La maggior parte delle coppie che vuole creare una famiglia, desidera ovviamente avere uno o più figli. Molti, dopo le nozze, si trovano di fronte alla scelta di provare ad avere un figlio subito oppure aspettare un po’ per “godersi” la nuova vita da sposini e magari avere anche una maggiore stabilità economica.
Io e mio marito Luca rientriamo tra quelle coppie che hanno deciso di provare subito ad avere un bimbo anche se, a pochi giorno dal nostro matrimonio, molti parenti e amici ci consigliavano di aspettare almeno qualche anno e mettere da parte qualche soldo.
Nel precedente articolo ho raccontato come io e Luca abbiamo deciso di sposarci senza una minima stabilità economica e lavorativa, ma seguendo, invece, l’intuizione profonda che il Signore ci stava chiamando a stare insieme per sempre dandoci il coraggio di fare scelte importanti imparando a confidare nella Provvidenza.
Questa convinzione ci ha accompagnato anche dopo il matrimonio e ci accompagna tutt’ora. Per questo io e Luca, dopo le nozze, abbiamo deciso di aprirci da subito alla vita provando ad avere un figlio. Ci chiedevamo, infatti, con molta convinzione: se il Signore ci vuole insieme da sempre, farà forse mancare qualcosa ai nostri figli?
Il 3 agosto 2014, dopo neanche due mesi di matrimonio, abbiamo scoperto di essere in dolce attesa. Eravamo ad Assisi per la festa del Perdono e già da qualche giorno non mi sentivo bene. Da subito ho avuto la sensazione che in me stesse avvenendo qualcosa di Grande e infatti, la mattina seguente (che guarda caso era anche il compleanno di Luca) abbiamo comprato un test di gravidanza che si è rivelato essere positivo.
Dopo un mix di emozioni tra sorpresa, eccitazione, gioia e paura, abbiamo ritrovato un po’ di lucidità e, durante la messa, abbiamo invocato lo sguardo materno di Maria affidandole il bambino. Sin da subito abbiamo accolto questa splendida notizia come l’ennesimo grande dono proveniente dall’Alto: una nuova benedizione, un importante sigillo che il Signore metteva, come conferma, su di noi e sulla nostra storia. Iniziava a delinearsi così, per noi, un nuovo fondamentale percorso di vita: come mamma, come papà, come famiglia.
Le prime settimane di gravidanza sono state per me molto difficili. La nausea, gli ormoni altalenanti e il fatto di ritrovarmi, a pochi mesi dal matrimonio, a diventare anche mamma, mi facevano vivere con spavento l’inizio di questa nuova esperienza. Mi sembrava difficile poter già essere sia moglie che madre e il confronto con un evento così grande e misterioso, come quello della vita che nasce, e prende forma all’interno del tuo corpo, faceva paradossalmente crescere in me un profondo senso di inadeguatezza che spesso offuscava la bellezza del momento che stavo vivendo. In questi momenti di debolezza ho rischiato spesso di cadere nella tentazione di credere che forse le parole dei nostri amici avessero un fondo di verità e che sarebbe stato meglio aspettare un po’ di tempo prima di avere un figlio.
Ci ho messo un po’ a risollevarmi, ma finalmente iniziavo a fare veramente mie le parole pronunciate il giorno del matrimonio: “Ci impegniamo ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarci e a educarli secondo la Parola di Cristo e l’insegnamento della Chiesa”
Fare memoria e custodire nel cuore quelle parole, avere un dialogo sempre aperto con mio marito e il confronto con don Angelo, nostra guida spirituale, sono stati aiuti preziosi per prendere coraggio. La preghiera costante e il tempo, che capii di dovermi dare, mi hanno aiutato a fare luce sulle paure che pensavo di portare da sola, riscoprendo la bellezza di poter contare e affidare tutto quello che mi appesantiva al Signore. Quanta dolcezza nel riscoprirsi bisognosi di un Amore che non abbandona mai!
Avevo finalmente capito che la vita che stavo custodendo in grembo era il frutto più prezioso che la nostra Fede aveva coltivato e quello che stavamo vivendo era il tempo più giusto per goderne pienamente.
Il 23 settembre 2014 (giorno in cui si festeggia San Pio da Pietralcina), durante la visita di controllo, siamo finalmente venuti a conoscenza del sesso del bambino. Io e Luca avevamo già scelto i nomi per entrambi i casi: quel giorno ci aspettavamo Pietro, invece è arrivata Maria Letizia.
Il motivo della scelta di questo bel nome è racchiusa nella nostra storia. La devozione alla Madonna è stata fondamentale in ogni nostro passo e per noi è stato istintivo onorare la sua immancabile presenza dando il suo nome a nostra figlia. A chi poi ci chiede “Perché avete aggiunto anche Letizia?” rispondiamo che la nostra storia di coppia è nata nella terra di San Francesco ed è cresciuta in totale Provvidenza tra tante difficoltà affrontate sull’esempio splendido della Perfetta Letizia francescana (Fonti Francescane, 278):
Francesco, presso Santa Maria degli Angeli, chiama frate Leone e gli disse:
“Frate Leone, scrivi quale è la vera letizia. Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine, scrivi: non è vera letizia. (…) E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia”.
“Ma quale è la vera letizia?” chiese frate Leone.
“Ecco, riprese Francesco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, alI’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai”. E poichè io insisto ancora, I’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là”. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima.
Davanti alla verità di queste righe aggiungo solo la risposta che io e Luca abbiamo dato a un amico giornalista che ci aveva chiesto, pochi giorni prima della nascita, cosa auguravamo a Maria Letizia. Ebbene noi ci auguriamo di poter trasmettere a Maria Letizia il senso profondo del dono della Vita in quanto Figlia e vivere questa verità in pienezza con lo sguardo sempre rivolto verso l’Alto, mantenendo sempre orizzonti grandi.
Maria Letizia – come confermato dal Vangelo del giorno del suo Battesimo, il 14 giugno 2015 – è il nostro granello di senape, che una volta seminato è il più piccolo di tutti i semi sulla terra, ma appena seminato cresce e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra. (Mc, 4,30-32)