La mia vocazione di moglie e mamma, in particolare in questa fase in cui i miei figli sono ancora piccoli, non mi rende propriamente una?habitu??della?Messa prima feriale, che nella mia parrocchia ? alle 7.30 del mattino (in?questo orario mi trovo – solitamente – a cercare affannosamente scarpe spaiate in giro per casa e a vestire bambini assonnati e poco collaborativi).
Per? qualche volta mi ? capitato di riuscire ad andare e,?al termine della celebrazione, sono rimasta piacevolmente colpita da quella che, nella mia parrocchia, sembra essere una tradizione seguita da un bel gruppo di fedeli: l’offerta della giornata.
Cuore divino di Ges?,
io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,
madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno:
in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
Mi ? sembrato un modo meraviglioso di iniziare la giornata: offrire tutto a Dio.
Il Challenge me! di questo mese ci porta a ripercorrere i?passi di Maria e Giuseppe, che?dopo quaranta giorni dalla nascita di Ges?, arrivano a Gerusalemme per?presentarlo al Tempio:
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mos?, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore.
Lc 2-22
La consacrazione del primogenito era una prassi molto importante per gli ebrei: ricordava a tutto il popolo d’lsraele il primato di Dio sulla vita e sull’intera creazione:
Il Signore disse a Mos?: “Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti – di uomini o di animali -: esso appartiene a me”.
Es 13,1-2
Maria e Giuseppe, pertanto, obbedienti alla legge di Mos?, fecero quanto era prescritto e portarono Ges? nel Tempio per consacrarlo al Signore, per “offrire?il Figlio dell?Altissimo al Padre che lo ha mandato” (Benedetto XVI).
Questo brano evangelico si intreccia con le profezie dell’Antico Testamento e con l’opera che Ges? compir? nella sua vita: “il bambino Ges?, che viene subito presentato al Tempio, ? quello stesso che, una volta adulto, purificher? il Tempio e soprattutto far? di se stesso il sacrificio e il sommo sacerdote della nuova Alleanza” (Benedetto XVI).
Siamo capaci, come fece Maria insieme a Giuseppe, di offrire?le nostre primizie?a Dio? Di consacrare a Lui i nostri successi, le nostre conquiste, il nostro cammino?
Siamo capaci di presentare a Lui anche i nostri dolori, le nostre fatiche, le nostre croci, come fece Maria? Fu in quell’occasione che lei cap? – dalle parole dell’anziano Simeone – che non avrebbe avuto vita facile:
Simeone li benedisse e parl? a Maria, sua madre: “Egli ? qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perch? siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafigger? l’anima”.
Lc 2,33-34
Mi chiedo se Maria avesse gi? intuito il suo destino?o se queste parole sono state conservate e comprese solo poco a poco…?Certamente per? gi? da quel momento si ? resa conto di quanto sarebbe stata coinvolta?nel destino di suo Figlio. Ed ? questo che accetta quando, entrata nel Tempio, offre il suo Figlio al Signore.
Nell’offrire il Figlio al Padre, offre se stessa, il suo coinvolgimento, il suo futuro, il suo dolore.
La stessa spada che uccide il Figlio trapasser? l?anima di Maria. La stessa passione sopportata dal Figlio sar? vissuta anche da lei. Il dolore della Madre e il dolore del Figlio si intrecciano e i due sono messi sullo stesso piano. Maria si trova associata intimamente al destino e alla morte di Ges? e non solo per il dolore che ha provato ai piedi della croce, ma per il posto che essa occupa nell?economia della salvezza.
Quale grande mediatrice abbiamo in Cielo!
Quale grande modello e guida, per noi M&M!
Assomigliare a Lei non ? certo semplice, ma come possiamo – concretamente e a piccoli passi possibili – tentare di offrire tutto a Dio, cos? come ha fatto lei?
PRIMA SETTIMANA
Recitiamo ogni giorno una preghiera di?Offerta della nostra giornata a Dio.
SECONDA SETTIMANA
Facciamo memoria, come in un pellegrinaggio interiore, dell’amore con cui ci siamo sentite amate dal Signore, nella nostra vita.
Troviamo il tempo di ritirarci in preghiera e scriviamo – su un foglio, un diario, un prayer journal – il primo ricordo che abbiamo dell’amore di Dio per noi.
E’ a partire dal Suo amore, infatti, che possiamo?risvegliare la volont? e la gioia di offrirci a Lui.
TERZA SETTIMANA
Continuiamo a meditare sulla nostra capacit? di offrire a Dio ogni cosa e, proseguendo nel nostro atto di offerta a Lui della nostra giornata, troviamo il tempo di riflettere:
- Sono in grado di offrire a Dio i miei successi? O li sento come un guadagno personale?
- Sono in grado di offrire a Dio le mie relazioni? O invece le vivo in modo egoistico?
- Sono in grado di offrire a Dio gli eventi che sento pi? grandi di me? Mi fido della Provvidenza? Mi rendo conto che il Padre celeste sa di cosa ho?bisogno?(Mt 6,32)?
- Sono in grado di offrire a Dio le mie fatiche? Le attese? I sogni infranti? Il dolore? Come e chi mi pu? aiutare?
QUARTA SETTIMANA
Concentriamo la nostra attenzione sulle fatiche e sul dolore e impariamo ad offire ogni nostra croce (piccola o grande) a Dio. Ecco uno schema di preghiera che ci pu? aiutare:
- Avvicinati a Dio, non allontanarti da Lui. Quando soffri prega di pi?.
- Sii onesta riguardo al tuo dolore, sfogati con Dio, lascia parlare la tua amarezza.
- Presenta le tue richieste, abbi fiducia. Ci? non significa pretendere da Dio?la risposta, ma presentarsi a Lui con cuore aperto e sincero, lsciamo poi spazio alla sua volont?.
- Accetta il Suo conforto. Lasciati cullare dalla Sua presenza. Leggi un salmo o un passo biblico che ti parli della Sua dolcezza. Incontralo nel Santissimo Sacramento e lasciati scaldare da Lui.
- Offri i tuoi dolori e le tue fatiche per un’altra persona, o un’altra situazione.
- Lodalo, ringrazialo. La lode apre il cuore e solleva lo sguardo.
Cari fratelli e sorelle, la gioia della vita passa necessariamente attraverso la partecipazione alla Croce di Cristo. Cos? ? stato per Maria Santissima. La sua ? la sofferenza del cuore che forma un tutt?uno col Cuore del Figlio di Dio, trafitto per amore. Da quella ferita sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici, dal dono di se stessi.
Benedetto XVI