Il Vangelo di questa domenica (Mt 5, 17-37) prosegue con il lungo insegnamento che Gesù fece ai suoi discepoli dal monte su cui era salito, ma il discorso si fa adesso più duro.
Gesù affronta infatti un tema molto caro ad Israele, quello dell’osservanza della Legge divina affidata da Dio al popolo attraverso i profeti, ed il suo intento è quello di scuotere le coscienze e fare verità, per cui non fa sconti a nessuno. Il suo discorso è molto lungo, ricco di riferimenti all’Antico Testamento, in cui la legge di Mosè è contenuta, a cui Gesù aggiunge la sua novità, che è insieme spiegazione e compimento dell’antico comandamento. Il brano si può quindi dividere in più parti, una per ognuno dei 6 comandamenti che Gesù affronta, ma tutte con la stessa struttura: il Maestro ricorda ai discepoli quello che “fu detto” nell’antica legge, per poi aggiungere quello che “Lui dice” e spiegarlo con esempi che si rifanno alla vita quotidiana e con i casi particolari tanto cari alla tradizione ebraica.
Con il Vangelo a Piccoli Passi di questa settimana, affrontiamo in modo particolare ciò che Gesù dice riguardo al quinto comandamento.
In quel tempo Gesù ai suoi discepoli disse ancora:
“Io la Legge non vengo a cancellare,
ma dei Profeti la parola
a pieno compimento devo portare.
In verità, ogni cosa che è scritta
deve avvenire prima che il mondo finisca.
Perciò chi questi semplici precetti non rispetterà
e la stessa cosa agli altri insegnerà a fare,
ultimo nel regno dei cieli si troverà,
mentre sarà grande chi li osserva e li vuol insegnare.
Se infatti più giusti di scribi e farisei non sarete,
nel regno dei cieli non entrerete.”
“Fu detto ‘Non ucciderai’ o sarai giudicato,
questo l’antico comandamento,
ma io vi dico che anche chi un fratello avrà insultato,
subirà il giudizio ed avrà il tormento.
Se quindi hai qualcosa da farti perdonare,
col tuo fratello al più presto vatti a riconciliare.”
Per capire bene le parole di Gesù, dobbiamo tener presente che i discepoli ai quali stava insegnando erano per lo più israeliti osservanti, cioè ebrei che conoscevano bene le Sacre Scritture ed i precetti in esse contenuti, in primis i 10 comandamenti donati da Dio a Mosè. Per loro la Legge divina era ciò che esisteva di più sacro, era la volontà stessa di Dio e la sua eredità, e la sua osservanza era il massimo ideale religioso, ciò che rendeva giusti e guadagnava il favore di Dio e la pace.
Gesù spiega loro, però, che non è sufficiente seguire delle regole, è necessario convertire il cuore, perché la legge più importante è quella dell’amore.
Questa settimana, allora, ci impegniamo ogni giorno a
fare un gesto d’amore verso qualcuno
Cerchiamo di mettere in pratica le parole di Gesù, che ci insegna a dare importanza ai piccoli gesti. Stiamo attenti, allora, a dimostrare il nostro amore per i genitori, gli amici, i compagni… attraverso piccoli gesti di gentilezza.