La difficoltà che incontro sia durante i corsi prematrimoniali che durante le consulenze spesso sta nel definire la maternità e paternità responsabile: mi rendo conto che il nostro contesto culturale ci ha portato a fraintendere questa definizione riducendo il problema del fare o meno figli in base alle proprie possibilità economiche, in base all’idea di vita “degna di essere vissuta” che ognuno di noi ha.
Si è da tempo frainteso il senso di responsabilità che si ha nei confronti della procreazione, tutto si riduce all’idea di quanti figli si possano mantenere offrendo loro la possibilità di studiare, di praticare sport, di imparare a suonare uno strumento, di poterli mantenere all’estero per gli studi … e non dimentichiamo i vestiti, gli accessori… Ogni cosa costa, come si fa a mantenerli tutti?
Ma tutti quanti? Qual è il numero perfetto di figli?
Uno solo no, magari potrei mantenerlo ma poi, poverino, resta da solo; due sarebbe perfetto; il terzo già potrebbe essere un problema; e poi vogliamo mettere quello che dicono parenti ed amici?
In base al numero ed al sesso dei figli tutti avranno qualcosa da dire! Sembra che tutti siano dentro il nostro letto a voler dettare legge, ed il brutto è che noi ascoltiamo tutte le voci e ci facciamo condizionare da tutti, anche dal datore di lavoro che, povero lui se rimango incinta io, come potrà fare? Magari è lo stesso che se deve licenziare qualcuno non si creerà il problema dei figli che ho da sfamare, ma io intanto mi preoccupo per lui…
Ovviamente con tutti questi problemi che abbiamo, figuriamoci cosa possa interessarci riguardo la tecnica da usare, quando alla base del nostro problema c’è l’evitare una gravidanza!
In tutto questo abbiamo perso di vista i valori fondamentali che invece dovrebbero essere i pilastri della maternità e paternità responsabile: la famiglia, la vita, l’amore, la relazione, la sessualità, in poche parole la persona e la sua centralità.
Noi padri e madri siamo persone, che entrano in relazione fra di loro, che si amano e che mettono in atto una sessualità che si riempirà di senso, della loro corporeità e relazione, del loro amore che potrebbe diventare procreazione ed ovviamente procreazione di un’altra persona, che sarà altro da noi ma con cui entreremo in relazione proprio perché persona.
E’ mai successo a qualcuno di voi di guardare un figlio e pensare che se non ci fosse stato un “Sì”, quel volto non ci sarebbe stato, non avremmo ascoltato quella voce, non avremmo riso o litigato con quella persona. Ecco quel che voglio dire: se pratichiamo la nostra sessualità come una pura funzione biologica perdiamo il senso della persona, nostra e dell’eventuale figlio. Mettiamo in pratica una sessualità facendo uso del nostro corpo spersonalizzandolo, passatemi il termine.
Questa nostra cultura ci presenta una esaltazione del corpo che però in fondo è un disprezzo della corporeità, perché annienta la persona. Quanto, invece, sarebbe bello riscoprire il valore della persona come soggetto che ama!
Ed eccoci al centro della questione: dove stanno il valore ed il significato della sessualità? Questo ovviamente ci mette in crisi, mica siamo ragazzini, siamo uomini e donne belli cresciuti, pieni delle nostre convinzioni, magari costruite e radicate in un formalismo e moralismo che, ci illudiamo, ci rende tutto chiaro.
Quante coppie incontro convinte che la scelta dei metodi naturali sia giusta perché lo dice la Chiesa, ma senza capirne il vero significato…quanti di loro hanno problemi, appaiono patologie sessuali perché non vivono la sessualità nel suo vero significato, ma ingannati da una falsa idea.
Ecco il compito del consulente: accettare la sfida di una seria domanda sulla sessualità.
Se una coppia si siede davanti a noi perché vuole imparare i metodi e la motivazione che la spinge è la stessa di chi può comprare una scatola di preservativi, noi, insegnandole i metodi, falliamo.
Se una coppia si siede davanti a noi per imparare i metodi perché lo dice la Chiesa, e parlando capiamo che non ha idea di cosa veramente dice la Chiesa, noi, insegnandole i metodi, falliamo.
Se una coppia inizia con noi un cammino ma poi lo ritiene troppo duro, lo so è difficile da ammettere, ma anche lì noi, insegnandole i metodi, falliamo.
L’uomo ha un desiderio di infinito, di felicità, di verità e bellezza che la sessualità sembra promettere, ma se non capisce cosa questo voglia veramente dire, avrà solo una immagine sfocata della promessa. Noi insegnanti non possiamo ignorare tutto questo, quando una coppia si siede davanti a noi.
Dobbiamo avere ben chiaro che non stiamo trasmettendo una tecnica, tanto varrebbe regalare condom. Noi dobbiamo mostrare alla coppia il mistero della sessualità perché scoprendolo l’uomo e la donna scopriranno la loro totalità, il valore di se stessi in quanto persona e quindi anche dell’eventuale figlio in quanto persona.
Questo sicuramente mette in crisi: non siamo abituati a guardarci dentro e spesso non permettiamo all’altro di guardarci! Quanto spesso l’intimità è intesa solo riguardo al corpo e non alla persona. Il Concilio Vaticano II dice che “la persona è un essere che può scoprirsi e realizzarsi solo attraverso un libero dono di se”, ma chi di noi si dona veramente all’altro? Non io, se temo di mostrare a mio marito la regola inscritta nel mio corpo, non mio marito, se intenzionalmente ignora la regola inscritta nel mio corpo. Entrambi se, invece, consapevoli della difficoltà che tutto questo comporta, ci affidiamo a Dio che così ci ha creati e mostriamo l’un l’altro quell’interiorità che ci fa scoprire chi siamo veramente.
Ecco cosa sono i metodi naturali, non una tecnica, ma un modo di vivere la sessualità all’interno di una vita vissuta all’ombra del Padre, qualcosa che ci permette di riscoprire i valori dell’amore, della famiglia, della relazione. Sembra difficile, sembra una strada in salita, ma in realtà ci raccontano un’esperienza di sessualità pienamente umana e gratificante.
E’ qualcosa per cui vale la pena lottare, e soprattutto è qualcosa che fa per tutti gli uomini e le donne, anche per chi non crede in Dio perché, parliamoci chiaro, la bellezza è ambita da tutti, tutti vogliono un rapporto vero ed una sessualità non banale.
Una coppia che segue questo percorso, non si porrà più il problema del numero di figli da mettere al mondo, perché non è quello il senso della loro responsabilità, si porrà invece il problema di trasmettere a tutti i figli che il Signore vorrà donargli, nella pancia o nel cuore, la scoperta di questa grande bellezza! E forse questo potrebbe essere il modo di regalare alle discendenze future i valori che ormai sembrano essere perduti.
Metodi naturali o contraccezione? Non può essere una domanda, non esiste una risposta a questa domanda, perché non sono alternative. I metodi naturali sono la sola vera strada per ogni uomo e per ogni donna. So che questa mia affermazione provocherà non pochi pruriti, mi dispiace, ma è quello in cui credo e che sono chiamata a testimoniare e ne sono felice perché sono certa che sia la verità, difficile ma bellissima verità.