Concludiamo con un Pater, Ave, Gloria.
Buona preghiera!