Mentre scrivo guardo la data del calendario, che lo schermo del PC si ostina a mostrami, incurante dell’importanza che quei numerini messi in fila hanno per me.
Faccio i conti e penso che mancano quattro giorni (quattrogiorniquattro!!!!!) alla DPP, la data presunta del parto della mia bimba. Vabb?, quel?“presunta”?– soprattutto arrivata alla quarta esperienza – dovrebbe farmi capire che mettersi a contare i giorni non ? proprio una garanzia (e neanche una bella idea…). Ma si sa, la voglia di vedere e abbracciare la mia bimba, e insieme di liberarmi di un peso che sta diventando difficile da sostenere (!) ? davvero tanta!
E allora eccomi a contare i giorni!
E intanto piego vestitini, preparo il lettino, monto gi?, addirittura, il seggiolino sulla macchina…!
Ogni sera preparo vestiti, scarpe e zaini pronti per i miei tre figli, tengo il telefono acceso, mi sveglio di notte per preparare il tavolo della colazione… perch? non si sa mai… magari i miei ometti la mattina dopo troveranno la nonna mentre io e pap? saremo in ospedale…
E poi parlo con i miei bimbi, racconto di quando sono nati, di come erano piccoli, di quanto ? stato bello abbracciarli e vederli, mentre loro mi riempiono delle loro divertenti domande: “hai mangiato una bambina, mamma?” , “ma quando sono nato ero gi? vestito?“.
E mi gusto questo insieme di piccole cose. Sguardi, carezze, attese.
Perch? ??proprio l’attenzione alle piccole cose che ci permette di amare.
Come Maria, donna di una?sensibilit? unica che?con finezza tutta femminile ha saputo vedere, alle nozze di Cana, una mancanza che agli occhi dei pi? era sfuggita.
Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Ges?.?Fu invitato alle nozze anche Ges? con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Ges? gli disse: “Non hanno pi? vino”.
Giovanni 2,1-3
Questa?pagina di Vangelo?? incredibilmente ricca di spunti e di insegnamenti:?ci presenta Ges? che partecipa ad una festa e che compie il suo primo miracolo. Inoltre?racchiude le ultime parole che Maria pronuncia nei quattro Vangeli: fate quello che vi dir?.
La incontreremo ancora in diverse occasioni, mescolata tra la folla che segue Ges?, fino ai piedi della Croce, ma nessun evangelista ci riferisce altre parole pronunciate da Maria. Queste sono le ultime che ci vengono riportate e sono una sorta di consegna, di testamento lasciato a noi. Il suo ultimo insegnamento, di cui fare tesoro, perch? in qualche modo contiene la risposta a tutte le nostre domande.
Maria ? e rimane la donna che sempre ci indica il Figlio.
Ma in realt?, il particolare che pi? mi colpisce di questo testo ? l’inutilit? di questo miracolo.
Capiamoci, ? un segno?carico di significati simbolici (l’esaurirsi dell’antica economia della salvezza per dare spazio al vino nuovo dell’alleanza con Cristo; il potere di Ges? su tutta la Creazione; l’intercessione di Maria…), ma, insomma,?confrontato con altri miracoli sembra davvero inutile.
Guarire gli ammalati, come i lebbrosi, ? importante!?Curare gli infermi, come il paralitico o il cieco nato, ? un gesto potente! Moltiplicare il pane per la folla affamata ? un atto grandioso! Per non parlare del?ridare la vita alla figlia di Giairo o al ragazzo di Nain… Ma dare dell’altro vino a chi ne ha gi? bevuto tanto e sta facendo festa, a cosa serve?
Eppure ? proprio l?, ad una festa, con un gesto nascosto, che Ges? inizia a rivelarsi.
In un gesto suggerito da una donna attenta, una madre sensibile, che con uno sguardo amante scopre – e sa – che non sempre il valore dei gesti si misura dalla loro utilit?. E che ??nell’attenzione alle piccole cose che si cela un amore grande.
Come possiamo, noi M&M in cammino per imitare Maria, imparare da lei l’attenzione alle piccole cose?
Ecco i?Piccoli Passi Possibili?che vi suggeriamo per le prossime quattro settimane:
- PRIMA SETTIMANA
Ti proponiamo, semplicemente, di recitare ogni giorno questa preghiera:
Signore, insegnami?l’attenzione alle piccole cose,
al passo di chi cammina con me,
alla parola ascoltata,
agli occhi di chi mi sta vicino.
Signore, insegnami che la mia vita ? un cammino con te,
per imparare, come te, a donarmi per amore.
- SECONDA SETTIMANA
Soffermati, in un momento di tranquillit?, e scrivi l’elenco delle persone che ti sono “prossime” (marito, figli, genitori, colleghi di lavoro, amici). Per ognuna di loro scrivi una serie di?piccole cose che la caratterizza e di cui sei grata.
Devono essere?piccole cose?(il modo di sorridere di mio marito, l’abitudine a saltellare su un piede di mio figlio, quando mi racconta qualcosa che lo appassiona, il canticchiare sognante di mia cognata…), perch? solo nel renderci conto dei piccoli motivi di lode di cui ? degna ogni persona, impareremo ad amarla proprio l?, nelle piccole cose!
- TERZA E QUARTA SETTIMANA
Impegnati a compiere piccoli?gesti?di gentilezza gratuiti per le persone che ami. Ecco alcuni esempi:
– regala un sorriso, anche quando ti costa fatica
– fai un complimento (magari riprendendo proprio le “piccole cose” di cui sei grata)
– scrivi un biglietto e fallo trovare come una sorpresa
– prepara un pranzo speciale
– occupati di qualcosa che non sarebbe un tuo “compito” (di solito ? tuo marito che porta fuori la spazzatura? Fallo tu!)
Buona sfida!