La prossima domenica il Vangelo di Luca (Lc 20, 27-38) ci presenta Gesù che viene interrogato dai Sadducei. I Sadducei pongono una domanda-trabocchetto a Gesù: di chi sarà moglie, una volta morta, una donna che si è sposata sette volte? La legge di allora permetteva infatti a una donna vedova e senza figli di sposare il fratello del marito. I Sadducei, però, non credevano nella Resurrezione, quindi questa era una domanda evidentemente provocatoria.
Gesù risponde loro che i figli di questo mondo prendono moglie e marito; ma quando saremo in Paradiso, giudicati degni della Risurrezione dai morti, non prenderemo né moglie né marito, non moriremo più e saremo “soltanto” figli di Dio.
Saremo però figli di un Dio dei vivi, non dei morti! Quindi, una volta che Gesù ci vorrà con sé, noi saremo vivi. La nostra vita continuerà dopo la nostra morte terrena.
Ripercorriamo il brano del Vangelo attraverso la filastrocca in rima:
I Sadducei non credevano alla Risurrezione
e cercavano di ingannare Gesù sulla questione,
ma il Maestro volle loro insegnare
che Dio la vita eterna può donare
a coloro i quali sono degni dell’altro mondo,
se il loro operato risultasse fecondo.
Chi crede in Lui mai più morirà
e come un angelo diventerà,
nessuno avrà una moglie o un marito
e questo i Sadducei non avevano capito.
Che i morti risorgeranno,
lo dice anche Mosè senza inganno.
Che il nostro è il Dio dei vivi e non dei morti,
i Sadducei non si erano accorti.
I Sadducei non credono alla Risurrezione dopo la morte. Che senso ha allora vivere se tanto poi finisce tutto con la morte? Per fortuna Gesù ci ha mostrato una strada diversa: quella di una rinascita dopo la nostra morte. Ecco perché dobbiamo vivere da figli di Dio.
Pensa allora a una persona che ti ha voluto bene e a cui tu hai voluto bene e che non c’è più.
Cosa ti ricordi di lui/lei? Cosa ti ha insegnato? Per cosa ha speso la sua vita? Come potresti comportarti per tenere vivo il suo insegnamento di vita? E tu, per cosa vorresti essere ricordato?
Anche noi abbiamo qualche nonno o qualche amico in cielo: loro ci osservano e ci proteggono dall’alto.
Questa settimana, allora, la challenge è la seguente:
accendo un cero e prego per un caro che non c’è più!
Ricordiamo una persona che è in cielo accendendo un cero e dicendo una preghiera per lei.
Ricordando questa persona, ricordo tutto ciò che mi ha insegnato e le cose belle che ha fatto, così che anche io posso impegnarmi a fare cose belle, grandi, gradite a Dio.
Saprò aiutare gli altri e mi sforzerò di capire quello di cui hanno bisogno.